Interessa ancora l’antidroga in Italia?
4.371,989kg di stupefacenti di cui 21,893kg di eroina, 126,730kg di cocaina, 1.063,482kg di hashish, 3.110,722kg di marijuana, 3.045 piante di cannabis. È la quantità di droghe tolta dal mercato nel mese di dicembre 2017 dalle forze di polizia e dalle dogane in ambito nazionale al termine di 1.462 operazioni di polizia giudiziaria con la denuncia all’autorità giudiziaria di 1.896 persone (1.342 in stato di arresto, 531 in stato di libertà e 23 irreperibili) di cui 812 stranieri ( il 42% circa sul totale) e 73 minori.
Sono i dati mensili (provvisori) forniti alcuni giorni fa dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) che vanno ad aggiungersi a quelli dei mesi passati per raggiungere la ragguardevole cifra di oltre 100 tonnellate (centomila chilogrammi!) di stupefacenti intercettati nel 2017 (solo 1/5 di quelli stimati immessi sul mercato) ossia il secondo maggiore quantitativo degli ultimi dieci anni dopo le 154 ton del 2014. I derivati della cannabis sono sempre in cima alla classifica degli stupefacenti maggiormente richiesti ( oltre 78ton e poco più di 16ton , rispettivamente, i quantitativi di marijuana e di hashish sequestrati) e anche nella prima parte di gennaio 2018 la domanda di tali sostanze si mantiene su livelli molto alti a giudicare anche dai sequestri continui (l’ultimo risale al 19 gennaio scorso con i poliziotti di Palermo che hanno arrestato tre persone dopo il sequestro, a bordo di un autocarro e in un’azienda di Carini, di 10kg di cocaina e una tonnellata e mezza di hashish).
I tre quarti della marijuana sequestrata a dicembre sono avvenuti a Lecce (2.350,364kg), provincia che si conferma come approdo privilegiato dalla malavita albanese specializzata nel settore (circa 9 le tonnellate sequestrate nel corso del 2017 solo nel leccese), mentre a Torino si è avuto il più consistente sequestro di hashish (732kg) sul totale nazionale. A Napoli, invece, il primato mensile delle piante di marijuana eliminate (2.544) che vanno a sommarsi a quelle scoperte nel 2017 per un totale nazionale di 237.618 piante.
Il mercato della cocaina tiene con le circa 4 ton sequestrate tenendo in conto che la media degli ultimi dieci anni è stata di circa 4,4ton con il picco di 6,34ton del 2011. Metà circa delle 4 ton sequestrate (in parte cocaina pura, in parte tagliata) in ambito nazionale è stata effettuata nel porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria) che, nonostante tutto, è tornato ad essere l’approdo preferito dalla ‘ndrangheta dopo un periodo di “trascuratezza” (più controlli nel porto?) rilevato negli ultimi anni quando, dai 2.116kg sequestrati nel 2012 si era scesi ai 745kg del 2015 per poi iniziare la “risalita” ai 1.649kg del 2016.
Con l’eroina, dopo il sequestro record di 1.904kg del 2007, negli anni seguenti si è rilevata una costante flessione per arrivare ai 497kg del 2016. I circa 700kg del 2017 potrebbero essere il segnale di una inversione di tendenza. Roma, Torino e Bari,sono le province in cui a dicembre 2017 sono stati sequestrati i maggiori quantitativi di eroina (rispettivamente 4,077kg, 3,352kg e 2,391kg).
Un fenomeno criminale questo del narcotraffico che continua ad essere sostanzialmente ignorato, sicuramente sottovalutato, da (quasi) tutta la classe politica impegnata a prospettare (fantastici e irrealizzabili) programmi di governo nella campagna elettorale in svolgimento senza un minimo accenno alla sicurezza pubblica e su come fronteggiare le varie forme di criminalità sempre più invadenti tra cui quella collegata al traffico/spaccio. Sono rimasti i (pochi) poliziotti, carabinieri e finanzieri a rimboccarsi le maniche e a terminare la giornata di servizio con risultati anche di rilievo che negli ultimi tempi vengono troppo spesso vanificati da un sistema processual-penale inadeguato e da provvedimenti giudiziari che lasciano sconcertati i cittadini e avviliscono gli agenti di polizia. È il caso, per esempio, dei tre nigeriani arrestati dalla polizia alcuni giorni fa a Reggio Emilia con 13kg di marijuana e per i quali il gip ha disposto come misura cautelare solo l’obbligo di firma presso l’ufficio di polizia respingendo la richiesta del provvedimento di custodia cautelare avanzato dal pm o l’altro episodio in cui a Prato, solo dopo alcuni anni di scorribande predatorie (tra cui furti in appartamenti) e spaccio, per le quali era stato denunciato ben venti volte, si è riusciti a rimpatriare un marocchino. Anche questi fatti contribuiscono ad alimentare quella sfiducia della gente nei confronti delle istituzioni in generale ma, soprattutto, verso una classe politica che dovrebbe dimostrare con i fatti di voler tutelare seriamente la sicurezza e la salute dei cittadini.
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