NEWS

Erice, la giornata della memoria dentro l’aula bunker del carcere

Di Rino Giacalone il . Sicilia

L’aula bunker del carcere di San Giuliano può essere anche palcoscenico di altre cose. C’è l’arma delle condanne, che compete agli organi giudiziari, ma c’è anche l’arma del riscatto sociale, e questo spetta a tutt’altri soggetti, ai cittadini per primi. E il 21 marzo, primo giorno di primavera, a segnare l’arrivo della bella stagione, ce ne erano tantissimi di giovanissimi e giovani cittadini nell’aula bunker per ricordare il giudice Giovanni Falcone, primo appuntamento di quel ciclo di manifestazioni «Non ti scordar di me» che il Comune di Erice, per il secondo anno consecutivo, ha indetto per culminare poi il 2 aprile con il ricordo dedicato alle vittime della strage mafiosa di Pizzolungo del 1985. Fiori il tempo non era dei migliori, come se ancora è l’inverno a prevalere, ma dentro c’erano le belle note di gioia e freschezza interpretate da tantissimi ragazzi a dire e interpretare molto bene l’arrivo della primavera. Non solo di quella metereologica, ma anche di quella che ognuno deve tirare fuori dalle proprie teste per dire no alla mafia e alle violenze dell’arroganza mafiosa.

Quasi 500 studenti delle scuole ericine, istituti scolastici di tutti i gradi, elementari, medie e scuole superiori, che per l’intera mattinata hanno fatto da scenario, e loro stessi sono stati pure protagonisti, dentro un ambiente che ha cambiato volto. Accolti dal sindaco Erice Giacomo Tranchida, gli studenti ericini hanno presentato i loro lavori elaborati dopo avere «studiato» la figura di Giovanni Falcone. «Non ti scordar di me – dice il sindaco Tranchida – è un fiore che ogni  anno di questo periodo qui ad Erice rispunta e continueremo a fare crescere, abbiamo intenzione di creare un giardino con questo fiore in quell’area di Pizzolungo che nel 1985 fu teatro della terribile strage, luogo violentato dai mafiosi che però ora con i soldi confiscati ai mafiosi è diventato “cosa nostra” nel senso che è un bene della collettività».

«In quest’aula – ha detto l’ex presidente del Tribunale di Trapani Mario D’Angelo – si sono svolti tanti processi contro la mafia e proprio per questi tanti processi svolti, per le condanne prnunciate, oggi per fortuna quest’aula è pochissimo utilizzata, segno questo, conseguenza, dell’azione che è stata svolta e continuerà ad essere svolta. Quest’aula oggi merita di essere riconvertita, usata per altre, altrattento positive, cose».
«Commosso, ammirato e felice» così ha detto di essere il presidente del Tribunale di Trapani Roberto De Simone: «La testimonianza e l’impegno di magistrati e giudici – ha detto – non basta, il contrasto continua solo con la rivolta delle coscienze, bisogna seguire l’istinto della felicità, secondo l’insegnamento lasciato da Paolo VI, la felicità è uno dei fini nobili dell’uomo che deve anche usare memoria e intelletto contro la mafia che oggi è nascosta, acquattata, ma che noi continueremo a trovare e a punire, ma l’emarginazione la possono determinare solo i cittadini».

Toccante ed emozionante poi il collegamento che c’è stato con Napoli, con alcuni dei partecipanti alla XIV giornata della memoria e dell’impegno dedicata alle vittime delle mafie ed ai loro familiari organizzata da Libera. Hanno parlato Maddalena Rostagno (figlia di Mauro), Margherita Asta (presidente di Libera Trapani e familiare delle vittime di Pizzolungo), Liliana Riccobene (vedova dell’agente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto), Giovanna Ragolia (vedova di una vittima di mafia di Partanna) e Nando Dalla Chiesa presidente onorario di Libera che ha esaltato il «fiorire di tante iniziative per la legalità che sta provocando una risposta corale del Paese contro la mafia». «Da Napoli ad Erice – ha detto Margherita Asta – c’è una gran voglia di riscatto che ci unisce». Giovanna Ragolia fu l’unica donna che si presentò nell’aula bunker appena inaugurata con l’apertura del primo maxi processo alle cosche trapanesi. Ebbe il marito ucciso durante la guerra di mafia del Belice, lui non c’entrava niente con quella gente di mafia, era in compagnia di una eprsona che era il vero obiettivo dei sicari. Le pallottole lo colpirono e l’uccisero. Liliana Riccobene giovane vedova testimoniò invece nell’aula bunker di San Giuliano, racconto della sera del 23 dicembre 1995 quando i killer ammazzarono suo marito, Giuseppe Montalto, agente penitenziario, che lavorava al braccio del 41 bis dell’Ucciardone. Montalto fu ucciso dai mafiosi liberi che così vollero fare un regalo di Natale a quelli detenuti. Nell’aula bunker si pronunciò la sentenza di condanna di chi uccise Giuseppe Montalto. Un filo unisce Giovanna Ragolia e Liliana Riccobene, ad uccidere i loro uomini fu lo stesso fucile. Arma proveniente dalla polveriera della mafia trapanese, killer Vito Mazzara, valdericino, ex campione di tiro a volo.

Tra un intervento e l’altro nell’aula bunker sono stati proiettati i lavori video e teatrali presentati dalla scuole Pascoli, Pagoto, Mazzini, Rubino, De Stefano, Castronovo, e Florio. Gli studenti dello Sciascia hanno preso spunto da un testo dei noti Ficarra e Picone, per parlare di Trapani, dell’«orgoglio e della vergogna di essere trapanesi». Una «piece» teatrale conclusa con l’affermazione di essere contenti che in questo territorio sono rimaste le impronte di grandi uomini come Falcone, Borsellino, Ciaccio Montalto, Rostagno, «impronte sulle quali camminano altri uomini e tanti giovani che si muovono verso la libertà».

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link