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Scuola e beni confiscati
Le due priorità di Napoli per sconfiggere la camorra

Di Alessandra Del Giudice il . Campania, Dai territori, Progetti e iniziative

Scuola e beni confiscati. Questi i temi su cui si è discusso a villa Ammaturo in occasione della presentazione in anteprima della Ricerca “Ricomincio dai beni” e dei progetti scolastici realizzati da alcune scuole della Provincia partenopea: “la scuola adotta un bene confiscato” e “la scuola adotta una vittima di camorra”.
Sia la ricerca che i progetti sono stati realizzati dal gruppo Libera Napoli e promossi dal Consorzio S.O.L.E. (Sviluppo, Occupazione, Legalità Economica) e dalla Provincia di Napoli. Alla mattinata, moderata da Lucia Rea, responsabile del Consorzio SOLE sono intervenuti Dino di Palma, Presidente della Provincia di Napoli; Don Luigi Ciotti; Giovanni Del Rio, Preside della facoltà di medicina della II Università di Napoli; Raffaele Del Giudice, Direttore di Legambiente Campania;  Angela Cortese, Assessore all’Istruzione della Provincia di Napoli; Fabio Giuliani, Libera Napoli; Grazia Ammaturo, figlia del Vice Questore Antonio Ammaturo cui è intitolata la villa e altri familiari di vittime innocenti; Diego Ciulli, Luigi Cirro,Presidente del Parlamento degli studenti delle scuole superiori della Toscana.
Presente inoltre una delegazione di 100 studenti provenienti da alcune
delle scuole che hanno aderito ai progetti “100 passi verso il 21
marzo”.

La mattinata si è svolta nella villa bunker centro del complesso di palazzine con annessa rivendita di confiscato al boss Rea. Lucia Rea mostrato al pubblico le fotografie della villa bunker al momento del sequestro. “Siamo nella villa confiscata al boss Rea consegnata oggi a voi tutti, – ha spiegato Lucia – vi mostro queste foto per farvi capire quanto sangue c’era dietro tutti quei soldi. Tra di noi anche Grazia, figlia di Antonio Ammaturo,vice questore cui è intitolata la villa, che ha perso la vita in un’operazione nel 1982 per difendere tutti noi. Il riutilizzo sociale di questa villa è il segno che possiamo credere nei piccoli gesti delle istituzioni”.

“Questo luogo- continua Dino Di Palma- è il segno concreto che lo Stato, le istituzioni, insieme con il volontariato possono farcela. Il Presidente della Provincia di Napoli lascia la parola a Giovanni Del Rio, presidente della Fondazione Marotta formata da genitori di figli disabili cui è stato destinata la villa bunker: “Parlo qui da genitore di un figlio disabile di 42 anni.- dice, commosso Del Rio- Voglio assicurare a mio figlio e ad altri giovani un ambiente protetto per il “dopo di noi” dove possa essere in contatto con altri giovani. Ed un luogo come questo è tra i migliori in Europa”.
Inizia scusandosi della fretta Don Luigi Ciotti, affaticato dai numerosi incontri di questi giorni: “Ho visto nascere questa villa. La prima volta che sono entrato qui dentro mi sono sentito sopraffatto dall’arroganza e dallo sfarzo. Ma, nel fu realizzata la legge Rognoni-La Torre che definisce la mafia e la decreta come reato con il 416 bis e parla per la prima volta di beni confiscati. Ecco che quel sogno, qui è diventato segno. Ho visitato tanti beni confiscati in Italia ma forse questa è la realtà più complessa: l’Università, spazi importantissimi per i giovani, una casa che vuole dare dignità a
persone disagiate perché disabili.

“Oggi si presentano anche due progetti realizzati dalle scuole: “la scuola adotta un bene confiscato” e “la scuola adotta una vittima di camorra”- continua Ciotti – ,aver lavorato a questi temi importanti significa non stare in superficie ma scendere in profondità. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa. Antonio Ammaturo, Pasquale di Paola suo autista, sono morti per la democrazia, la dignità, la giustizia del nostro paese. Perciò a fianco ad Ammaturo, scrivete anche il nome di chi con lui ha pagato quel
prezzo. Domani saremmo tantissimi. Non per celebrare un evento.  Siamo
venuti qui per questa terra ed il suo impegno. Penso a Radio Siani ad Ercolano, o al bene confiscato di Castellammare, oggi centro per donne maltrattate.  E poi siamo qui per abbracciare tutte, ma proprio tutte le vittime innocenti. Per dire “Basta” perché non è più possibile che l’Italia abbia un elenco così lungo di vittime innocenti”.

Grazia Ammaturo, strappata al padre il 15 luglio del 1982 è nella villa intitolata al padre per la prima volta. “Oggi è una bella giornata- dice-, mio padre nella sua lunga carriera ha diretto il commissariato di Giugliano. Ma non dobbiamo pensare a lui come ad un eroe del risorgimento. Gli eroi oggi sono persone comuni che hanno il coraggio, l’impegno di resistere. E’ facile guardare da un’altra parte . Ma queste persone sono morte proprio perché sono state lasciate sole”.

Ricomincio dai beni

Lucia Rea lascia poi la parola a Fabio Giuliani che trai curatori della ricerca sociale, storica ed economica e sulla percezione camorristica di 18 comuni della Provincia di Napoli aderenti al Consorzio SOLE “Ricomincio dai beni”.
“Voglio partire dal nostro primo incontro con Luigi Ciotti.- spiega Fabio- Ci disse: “ragazzi vi auguro di essere analfabeti”. Cioè di aver sempre la voglia di confrontarsi, di essere umili, di avere sempre voglia di imparare.  Per realizzare la ricerca siamo andati in giro nei paesi a parlare con le persone, a conoscere il territorio e da ciò che manca. La ricerca in se è stato un modo per sensibilizzare le amministrazioni ed i cittadini sul tema dei beni confiscati. Siamo partiti dai beni, e da tutto ciò che potevano rappresentare come
possibilità di sviluppo dei territori ed occasioni di lotta alla camorra. Possibilità che si sono concretizzate come nel caso di questa villa o per Castellammare dove abbiamo curato un bando pubblico con concorso di idee per un bene conferito al Consorzio S.O.L.E. che oggi è un centro antiviolenza per donne ed una casa di accoglienza per migranti. Le difficoltà sono tantissime ma il riutilizzo costituisce in sè un percorso di memoria per far capire cos’era prima un bene e cosa è adesso. Oggi settantamila giovani emigrano al nord per trovare lavoro. Ecco, io mi auguro che noi napoletani possiamo partire ma per viaggi di piacere tornando poi a casa e non essere costretti a partire per sempre per trovare lavoro altrove”.

Cento passi verso il 21 marzo

Infine è la volta di presentare i lavori delle scuole della Provincia di Napoli. E’ Raffaele Del Giudice, Direttore di Legambiente Campania, ma prima di tutto coinvolgente ed appassionate formatore sui temi dell’ambiente e della legalità ad introdurli.  “Sono poco avvezzo ai microfoni ed alle formalità.- anticipa Del Giudice- Ma sono felice di essere qui con voi ragazzi. Sono figlio diquesta terra. Una terra dai visi morti. La terra dei fuochi, regno delle ecomafie. Sono felice della vostra presenza proprio qui in questa terra. Voi oggi vi riunite ad un respiro di libertà. Riappropriatevi di questa terra, amate questa terra. Solo volendole bene e quindi volendoci bene potremmo alimentare la memoria. Il 21 marzo in questo senso non è una data ma deve rappresentare l’antologia dei portatori sani di legalità. Tutte le vostre esperienze, i percorsi che avete fatto e continuerete a fare formano questa antologia. La scuola è uno dei primi anticorpi contro la mafia.Mio nonno diceva che un filo di paglia da solo non fa nulla ma se intrecci tanti fili fai
una corda resistente.Ecco noi dobbiamo fare una corda sociale”. Sedici hanno partecipato ai “100 passi verso il 21 marzo” adottando chi un bene confiscato chi una vittima di camorra chi entrambi. I ragazzi e le ragazze hanno studiato per alcuni mesi la storia delle vittime e dei beni confiscati, si sono formati sulla legge 109/96, hanno letto libri ed assistito alla proiezione di video, hanno visitato la bottega dei sapori e dei saperi ed infine hanno incontrato ed intervistato i familiari delle vittime innocenti e si sono recati in alcuni beni confiscati presenti nei territori di appartenenza. Nella sala di Villa Ammaturo oggi spiccavano tanti “sguardi di memoria”, occhi colorati da immagini, parole e poesie frutto del lavoro dei ragazzi, segno di memoria e di impegno perché ciò che è accaduto non accada mai più.

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