Donne, pensionati, giovani e mercato degli stupefacenti
Sul fronte dell’antidroga, a livello nazionale, il mese di settembre termina con alcune importanti operazioni che confermano da un lato la costante attenzione rivolta dalle forze di polizia al traffico e allo spaccio di stupefacenti, dall’altro la straordinaria diffusione del fenomeno criminale che vede “protagonisti” non solo incalliti pregiudicati del “settore”, ma anche insospettabili e (solo apparentemente) tranquille persone che si sono lanciate a capofitto nel mercato illecito del commercio di droghe. Anche per arrotondare magre pensioni, come ha dichiarato l’ultimo dei pensionati, un romano di sessantasei anni, arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato Trevi, dopo che in casa gli erano state trovate dosi di cocaina e di hashish con il solito kit per confezionarle.
Un altro pensionato, stavolta coltivatore di cannabis, era stato neutralizzato nelle stesse ore a Varese: insoddisfatto della qualità della marijuana in commercio aveva deciso di coltivarla in proprio nel suo giardino a San Fermo. Stupore anche per gli agenti del Commissariato Casilino che hanno arrestato una donna di 58 anni, originaria di Isernia, che aveva trasformato la propria abitazione in una sorta di market per la vendita di hashish. Ancora una donna, ma di ben altro spessore criminale, quella ammanettata dalla polizia a Ostia (Roma), insieme ad altre undici persone per traffico internazionale di cocaina. Abbastanza avanti con l’età, la sessantottenne “zì Bianca” (così era chiamata nell’ambiente) aveva un filo diretto con un narcotrafficante peruviano che la riforniva di cocaina da piazzare tra Fiumicino e Ostia.
E ancora tre donne su sette persone arrestate dai carabinieri a Gela per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e per estorsione. “Donne d’onore” che hanno rimpiazzato i mariti attualmente in carcere, assumendo, e con autorevolezza, la gestione delle “aziende familiari”. Non mancano, naturalmente, giovani donne spacciatrici, come la ventenne sorpresa dalla polizia a Fermo con mezzo etto di marijuana nella borsa o la “finta” badante ucraina di 28 anni, arrestata dalla squadra mobile di Padova, in realtà corriere dell’eroina che spacciava, insieme ad altri stranieri, tra Padova e Mestre. Si ingrossano, così, le fila delle donne coinvolte nel traffico- spaccio di stupefacenti che, nel corrente anno, alla data del primo settembre, erano già poco più di 1.600. Nell’intero 2016, le donne denunciate all’autorità giudiziaria per delitti collegati alle droghe erano state 2.224 (75 le minorenni), di cui 1.775 italiane e 449 straniere (in prevalenza romene, nigeriane, marocchine, albanesi).
Negli ultimi dieci anni, il valore più alto di denunce “al femminile” si è avuto nel 2010 con 3.337 casi. Dal 2007 al 2011, la soglia delle denunce di donne si è mantenuta sempre oltre tremila l’anno, mentre il valore più basso degli ultimi dieci anni si è annotato nel 2015 con 2.011 casi. Si tenga conto del fatto che, mediamente, le persone denunciate annualmente sono circa trentamila.
Tra gli “insospettabili” spacciatori bloccati dalle forze di polizia negli ultimi giorni, anche un falegname-botanico spagnolo, residente in una casa colonica alla periferia di Ancona, che aveva allestito una piantagione di “super-marijuana” a “titolo sperimentale” (così si è giustificato con i poliziotti che lo ammanettavano al termine della perquisizione domiciliare nel corso della quale veniva sequestrato anche un flacone di “maria” utilizzata dai giovani con le sigarette elettroniche).
A proposito di giovani, mancando un’adeguata prevenzione e controllo da parte delle famiglie, sono ancora molti quelli che restano coinvolti con le droghe. Così, sempre nelle ultime ore, a Lecce, è finito in manette un ragazzo di 19 anni che deteneva dosi di cocaina, marijuana e hashish nella tasca del giubbotto, mentre passeggiava con un amico di sedici anni. Altri tre giovani, a Porto san Giorgio, sono stati denunciati dalla polizia per detenzione ai fini di spaccio di hashish. Molti sono anche minorenni. Nei primi sei mesi del 2017 erano già quasi 770 quelli denunciati. Nell’intero 2016 furono 1.372, il numero più alto degli ultimi dieci anni, in prevalenza italiani (1.098) e con la regione Lazio che, in termini assoluti, ha registrato il valore più alto (185). Tutto questo mentre un gruppetto di spacciatori incuriositi, alcuni giorni fa, a Milano, assisteva alla “esibizione” dei radicali che impartivano lezioni per la coltivazione della cannabis sotto il controllo, discreto, della polizia.
Tutto straordinariamente stupefacente.
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