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“Il Racconto della Giustizia che cambia”

Radio24 il . Lombardia

_PPC9093_1200-900Incontro tra il Guardasigilli e i vertici delle Procure di Roma e Milano.

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Le distanze sul codice antimafia e gli interventi nella lotta alla corruzione; il nodo della fiscalità internazionale dei grandi gruppi e la web tax (“necessaria o è a rischio anche il welfare”); la mancanza di denunce nelle inchieste sulle mafie al Nord e il rischio di un ” terribile ritardo” nella comprensione dei nuovi fenomeni criminali. Il dibattito intorno ad un Tribunale penale delle imprese e la proposta di un codice penale bancario, perché “il contrasto ai reati contro il risparmio non è adeguato”, commenta Francesco Greco, procuratore capo di Milano.

Le principali questioni investigative sul tavolo dei magistrati di Milano e Roma e la direzione delle riforme approvate e di quelle ancora aperte, in questo scorcio di legislatura, sono state il filo conduttore del dibattito “Il Racconto della Giustizia che cambia“, organizzato il 5 ottobre nella sede del Gruppo24ore a Milano. Un incontro- introdotto dal direttore Guido Gentili e dal vicedirettore Sebastiano Barisoni – tra il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e i vertici delle due principali Procure italiane: Francesco Greco, procuratore capo di Milano; Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma; Ilda Boccassini, capo della Direzione distrettuale antimafia milanese e Michele Prestipino, procuratore aggiunto capitolino. L’occasione, i dieci anni della trasmissione, “Storiacce” condotta da Raffaella Calandra.

“Stiamo attenti a non consumare il terzo ritardo storico”, avverte Prestipino- che volgendo lo sguardo alle sentenze su Mondo di Mezzo a Roma e su Ostia – ricorda “il primo ritardo, nell’affrontare la pericolosità delle mafie tradizionali; il secondo nella sottovalutazione delle mafie al Nord; il terzo – ammonisce – rischiamo di averlo ora: mentre noi discutiamo su cosa siano le nuove mafie, siamo sicuri che non si radichino in modo preoccupante?”. “Mi sembrava un segnale politico sbagliato non approvare il codice antimafia”, commenta il Guardasigilli, Andrea Orlando, che esclude l’ipotesi di “un decreto correttivo, ma al Nord esiste il rischio di negazionismo”, dice. Parla poi della delega sulle intercettazioni, della riforma del codice penale appena approvata e di quella che, a suo giudizio, “sarà la riforma di sistema che chiuderà la legislatura, quella della legge fallimentare, che manca dal 1942”

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