Fermare la “macelleria messicana”
Il Messico sembra inesorabilmente destinato a diventare un “narcoStato”. Un processo nefasto, iniziato da circa un ventennio che ha avuto un picco di espansione ai tempi del presidente Vicente Fox (leader del Partito Rivoluzionario Istituzionale, in carica dal 2000 al 2006) e che sta registrando, anche con l’attuale presidente Pena Nieto, dimensioni davvero drammatiche sul piano della sicurezza nazionale. L’accusa di “Stato narcocratico” era già stata fatta nel 1994 da Edoardo Valle, un coraggioso funzionario della Procura Generale messicana che, denunciando la corruzione nella classe politica, nella stessa Procura, nella polizia, aveva dichiarato che “…in Messico la lotta contro il narcotraffico è la lotta per la democrazia e finché i narcotrafficanti manterranno la loro enorme influenza sul potere politico, in Messico non vi potrà essere una reale democrazia…. perciò quella in cui viviamo è una narcocrazia”.
In un paese dove la criminalità organizzata controlla oltre il 70% dei 2435 municipi, ossia circa sessanta milioni di cittadini, l’espressione usata sembrerebbe la più appropriata per evidenziare la situazione attuale. Una situazione di violenza diffusa che registra scontri continui tra membri dei vari cartelli e spezzoni di bande rivali per accaparrarsi fette di mercato delle droghe, nelle estorsioni, nella tratta di migranti provenienti dal centro America. Violenza che, talvolta, spinge ad altra violenza anche la stessa popolazione come è accaduto alcuni giorni fa (il 29 agosto) nel municipio di Tatlauquipetec dove alcuni cittadini, esasperati per le continue scorribande di malviventi, hanno bloccato alcuni presunti ladri a bordo di un’auto rubata linciandone due e ferendone altri quattro.
Agosto stava terminando ed è stato ancora un mese terribile per i tanti episodi di criminalità a cominciare dall’omicidio, nel municipio di Salamanca, del comandante della polizia municipale di Celaya, freddato da due sicari insieme all’agente di scorta. Nella stessa giornata, in una fattoria alla periferia di Albarolo, vengono assassinate sette persone tra cui un agente di polizia con la moglie e due figli e in un bar di Playas de Rosarito (Bassa California) viene ucciso un giornalista (l’ottavo, dall’inizio dell’anno, in tutto il Messico). Dal 4 al 12 agosto, in diversi municipi di Oaxaca, si sono registrati 31 omicidi tra cui l’ex presidente del consiglio municipale di Ocotlan. L’8 agosto,a Barancas de Laureles, viene assassinato il comandante della polizia municipale di Zocoalco de Torres e il delegato municipale che lo accompagnava.
A ferragosto, a Reynosa, in conflitti a fuoco tra due bande si contano quattro morti. In una frazione del porto di Acapulco vengono recuperati i cadaveri di quattro uomini interrati in una fossa clandestina. Due giorni dopo, in analoga operazione di dissotterramento in quattro fosse, alla periferia di Valparaiso vengono trovati i cadaveri di sette persone tra cui tre donne. Il 19 agosto, in tutto lo Stato di Chihuahua, vengono assassinate 14 persone tra cui tre uomini squartati e lasciati ai bordi di una strada municipale. A Guanajuato, in episodi distinti, vengono assassinate undici persone tra cui tre agenti della polizia municipale di Salamanca. Il 20 agosto il cadavere di un uomo fatto a pezzi viene trovato a Chilapa municipio dove è in atto una vera guerra tra i gruppi criminali dei Los Rojos e dei Los Ardilos. Il 22 agosto viene assassinato un giornalista del quotidiano El Diario di Acayucan. Il 25 agosto, lungo la strada statale Cordoba-Veracruz, nel territorio del municipio di Cuitlhuac, un commando armato uccide tre tassisti. Il giorno dopo, nei municipi di Los Cabos, Comondù e La Paz (Bassa California del Sud), otto morti e sei feriti al termine di una sparatoria tra due bande. A Chilpancingo vengono recuperati i cadaveri fatti a pezzi di tre uomini contenuti in alcune borse di plastica della spazzatura.
Non c’è un attimo di tregua e anche in questi primi giorni di settembre continua la “macelleria messicana” con i cadaveri di tre uomini smembrati lasciati, tre giorni fa, sulla strada Chilapa-Chipancingo con due messaggi lasciati che annunciano “limpieza” (pulizia!). Nella stessa notte, in due frazioni di Chilpancingo, ancora un ritrovamento di corpi umani (cinque) straziati e avvolti nelle solite grandi buste nere di plastica e di altri tre cadaveri, spezzettati, in due frazioni ancora di Chilpancingo.
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