NEWS

Processo “Mafia Capitale”: cade l’accusa di associazione mafiosa

Redazione il . Criminalità

lettura-sentenza-mafia-capitaleCade l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati di “Mafia Capitale”. Il sodalizio delittuoso che aveva per vertice Massimo Carminati, e Salvatore Buzzi come uno dei più quotati componenti, viene declassato – se così si può dire – a “organizzazione criminale semplice”.

Dopo 240 udienze celebrate nell’aula bunker di Rebibbia in 20 mesi, arriva quindi la sentenza di primo grado dei giudici della X Sezione penale del Tribunale di Roma. Pene dure, ma molto meno dei 515 anni di carcere complessivi chiesti dai pm per i 46 imputati il 27 aprile scorso.

Fra le condanne, spicca quella a 20 anni per Massimo Carminati, dichiarato “delinquente abituale” e per questo sarà assegnato, a pena espiata, a una colonia agricola o a una casa di lavoro per almeno due anni. Condannato a 19 anni, invece, Salvatore Buzzi e a 13 anni e sei mesi Alessandra Garrone, compagna del Ras delle cooperative. Ancora: 11 anni per Riccardo Brugia, braccio destro de “er Cecato”; 10 anni per Franco Panzironi, ex amministratore delegato di Ama; 9 gli anni per Matteo Calvio, 12 per Paolo Di Ninno e 8 anni per Luca Odevaine. Condannati anche alcuni esponenti politici della Capitale: 11 anni per Luca Gramazio, prima capogruppo del Pdl in Campidoglio durante la consiliatura Alemanno e poi consigliere di Forza Italia in Regione; 6 anni per Mirko Coratti, ex presidente dell’Assemblea Capitolina; 7 anni per Pierpaolo Pedetti e 3 per Giordano Tradicine, entrambi ex consiglieri comunali; 5 anni per Andrea Tassone, ex minisindaco del municipio di Ostia. Per nessuno sono state riconosciute le attenuanti generiche.

Il collegio ha inoltre disposto che, a pena espiata, siano sottoposti a libertà vigilata per un anno Salvatore Buzzi, Riccardo Brugia, Matteo Calvio, Fabrizio Franco Testa, Roberto Lacopo, Claudio Caldarelli, Nadia Cerrito, Paolo Di Ninno, Agostino Gaglianone, Alessandra Garrone, Luca Gramazio, Carlo Maria Guarany, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Franco Panzironi e Carlo Pucci.

Assolti invece l’ex direttore generale di Ama Giovanni Fiscon, anche se per il lui il tribunale ha rinviato gli atti in Procura sostenendo che il reato di corruzione andrebbe riclassificato come corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, Fabio Stefoni, ex sindaco di Castelnuovo Di Porto, e Giuseppe Mogliani. Significative, poi, le assoluzioni di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero: i due, che per gli investigatori curavano i rapporti fra le coop gestite da Buzzi e il clan Mancuso di Limbadi, ottenendo un appalto per le pulizie al mercato Esquilino, sono stati assolti “per non aver commesso il fatto” .

Appena appreso della condanna, Carminati si è affrettato a chiedere ai suoi legali di mettersi in moto per la revoca del 41 bis, il carcere duro.

“La mafia è una cosa serissima e non va banalizzata. Se tutto è mafia, finisce che poi niente è mafia”,  commenta Bruno Giosuè Naso, legale Carminati. “Nonostante la caduta dell’associazione di stampo mafioso, questa sentenza – aggiunge – ha portato una severità assurda delle pene, data forse per compensare lo schiaffo morale rivolto alla Procura. Questa sentenza serve a fare pulizia sociale e questo è un difetto. Non so se il processo ha dei vincitori, ma di sicuro ha uno sconfitto: il procuratore Giuseppe Pignatone”.

“Le sentenze non devono né illudere né deludere: vanno rispettate. Sono atti che mettono fine a un processo.”, dice Paolo Ielo, il procuratore aggiunto che ha rappresentato la pubblica accusa insieme a Luca Tescaroli e a Giuseppe Cascini. “Questa sentenza, che riconosce l’esistenza di due organizzazioni criminali senza il carattere della mafiosità (una cosiddetta del “benzinaro”, così chiamata per il posto in cui si incontravano i componenti, e una legata al mondo delle cooperative, ndr), in parte ci dà torto e in parte, però, riconosce la bontà dei fatti che erano stati contestati. Poi ci sono delle assoluzioni: se non saremo d’accordo con le motivazioni, lo diremo nei motivi dell’appello”.

E per leggerle bisognerà aspettare 90 giorni.

Dispositivo sentenza “Mafia Capitale”

Mafia Capitale: l’accusa chiede 515 anni di carcere

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link