Messico e Cina insieme con il fentanyl, oppio sintetico per gli USA
È sempre dal Messico che continuano ad arrivare, insieme ai quotidiani bollettini di morte e di violenza, notizie sempre più preoccupanti sul traffico degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope. Questa volta è il quotidiano El Universal, del 6 giugno scorso, a rendere note le dichiarazioni fatte da Chuck Rosenberg della DEA (l’agenzia antidroga statunitense) secondo cui narcotrafficanti messicani e cinesi sarebbero in affari per introdurre in territorio americano diversi quantitativi di fentanyl, un oppioide sintetico, cento volte più potente dell’eroina e con cui viene anche mescolato e venduto come “diablito”.
In realtà i sequestri di fentanyl alla frontiera messicana sono aumentati passando dalle 8 libbre, poco più di 3,5kg del 2010, alle 200 libbre, circa 90kg, del 2015. Per il 2016 i dati non sono ancora ufficiali, ma la DEA parla di sequestri ancora maggiori rispetto agli anni passati.
Questa droga sintetica, mortale se assunta in dosi minime, appena superiori ai 2mg, si presenta simile alla cocaina per consistenza e colore e questo la rende particolarmente pericolosa se non si adottano adeguate cautele nelle procedure connesse ai sequestri e nella manipolazione. Sempre secondo la DEA, nel 2016, in tutto il territorio nazionale, sarebbero state oltre33mila le persone decedute per overdose da oppiacei di cui un terzo per abuso di droghe sintetiche come il fentanyl.
Profitti rilevanti anche dalla vendita di questa droga che, acquistata in Cina a circa 3.500 dollari al chilogrammo, viene rivenduta sul mercato americano a circa 90mila dollari. Il fentanyl cinese è risultato agli esami di laboratorio di maggiore purezza rispetto a quello di produzione messicana che avviene, in particolare, nello Stato di Sinaloa, territorio sotto il completo controllo dell’omonimo cartello di narcos, dove si rilevano anche numerose coltivazioni di papavero da oppio.
È proprio da queste parti (ma anche a Durango e Sonora) che gli americani, durante la seconda guerra mondiale, quando si erano paurosamente assottigliate le scorte di morfina e di eroina usate per i feriti come anestetico, cercarono tra i vicini e gli alleati, territori adatti a queste colture che si svilupparono proprio sotto la direzione di esperti cinesi. Cominciò allora una sorta di joint venture cino-messicana che si è andata consolidando nel tempo anche con l’invio dalla Cina di precursori e sostanze chimiche utilizzate nei processi di raffinazione dell’eroina e nella produzione di metamfetamine.
Anche in Europa, nel maggio 2017, vi è stato un allarme sulla presenza di questo oppioide sintetico rilevato nei sequestri di dosi di eroina. È stata l’Agenzia Nazionale del Crimine (NCA) a mettere in guardia sul punto dopo diverse morti per overdose registrate nello Yorkshire, Humber e Cleveland (cfr. a riguardo la notizia su il sito di S.I.Pa.D. dell’11 maggio scorso). In Italia, già nell’agosto del 2016, vi erano stati dei segnali di allarme per l’utilizzo di farmaci contenenti fentanyl rilevato in una indagine tra gli adolescenti della Toscana e della Basilicata. Ed è anche questo uno degli aspetti più inquietanti nel mondo degli stupefacenti e delle tossicodipendenze.
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