L’utile provocazione del Papa ai giornalisti
«Facciamo partire da questa sala un percorso di costruzione di senso, un cammino comune guidato dall’idea di far evolvere il modo di comunicare e di informare». È l’invito lanciato durante il convegno di oggi dal presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti.
«Quello che colpisce della lettera del papa – ha osservato – è proprio l’invito ad andare oltre il racconto superficiale della quotidianità, ad andare in profondità delle storie che raccontiamo. Da qui parte un’alleanza tra i giornalisti, credenti e non credenti, che dedicano il loro lavoro a scalare i muri dell’odio e del rancore, per contrastare il linguaggio della violenza e combattere insieme quello che il pontefice ha chiamato “il terrorismo delle chiacchiere”. Mi auguro che la prossima iniziativa di questo percorso comune sia dedicata al libro “Il lembo del mantello” che il cardinal Martini ha dedicato ai temi dell’informazione».
Per il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso «inquietudine, incompletezza e immaginazione sono tre stati d’animo necessari a chi vuole fare la professione di giornalista. Servono – ha detto – ad avvicinarsi il più possibile alla verità sostanziale dei fatti. Apertura alla ricerca, pensiero critico e capacità di discernimento possono essere un modo diverso di definire gli stessi concetti espressi dal papa».
Inoltre, «ogni giornalista – ha concluso Lorusso – ha l’obbligo di analizzare in profondità le storie che racconta e di non omologarsi al pensiero dominante. Tanto più oggi che viviamo una sorta di dittatura della velocità, a scapito della qualità dell’informazione. Ma come si può garantire un’informazione di qualità se, all’esodo di colleghi dalle redazioni, gli editori rispondono sostituendo i giornalisti in uscita con giovani pagati poco e senza garanzie? Ecco perché è fondamentale estendere tutele e diritti a tutti i lavoratori, per evitare di lasciare il racconto del mondo a chi pretende di esaurire la narrazione in 140 caratteri».
Prendendo le mosse da quella che la presidente dell’Ucsi, Vania De Luca, ha definito «la provocazione» di papa Francesco ai giornalisti di Civiltà Cattolica, la riflessione ospitata in sala Tobagi ha spaziato dalla crisi dell’informazione alla crisi della società contemporanea, toccando temi quali le migrazioni, la globalizzazione, la politica internazionale e la geopolitica, i populismi, il dialogo interreligioso, le nuove forme e le nuove frontiere della comunicazione, la deontologia professionale, la libertà di stampa e il ruolo del giornalista che, come ha osservato il pontefice, ha bisogno di riscoprire quell’inquietudine e quella incompletezza che, assieme all’immaginazione, devono animare il lavoro di ogni giorno. «Quell’immaginazione – ha sottolineato padre Spadaro – che consente ad ognuno di noi di vedere oltre i confini e gli steccati, oltre i muri, verso orizzonti più ampi e lontani».
All’incontro, organizzato dall’Associazione giornalisti amici di padre Dall’Oglio, erano presenti, fra gli altri, p. Antonio Spadaro sj, direttore di Civiltà Cattolica; p. Camillo Ripamonti sj, direttore del Centro Astalli; Raniero La Valle, già direttore di Avvenire; Paolo Ruffini, direttore di Tv2000; Marino Sinibaldi, direttore di Rai Radio 3; i professori Giacomo Marramao e Daniele Menozzi; Roberto Zuccolini, portavoce della Comunità di Sant’Egidio; la teologa musulmana Shahrzad Houshmand Zadeh; la presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari; la portavoce di Articolo21, Elisa Marincola; la presidente nazionale dell’Ucsi, Vania De Luca e il presidente dell’Ucsi Lazio, Raffaele Luise.
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