Ecco la mia lettera per Renata Fonte
5400 donne salvate in 18 anni, protette, aiutate e sottratte alla violenza maschile e mafiosa : è un gran risultato quello del Centro antiviolenza Renata Fonte di Lecce.
È il numero di una comunità, di un paese, di una collettività sulla quale è stato acceso un faro. Questo faro porta il nome di Renata Fonte.
Desidero pertanto ringraziare Viviana e Sabrina Matrangola, le figlie di Renata Fonte, impegnate contro la mafia con Libera; Luisa Toto, presidente del Centro antiviolenza Renata Fonte, che con le altre donne professioniste hanno testimoniato, denunciato, non hanno voltato la faccia dall’altra parte; tutti gli studenti e i cittadini che ogni anno si raccolgono attorno alla testimonianza del Centro; tutti quelli che vegliano con le lampade in mano sulla testimonianza dell’assessora Renata Fonte che considero la vera madre del territorio di Nardò, del leccese.
Con il suo corpo, con il suo impegno ha protetto per sempre da ogni violenza il Parco di Porto Selvaggio, i suoi corsi d’acqua, i suoi meravigliosi animali e le specie protette, la vegetazione, che insieme con generosità donano a noi esseri umani l’ossigeno per vivere, garanzia dell’ecosistema. Renata col suo corpo ha protetto Porto Selvaggio per sempre dalla speculazione edilizia e dalla violenza. Come una madre. Per questo è stata assassinata.
A Renata Fonte ho scritto una lettera :
“Cara Renata,
hai compiuto 66 anni, l’Italia nel frattempo è molto cambiata da quando non ci sei più ma ciò che mi colpisce è che la tua azione a tutela del territorio di Nardò e della legalità, la tua testimonianza, la lungimiranza, mai come oggi sono così attuali.
In realtà tu ci hai indicato una direzione di battaglia civile, sociale: sei stata una pioniera a garanzia del territorio contro gli interessi più oscuri. Tu assessora testimone della politica più nobile, espressione dei padri costituenti: la politica al servizio del cittadino con la mano sul cuore. Come Pio La Torre. La politica: questo è il nodo dell’Italia. C’è una politica legata alla mafia e alla corruzione che impedisce lo sviluppo sano del Paese e la sua crescita. Da una parte la politica nobile, dalla parte opposta la politica collusa.
Il tuo primo messaggio è un No secco alla violenza: sulle donne, sulle persone, sul territorio. No alla violenza contro gli animali e l’ambiente. No alla prevaricazione e all’arroganza.
Cara Renata, più di ieri oggi le mafie avanzano silenti sui nostri territori italiani, sfacciate, violente si impadroniscono del suolo o tentano di farlo per imporre il business dei propri traffici. E l’informazione è ancora molto manchevole : condizionata dalle lobby del cemento e del petrolio, un’informazione parziale, dormiente…
Dobbiamo svegliarla. Dobbiamo scuotere le coscienze ovunque.
Altrimenti le mafie saranno considerate archeologia, tema per fiction o da spettacolo.
Pochi giorni fa il WWF ha chiesto un rinvio sulla legge di riforma sui parchi: denuncia il WWF che questa riforma sembra essere stata scritta per i portatori di interessi. E l’informazione dov’è? Rimaniamo con le lampade accese in mano.
Mi piace pensare che all’indomani dell’attentato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci-rimasto miracolosamente vivo-, tu Renata ti saresti messa in viaggio per andare a stringergli la mano, per incoraggiarlo ad andare avanti e.. chissà: forse ti saresti fatta promotrice di progetti comuni per la salvaguardia dell’ambiente e dei cittadini. Come fondare ad esempio un coordinamento dei presidenti dei parchi al fine di concordare una strategia comune per la salvaguardia dei territori a tutela dei cittadini.
Nel frattempo sono stati emessi pochi giorni fa tanti avvisi di garanzia per quell’attentato ad Antoci, anche lui con la sua azione lungimirante e col suo corpo ha protetto il bene pubblico. Più di ieri magistratura e forze dell’ordine lavorano senza sosta contro gli interessi oscuri: ogni giorno le cronache scandiscono arresti per associazione mafiosa, corruzione, truffa, traffico di esseri umani, traffico illecito di rifiuti come è accaduto in Brianza. Il titolare della Perego strade-impresa brianzola infiltrata dalla ‘ndrangheta –è stato condannato proprio per traffico illecito di rifiuti in molti cantieri sparsi in Lombardia.
Dove arrivano le mafie i territori vengono modificati, degradati, abusati. Se pensiamo alle agro-mafie, al controllo dei clan sul cibo che mangiamo, sulle coltivazioni che lo producono, se non si corre ai ripari con gli interventi della buona politica – non sempre e solo della magistratura- rischiamo di spostarci verso il Sudamerica, come in Messico dove i clan del narcotraffico –in talune regioni- controllano le piantagioni di avocado ed esercitano pesanti estorsioni nei confronti dei contadini, mobilitati a guardia civile per proteggere quello che definiscono, l’oro verde. Ricordo una mia inchiesta sul mercato ittico di Catania alcuni anni fa: i clan imponevano i prezzi del pesce e incidevano pesantemente sul mercato generale, sull’offerta. I rapporti di Eco-ambiente sono carichi di denunce. Pensiamo anche ai roghi estivi dolosi, alle centinaia e centinaia di ettari boschivi distrutti, agli esposti dei sindaci.
C’è la criminalità organizzata dietro tutto questo.
Assessora Fonte, con la tua elezione a sorpresa nel comune di Nardò hai sconvolto i piani dei nemici dei cittadini, di chi aveva già deciso di cambiare il piano regolatore. Lo sconvolgimento del risultato di un voto libero ribalta le sorti di un Paese. Ben venga.
Ecco la seconda indicazione che ci hai dato: l’espressione della libertà di voto! Quanto è indispensabile per la nostra democrazia e per il bene pubblico.
Quel voto non previsto che ti ha eletta, ha spostato del tutto il destino di Nardò. Ha spostato il tuo destino. Quello delle tue figlie.
Tu, Renata, donna in politica tra le primissime, donna dell’UDI, a testa alta, così giovane, eri già una moderna cittadina europea, come lo era l’imprenditore Libero Grassi, anche lui repubblicano, che dalle pagine del Giornale di Sicilia ,scrisse pubblicamente il suo NO ai suoi estortori. “Ci siamo messi sotto la protezione della polizia”, scrisse così. Fu assassinato nel 1991.
Renata, sola contro un sistema marcio, con i tuoi interventi di denuncia alla radio locale, minacciata, col tuo sorriso che non lasciava trapelare niente in famiglia, a 33 anni hai allargato le braccia, hai fatto scudo col tuo corpo su Nardò e il suo parco.
Quelli che ancora oggi si ostinano a ritenersi offesi perché si parla a Nardò e oltre di mafia, allo stesso modo di quelli che isolarono Libero Grassi e lo accusarono di infangare il nome di quella Palermo, non sono degni di essere chiamati cittadini italiani.
Renata, hai ancora tanto da dire e tanto da esprimere in tutta Italia. Il tuo messaggio è moderno, europeo, un messaggio di testimonianza quotidiana alla verità e alla giustizia. Ecco perché la tua espressione più naturale e immediata è alle nuove generazioni, agli studenti ai quali parli ancora oggi .
A te Renata, alle tue tenaci e splendide figlie, Viviana e Sabrina, alla presidente Toto, agli amici veri, a tutti quelli che rimangono con le fiaccole accese attorno a te, grazie di cuore”.
A voi ragazzi la fiaccola in mano della legalità, del testimone di Renata Fonte: siete voi i guardiani dei territori.
Come cronista mio dovere è far continuare a parlare quelli ai quali hanno chiuso la bocca, gli ultimi, i minacciati ,i deboli.
Mio dovere è dire e pubblicare la verità.
*Inviata speciale Rai
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