E’ arrivato il momento di dire basta
La scelta del Ministero della Difesa di approvare il progetto MUOS e di
volerlo realizzare a Niscemi
ha preoccupato moltissimo la città che rappresento.
Tale impianto di comunicazione,infatti, sviluppando con forte intensità un
campo elettromagnetico, rappresenterà un serio pericolo per la salute della
popolazione della città e dei centri vicini.
Il sito prescelto ricade all’interno della Riserva Orientata Sughereta di
Niscemi e del SIC, (Sito di Interesse Comunitario) dove si trovano gli alberi di
sughero secolari e una macchia mediterranea tra le più antiche al mondo.
Gli effetti nocivi sull’ecosistema sconvolgeranno l’habitat
naturale del sito naturalistico, ma soprattutto, metteranno in serio pericolo
la salute degli abitanti che si trovano a circa due chilometri dal sito.
Chi ha adottato tale decisione, molto probabilmente, non ha tenuto conto che
Niscemi è inserita all’interno dell’area ad alto rischio ambientale
per la vicinanza con il petrolchimico di Gela e che quindi ha già pagato un
altissimo prezzo con una presenza consistente di patologie malformative e
tumorali. E che dal 1991 possiede una base Nato con la presenza di 41 antenne
che alimentano già un sistema di onde elettromagnetiche.
E’ arrivato il momento di dire basta a tutto questo. Anzi è arrivato il
momento che i siciliani rivendichino il loro diritto di vivere la terra in modo
organico e come un’isola di pace. L’ennesima condanna per la città di Niscemi
e per tutto il territorio circostante si chiama Muos, ma ieri e ancora oggi si
chiama Enichem, domani si chiamerà nucleare. La Sicilia si appresta a diventare
la pattumiera del mondo e la vita dei cittadini stessi viene considerata
indifferente agli organi nazionali che hanno approvato il progetto del Muos
(prima nel 2001 e ratifica del 2006 Ministero della Difesa) e a quelli
regionali (Assessorato Territorio e Ambiente) che per due anni ha tenuto
nascosto l’ennesimo ecomostro che sarebbe arrivato sulla testa dei
cittadini. Il resto sono solo inutili polemiche che sorgono in periodi
pre-elettorali e non hanno alcun nesso causale e rispetto per chi amministra
questa città e dice in modo forte il proprio no all’installazione del
Muos. Ho chiesto all’Arpa di fare i dovuti controlli per verificare se il
livello di onde elettromagnetiche ha già superato i limiti consentiti e che, in
maniera non ancora ufficiale, probabilmente è già stato superato. Ho scritto
Ministero della Difesa per chiedere chiarimenti su questo progetto americano ed
emanato una direttiva sindacale per richiedere un ulteriore parere tecnico e
bloccare l’iter. Ho chiesto personalmente che venga sospeso l’iter
istruttorio per il rilascio dell’autorizzazione per l’inizio dei
lavori, fino a quando non saranno date garanzie certezze sulla innocuità dell’impianto;
di verificare personalmente, insieme ai sindaci dei territori limitrofi che i
lavori non siano iniziati; l’intervento del governo regionale per
bloccare il progetto. Il nostro ruolo, secondo il DPR n. 357/97 art.5 co.8 è
notevolmente ridotto. Dice la Legge che: “Qualora, nonostante le
conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di
soluzioni alternative possibili, il piano o progetto, debba essere realizzato
per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura
sociale ed economica”. Con questo si ritiene, indispensabile, fare fronte
comune e chiedere l’intervento degli organi regionali e fare valere il
regime a Statuto Speciale che contraddistingue la Sicilia. Ringrazio
personalmente tutti i sindaci e la deputazione regionale e nazionale che sono
venuti a Niscemi e
con i quali stiamo avviando un coordinamento degli amministratori per fare
fronte comune contro il Muos. La città di Niscemi, il sindaco e la sua
amministrazione, il consiglio comunale non accettano di essere vittime delle
onde elettromagnetiche e schiavi di un mondo che trasforma la nostra terra in
un mare di guerra. La manifestazione dello scorso 28 febbraio che ha portato in
piazza 15 mila cittadini, tante mamme e giovani, è un esempio di quello che questa
città, insieme a tutte le realtà che hanno a cuore la vita dei cittadini e
dell’ambiente circostante, possono fare. Unirsi è l’unico mezzo per
fare vivere la nostra gente e la nostra terra.
*sindaco di Niscemi
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