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La violenza in Messico

Piero Innocenti il . Senza categoria

scontri-narcos-messico-morti-600x300Mentre l’Europa è alle prese con la violenza, sia pure episodica, caratterizzata da attentati terroristici compiuti da “lupi solitari”, nel continente americano il Messico continua a vivere uno dei momenti più drammatici della sua storia recente a causa di una violenza diffusa e sistematica, in gran parte attribuita alle lotte tra le varie organizzazioni di narcos, caratterizzata da omicidi, sequestri di persona, “lupare bianche”, vere e proprie stragi.
Il mese di marzo è stato, sotto questo aspetto, uno dei più terrificanti degli ultimi anni. Il semplice resoconto di alcuni dei fatti di cronaca più gravi accaduti ci mostra un paese trasformatosi in un desolante cimitero.
Il primo marzo, alla periferia di Paracuaro, vengono recuperati i cadaveri mutilati di tre uomini ed altrettanti corpi, fatti a pezzi, vengono trovati lungo la strada Apatzingan-Nueva Italia, nella comunità di Uspo. Ad Acapulco quattro persone vengono assassinate in strada ed un tassista subisce la stessa sorte nella colonia Aroyo Seco. Ad Ocassigo, un bambino di tredici anni viene ucciso a pistolettate.
Il giorno dopo, a Pungarababo, due uomini a bordo di una moto uccidono a colpi di pistola il giornalista Cecilio Pineda Brito mentre era in un autolavaggio.
Il quattro marzo, a Culiacan, sei uomini, tra cui tre giovani, vengono uccisi in episodi distinti. A Cuernavaca la polizia recupera all’interno di alcuni sacchi della spazzatura i resti dei cadaveri di due uomini. Nel municipi di Eduardo Neri viene trovato il cadavere di un imprenditore sequestrato da un commando alcuni giorni prima in un negozio in pieno centro cittadino.
Il sei marzo, lungo l’autopista del Sol di Veracruz, tocca ancora alla polizia recuperare i corpi mutilati di due uomini nei soliti sacchi in plastica della spazzatura.
Il giorno seguente la scena è la stessa a Chipala con i resti di cadaveri di sei uomini in tredici borsoni di plastica (si parla di una lotta tra le due bande dei Los Rojos e dei Los Ardillos per il controllo delle coltivazioni di papavero da oppio). Nel municipi di Papantla una giovane donna tassista viene assassinata a colpi di arma da fuoco mentre ad Acayucan viene recuperato il cadavere di un allevatore sequestrato un mese prima.
Il nove marzo tre agenti di polizia di Puebla riportati come dispersi dopo un conflitto a fuoco con un gruppo armato vengono trovati uccisi nella zona montagnosa di Veracruz. A Los Cabos, in due fatti distinti, quattro uomini vengono assassinati e i corpi di due abbandonati in alcuni borsoni lungo la strada.
Nella giornata del 12 marzo si annotano 19 omicidi in tutto lo Stato di Guerrero e almeno otto vengono ancora attribuiti agli scontri tra i Los Rojos e i Los Ardillos.
Il giorno seguente a Ciudad Juarez la polizia è impegnata nelle indagini (si fa per dire) di nove omicidi.
Il 14 marzo, a Cancun, un commando uccide un ufficiale della polizia municipale mentre in un altro attacco ad una pattuglia della polizia anche con il lancio duna bomba a mano che non esplode, si registrano tre agenti feriti.
Il 16 marzo, in uno scontro a fuoco a Jocotepec tra forze di sicurezza e un gruppo di malviventi cinque persone restano uccise.  Nei municipi di Coatzacaolcos e Poza Rica, in due episodi distinti,sei persone, tra cui un agente della polizia federale, vengono assassinate. Altri cinque omicidi si rilevano ad Acapulco, Coyuca de Benitez e Zihuatnejio.
Il 18 marzo, a Cancun, un agente di polizia in servizio di pattuglia viene assassinato mentre altri due poliziotti restano feriti in altro agguato cittadino. Il 20 marzo si allunga la lista dei giornalisti messicani assassinati (dal 2000 sarebbero stati ben 122 e di questi 22 a Veracruz). Alla periferia di Cordoba alcuni sicari uccidono il giornalista veracruzano Ricardo Monlui Cabrera.
Il 21 marzo, innanzi alla sede della Segreteria della Sicurezza Pubblica di Culiacan, viene ucciso il comandante della polizia municipale che già il 27 gennaio scorso era sfuggito ad un agguato da parte di un commando armato.
Il 23 marzo a Chiuhuahua viene uccisa, appena uscita di casa, la giornalista Miroslava Breach Velducea corrispondente del quotidiano locale La Jornada. Nella stessa giornata, alla periferia di Sahuayo, due persone cercano di uccidere l’ex candidato a sindaco del Partito di Azione Nazionale che viaggia  bordo della sua auto e che rimane ferito. In un altro punto della città viene ucciso a colpi di arma da fuoco l’ex direttore della sicurezza pubblica di Turicato.
Ma la notizia più sconcertante della giornata la fornisce alla stampa Alberto Capella Ibarra, responsabile della sicurezza di Morelos dichiarando che nello Stato ci sono tredici sindaci indagati per tangenti mensili pagate alla criminalità in cambio di protezione assicurata a loro e ai  familiari. Un paese definitivamente allo sbando.

Messico, un paese nelle mani dei narcos

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