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“Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l`Italia”

Di Tiziana Barillà il . Recensioni

a cura di Antonello Mangano.
Terrelibere.org edizioni. Interventi di Giuseppe Lavorato, Fulvio Vassallo
Paleologo, Fortress Europe. Prefazione di Valentina Loiero. Postfazione
di Tonio Dell`Olio.
 

Il libro, frutto del lavoro
dell’Osservatorio Migranti Africalabria.org, si articola
in una serie di analisi sotto diversi aspetti: quello socio-economico
dei lavoratori marginali inseriti in un contesto mafioso moderno ed
arcaico; quello giuridico relativo alle leggi razziste che producono
marginalità fino al lavoro servile; ripercorre un excursus storico
dall’occupazione delle terre all’omicidio Valarioti fino alle lotte
di massa contro la mafia; infine l’aspetto geopolitico attraverso
l’osservazione delle grandi migrazioni dall’Africa all’Europa.

Otto capitoli in cui il sapere
e le esperienze degli autori si intrecciano nel tentativo, ben riuscito,
di fare un quadro più chiaro e comprensibile della situazione attuale
in questo pezzo d’Europa.

Rosarno: storia di immigrazione
e di lotte sociali e politiche, di Giuseppe Lavorato

Nell’immaginario nazionale
la Piana di Gioia Tauro è una terra immobile, da sempre dominata dai
clan. Invece può raccontare una storia sconosciuta, nobile, a tratti
eroica. Dall’occupazione delle terre all’organizzazione in cooperative,
dall’omicidio Valarioti fino alle lotte di massa contro la mafia,
dallo scontro sulla Centrale a carbone fino alla prima giunta di sinistra
accolta con un capodanno di fuoco. Una storia che inizia negli anni
‘50 e prosegue fino al 2003

Salveranno Rosarno

Una prima rapina andata bene.
Una seconda male. La ritorsione a colpi di pistola. Rosarno è popolata
sia da una maggioranza di persone oneste e laboriose sia da soggetti
che vivono ai margini dell’illegalità, così abituati ad infierire
sui deboli da voler estorcere denaro a chi non ha neppure le scarpe
ai piedi. Una notte di rivolta, la corale partecipazione alle indagini,
l’arresto del colpevole sono la risposta dell’intera comunità africana,
che dimostra un senso dello Stato superiore a quello degli abitanti
del luogo.

Ai margini dell’illegalità 

Il figlio di un boss ruba la
giacca ad un camionista rimasto senza benzina. Un altro rapina una fabbrica
di fuochi d’artificio per festeggiare il capodanno. Un altro picchia
a sangue un marocchino inerme che cammina per strada. Un altro rapisce
la fidanzata che vuole lasciarlo. Sono i rampolli dei clan che dominano
il narcotraffico internazionale, sono modelli vincenti per troppi giovani

Il consueto e l’inaccettabile.
Il movimento antimafia degli africani

In pochi mesi due rivolte degli
immigrati africani al Sud, in seguito a due violente aggressioni, segnano
il confine tra la rassegnazione e la protesta. Sono gli unici “movimenti
antimafia” di piazza degli ultimi anni in risposta ad azioni criminali.
Non sono gli abitanti di Campania e Calabria a trovare il coraggio della
ribellione, ma “clandestini” senza diritti e documenti. Non per
caso suscita più attenzione il ferimento di due ivoriani che l’uccisione
di tre calabresi in poche ore

Oltre lo
sfruttamento, il razzismo mafioso

Rosarno è uno dei tanti paesi
agricoli del Meridione dove gli immigrati sono sfruttati. Ma è anche
l’unico dove, fin dal 1992, sono vittime di sconcertanti episodi di
violenza gratuita. Eppure la storia del paese è molto contraddittoria,
ed ha vissuto momenti eroici, anche recenti, di lotta alla mafia ed
al latifondo. Il presente, invece, è segnato dal rituale degli inverni
a base di violenza razzista

Arance amare

Nella Piana è possibile senza
sforzo ravvisare le maggiori contraddizioni della nostra epoca: le grandi
migrazioni; la globalizzazione che distrugge le produzioni locali, specie
in agricoltura; la criminalità organizzata transnazionale; la corruzione
della politica; la diffusione della cultura della violenza; le disumane
leggi sull`immigrazione; lo sfruttamento bieco dei lavoratori. Su tutto
prevale la parassitaria presenza mafiosa, che prosciuga le risorse del
territorio ed azzera il capitale sociale

Diritti negati e sfruttamento.
Dall’accoglienza al lavoro servile, di Fulvio Vassallo Paleologo

Chi sono i lavoratori immigrati
impiegati nell’agricoltura stagionale al Sud? Perché accettano condizioni
tanto dure? Perché vengono nel Meridione? Sono migranti letteralmente
‘respinti’ dalle istituzioni: denegati, richiedenti asilo, lavoratori
che hanno perso il contratto di lavoro e quindi il permesso di soggiorno,
immigrati precari convinti di trovare al Sud uno Stato meno pressante,
un ambiente meno ostile. La necessità li spinge invece in uno stato
di lavoro servile, sottoposti a violenze e ricatti

Prima di Lampedusa. Prima
di Rosarno, di Gabriele Del Grande – Fortress Europe

Morire di frontiera. Accade
da vent’anni lungo i confini dell`Europa. Sono soprattutto naufragi,
ma non mancano incidenti stradali, morti di stenti nel deserto come
tra le nevi dei valichi montuosi, oppure uccisi da un’esplosione negli
ultimi campi minati in Grecia, dagli spari dell`esercito turco o dalle
violenze della polizia in Libia 

Links:   www.terrelibere.org

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