NEWS

Se ci sei, batti un colpo

Di Roberto Morrione il . Interviste e persone

Se ci sei, batti un colpo.
L’antico adagio potrebbe adattarsi bene alla nuova Commissione Parlamentare
Antimafia. Costituita l’11 Novembre scorso, con l’elezione di Beppe
Pisanu a presidente, frutto di un accordo che ha visto l’astensione
dell’opposizione e l’intesa per la nomina “bipartisan” dei vice-presidenti,
dopo due mesi non solo non abbiamo ancora visto concreti progetti operativi,
ma neppure un indirizzo di fondo, uno di quegli atti forse simbolici,
ma che attestano di fronte al parlamento e all’opinione pubblica la
precisa volontà di sviluppare quanto la precedente Commissione aveva
intrapreso. Non vogliamo qui risollevare le polemiche che segnarono
il faticoso avvio dell’impegno nella precedente legislatura, con una
presenza  di alcuni personaggi inquisiti e al centro di vicende
giudiziarie, pur non mancando anche nel nuovo organismo bicamerale alcuni
nomi per lo meno opinabili e sindacabili…Il fatto che nonostante i
dubbi iniziali la Commissione guidata da Francesco Forgione in poco
più di un anno abbia lavorato bene e in modo unitario sgombra di per
sé il campo da polemiche pregiudiziali, che devono però essere seguite
da atti concreti. A partire dalla richiesta di piena attuazione da parte
di tutti i partiti di quel Codice Etico allora approvato per la formazione
delle liste elettorali,  con l’esclusione di imputati per procedimenti
di mafia e di condannati in vicende giudiziarie, che rappresenta un
rilevante segnale di discontinuità nel rapporto fra la politica e la
società, la riaffermazione di una responsabilità pubblica di trasparenza
che escluda ogni contiguità affaristica e di scambio con interessi
di origine illegale. Le imminenti elezioni europee e soprattutto quelle
amministrative costituiscono un obiettivo che la Commissione Antimafia
deve riproporre con determinazione. Così le numerose inchieste giudiziarie
aperte in Regioni e grandi Comuni, che coinvolgono trasversalmente amministratori
di diversa estrazione politica, in una contaminazione e a volte complicità
fra settori dell’amministrazione pubblica e imprese, mentre la corruzione
è dilagante in forme più sottili e complesse di quelle che risalgono
a “tangentopoli”, non possono vedere assente l’organismo parlamentare,
sia pure nel rispetto dell’autonomia del potere giudiziario. Per non
parlare della necessità per lo meno morale, se non istituzionale, di
prendere posizione su casi estremi quale quello della permanenza nel
governo del sottosegretario Nicola Cosentino, nonostante le concomitanti
accuse di collegamenti con esponenti di clan camorristici da parte di
pentiti ritenuti giudizialmente attendibili…Ma è soprattutto nell’attacco
frontale alle ricchezze illegali delle mafie e alla loro immersione
nell’ economia legale, che è improrogabile la concreta ripresa d’attività
della Commissione Antimafia. E’ sotto gli occhi di tutti il dilagare
in Italia, in Europa e nel mondo, di investimenti di origine mafiosa
debitamente riciclati attraverso le maglie del sistema bancario e finanziario,
che l’aggravarsi della crisi economica e della recessione su una miriade
di imprese renderà ancora più agevole, considerata l’enorme capacità
di liquidità di cui dispongono le mafie attraverso il pizzo e soprattutto
i traffici internazionali di droga, armi, rifiuti tossici, esseri umani.
Gli arresti che si susseguono nel cuore della capitale, ormai invasa
da camorra e ‘ndrangheta che rilevano esercizi commerciali e supermarket,
come le inchieste aperte nelle altre regioni italiane o i rischi che
si intravedono già negli investimenti sull’Expo di Milano, dicono
quanto sia urgente riprendere le proposte della precedente Commissione
in tema di riciclaggio, anche in chiave di normativa europea, come sul
costituire subito l’Agenzia per la gestione dei beni sequestrati,
su più incisive norme in materia di controllo degli appalti pubblici
e di scioglimento dei consigli comunali collusi, colpendo anche gli
apparati burocratici. Si avverte infine la necessità di un intervento
sulla controversa riforma della Giustizia, se non altro per denunciare
l’inquietante impoverimento della presenza numerica dei PM nelle procure
delle zone ad alta densità mafiosa, frutto di norme sbagliate che risalgono
al precedente governo Berlusconi e  i rischi derivanti dal decreto
sulle intercettazioni ancora in discussione.

Per arrivare a unificare in
un unico testo di legge la complessa e ramificata  normativa antimafia,
per dare un indirizzo unitario all’azione di contrasto nei procedimenti,
certo encomiabili per l’impegno di tanti magistrati e delle forze
investigative, ma scoordinati e frammentati. 
C’è qualcuno, almeno all’interno
della Commissione istituzionalmente preposta, che si pone la domanda
se ci sono le condizioni di costruire su scala nazionale un modello
e un quadro unitario di riferimento che si rifaccia all’azione straordinaria
che il pool di Caponnetto, Falcone e Borsellino impressero a Palermo
contro Cosa Nostra? Questa sì che sarebbe un vero passo avanti nella
riforma della Giustizia, all’altezza della sfida lanciata dalle mafie
e dai loro complici dai colletti bianchi, sfida che lo Stato, purtroppo,
sta finora perdendo.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link