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Camorra: ROS,40 arresti; ‘Roma crocevia affari illeciti’

Da Ansa il . Lazio

Roma si conferma croceviaimportante per interessi
illeciti di tipo mafioso” portati avanti da diversi gruppi criminali
”che riescono a convivere pacificamente”, perche’ ci sono affari e
spazio per tutti. Il colonnello Mario Parente, vicecomandante dei carabinieri
del Ros, sintetizza cosi’ il bilancio dell’operazione ‘Orchidea’ che
ha portato oggi all’arresto di 41 persone, componenti di una struttura
camorristica radicata da tempo nella capitale, dedita al narcotraffico internazionale.
E non solo.

A capo dell’organizzazione, secondo
l’accusa, il boss Michele Senese, ”un personaggio – ha detto Parente
– legato al clan Moccia di Afragola ed attivo sulla scena criminale romana
da molti anni”. Il gruppo che a lui fa capo avrebbe organizzato l’importazione
dall’estero, in particolare Spagna ed Olanda, di centinaia di chili
di cocaina ed hascisc poi commercializzati soprattutto sul mercato laziale
e campano. Ma soprattutto, ”oltre ad essere in rapporti con storici
esponenti della criminalita’ romana, quali Enrico Nicoletti, e’ diventato
negli anni – ha affermato l’ufficiale – punto di riferimento per diversi
gruppi criminali mafiosi: non solo storici clan camorristici, ma anche
di Cosa nostra siciliana e pugliesi” che gestiscono ciascuno i propri
affari illeciti, ”infiltrando il mercato legale, senza contrasti tra
loro”.

Si puo’ parlare dunque di una sorta
di interessata ‘pax

criminale’? ”In linea di massima
e’ cosi”’, risponde il

coordinatore della Dda di Roma,
Giancarlo Capaldo, secondo cui ”il territorio offre molto ed e’ in
grado di soddisfare gli appetiti di diverse organizzazioni, che possono
convivere senza motivo di scontrarsi tra loro”.

Questo pero’ ”’non significa –
ha subito aggiunto Capaldo – che tra queste organizzazioni vi sia un
accordo trasversale per spartirsi gli affari illeciti, anzi le indagini
dicono che non e’ cosi”. Insomma, ha aggiunto il colonnello Parente,
”non si puo’ parlare, a Roma, di un controllo del territorio di tipo
mafioso”, come avviene in altre zone d’Italia.

Nell’ambito dell’operazione ‘Orchidea’
oltre alle 41 persone arrestate, altre 30 sono state indagate a piede
libero: perquisizioni sono state effettuate in Lazio, Campania, Lombardia,
Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia.

Sul fronte del riciclaggio del
denaro frutto del narcotraffico, le indagini hanno
accertato gli interessi del gruppo nella ricettazione di preziosi (in
manette e’ finito anche un gioielliere) e nell’abusivo esercizio dell’attivita’
finanziaria. In particolare, l’organizzazione a delinquere avrebbe esercitato
”il controllo quotidiano delle aste pubbliche presso il banco dei pegni
di Roma”, infiltrandosi anche nel mercato della
compravendita di autovetture, un settore in cui veniva assicurato un
supporto finanziario occulto a imprese decotte allo scopo di rilevarne
la gestione.

Sequestrati beni mobili e immobili
per alcune decine di

milioni di euro. Nel dettaglio:
otto appartamenti, auto e moto,31 conti correnti (per un totale di un
milione di euro), 3 chili di lingotti d’oro, polizze assicurative e
alcune cassette di sicurezza, il cui contenuto e’ al vaglio degli inquirenti.

Secondo il procuratore Capaldo,
quello delle ”infiltrazioni di appartenenti ad associazioni mafiose
– calabresi, campane o di altre origini – nel territorio di Roma
e del Lazio, e’ un fenomeno sempre piu’ pericoloso e attuale”: per
questo l’operazione del Ros costituisce ”una forte risposta dello Stato”.
Dello stesso avviso il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, secondo
cui e’ stato inferta ”una battuta d’arresto nei confronti dell’infiltrazione
della criminalita’ organizzata nella nostra citta”’. ”Un duro colpo
– per il governatore del Lazio Piero Marrazzo – per quella
criminalita’ organizzata che ha fatto di Roma e del Lazio un punto di passaggio, e a
volte una testa di ponte, per affari illeciti di ogni genere”.

(ANSA)

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