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La Cosa Nostra (LCN) negli USA

Piero Innocenti il . Senza categoria

La recentissima  operazione (4 agosto scorso) dell’FBI contro La Cosa Nostra (LCN) in cinque Stati americani ha riacceso i riflettori mediatici internazionali su una mafia che, a torto, si poteva pensare relegata ad un ruolo marginale nello scenario criminale statunitense. Non era così e l’operazione di polizia che ha portato alla cattura, per i reati più disparati, di 46 tra boss e manovalanza delle cinque storiche famiglie dei Gambino, Bonanno, Genovese, Gotti e Lucchese, tutte appartenenti  alla organizzazione mafiosa “East Coast  LCN Enterprise”, ne è stata la conferma. Se qualcuno, poi, immaginava che alcuni modelli criminali proposti in maniera suggestiva, ma realistica, in film come Il Padrino o C’era una volta in America fossero stati archiviati dovrà ricredersi.
Il gruppo criminale era (lo è ancora) verticistico nell’America del Novecento, ai tempi del proibizionismo, con il capo che godeva di una autorità indiscussa, che si circondava di una “commissione” di amici o collaboratori, cui era demandato il controllo di un settore specifico delle attività illecite gestite (gioco d’azzardo, prostituzione, contrabbando, estorsione). I lavori più violenti o  più pericolosi erano riservati alla manovalanza, mentre i rapporti con il mondo della politica spettavano al boss. La collusione con il potere politico e con gli organismi di polizia è, in realtà, l’aspetto comune a tutte le organizzazioni criminali USA. Regole ferree garantivano la coesione del gruppo: chi le tradiva era un uomo morto.
LCN è ancora oggi potente, temibile, estesa nelle principali città americane, tra cui New York, Philadelphia, Chicago, Detroit, Boston, New Orleans, Las Vegas, Los Angeles, New England, San Francisco, Cleveland, Denver, Kansas City, Tucson, St. Louis, Buffalo ecc.. Ha collegamenti stabili con altre organizzazioni criminali, mentre mantiene sempre il rapporto originale e storico con la criminalità organizzata italiana, siciliana in particolare. È nel dopoguerra che la mafia americana si è sviluppata dal punto di vista organizzativo, raggiungendo livelli di imprenditorialità mai visti. Riorganizzatasi rapidamente dopo il conflitto, riuscì ad entrare nei consigli di amministrazione di migliaia di società e, attraverso queste, concluse molti affari illeciti: divenne, in sostanza, una grande holding finanziaria, ma nello stesso tempo mantenne la forza violenta e il potere intimidatorio necessari per poter controllare ancora i diversi mercati illegali. Nacque in quegli anni la nuova struttura organizzativa criminale, per così dire ” a due facce”, di cui una lecita e dedita alla gestione dei flussi finanziari attraverso società fantasma, anche su basi off shore, l’altra costantemente alla ricerca di nuove e profittevoli attività illecite (la più recente legata alla “spremitura” del sistema sanitario nazionale, settore che assorbe circa il 16% del Pil americano).  Secondo l’FBI “..con una stima di 2.500 affiliati la mafia siciliana è il più potente e attivo gruppo italiano di criminalità organizzata negli Stati Uniti..” (cfr. la Relazione della DIA del secondo semestre 2015 presentata in Parlamento il 12 luglio 2016). Una famiglia americana di LCN presenta la stessa struttura di una famiglia mafiosa siciliana: un capo, il suo vice, il gruppo di consiglieri, le truppe. Nei primi anni, il requisito per entrare a far parte della famiglia era l’origine siciliana: il padre del nuovo affiliato doveva essere nato in Sicilia. Ogni uomo d’onore ha il proprio gruppo di associati, non affiliati, non iniziati alla maniera siciliana, ma che hanno ognuno un proprio ruolo nell’organizzazione. Il capo somiglia più al presidente di una multinazionale che a un criminale: ha un reddito di decine di milioni di dollari e gestisce un’organizzazione che, oltre alla “famiglia” è composta da contabili, esperti fiscali, uomini d’affari, avvocati, giuristi, esperti in informatica. Al di sopra delle “famiglie” c’è sempre la “Commissione” creata nel 1931 da Lucky Luciano (o, meglio, Salvatore Lucania) che serve per risolvere pacificamente le controversie territoriali e a difendere gli interessi collettivi. E’ questa che gestisce i rapporti con le altre mafie ( in particolare, secondo valutazioni recenti dell’FBI, con la ‘ndrangheta presente a New York e in Florida, con circa 200 soggetti fra membri e associati).
LCN è in grado di esercitare un controllo su molti sindacati di lavoratori, di condizionare pesantemente settori economici come quello delle costruzioni, della raccolta dei rifiuti,  dei ristoranti, della catena della distribuzione alimentare,  dei carburanti, dell’abbigliamento, dei noleggi, delle corse di cavalli.  Il narcotraffico e il riciclaggio sono sempre i suoi interessi fondamentali, assieme a quelli dell’estorsione, del contrabbando di sigarette, al commercio di armi, alle truffe con le carte di credito e a quelle in danno di compagnie di assicurazione. La strategia comunemente seguita è sempre quella della corruzione delle autorità e dei patti di reciproco rispetto, di non interferenza, con le attività delle altre organizzazioni criminali eventualmente insediate nel territorio. La mafia italo-americana continua a prosperare con un giro d’affari annuo stimato in oltre 40 miliardi di dollari.

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