In Sicilia luna di miele che dura da oltre mezzo secolo
Istruzioni per farsi qualche domanda sul senso della vita (cfr Monty Python) senza aspettarsi risposte (gettiamo la spugna con gran dignità?) che non siano paradossali. Se il primo passo per procedere verso una qualsivoglia speculazione è conoscere la materia su cui si voglia appunto riflettere (regola di igiene mentale molto spesso ignorata), forniamo di seguito le Url per accedere ai dati pubblicati sul Sole24Ore, consigliandone un’attenta lettura.
Dossier qualità della vita nelle Province e Regioni italiane (indagine de Il Sole 24 Ore): province – regioni.
Classifica di gradimento dei Governatori, dei Presidenti di Provincia e dei Sindaci delle città italiane (fonte ipr marketing, dati raccolti tra il 15 settembre ed il 10 dicembre 2008 con sistema Cati, Cawi e Tempo reale. Campione: elettori disaggregati per sesso, età e area di residenza, 2000 per regione, 800 per provincia, 600 per comune) Governatore – presidente Provincia – Sindaco.
Ora che abbiamo sotto gli occhi queste aride tabelle potremo divertirci a scoprire se in Sicilia esiste un nesso tra l’amministrare la cosa pubblica (bene o male) e la qualità complessiva della vita dei suoi residenti (nonché elettori).
La prima annotazione ossimorica la rivolgiamo con ammirazione e deferenza al vincitore assoluto tra i Governatori, l’illustrissimo Raffaele Lombardo, enciclopedico (nel senso della coalizione che lo appoggia: MPA – PdL – Lista Civica – Udc – varie ed eventuali) neo eletto, che ha meritevolmente scalzato dalla posizione più alta del podio quel campione storico della disciplina che è il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Osserviamo poi, attraverso la classifica stilata da Ipr marketing, che Raffaele Lombardo aumenta la propria popolarità presso gli isolani anche rispetto alle elezioni (65,4% dei consensi) passando nei poll di ipr al 67% in soli otto mesi di governo (peraltro in continuità con quello del medico cannolo Totò Cuffaro).
Bene, bravo, bis. Tanto amore espresso dai siciliani sarà certamente conseguenza di un fattivo contributo di Lombardo all’innalzamento del tenore di vita in Sicilia, del miglioramento del livello occupazionale, di una maggiore attenzione all’ambiente e ai servizi e magari anche all’offerta culturale o per il tempo libero. Sì certo. Infatti la Sicilia si piazza all’ultimo posto nella classifica 2008 sulla qualità della vita, con particolare merito nei settori Affari e Lavoro (19° battuta solo dalla Campania), Ambiente e Servizi (18° posto dietro Sardegna e Puglia) e offerta per lo svago e il tempo libero (19° posto, seguita dalla Calabria). Ma una nota positiva in questa infima graduatoria c’è ed è lo stupefacente 12° posto realizzato dalla Sicilia nell’ambito Ordine Pubblico, accanto al 13° posto della Campania, regione universalmente riconosciuta per il rispetto della legalità (è la Liguria la regione più delinquenziale d’Italia, ci credereste?). Teniamolo d’occhio questo dato sull’Ordine Pubblico, mentre scorriamo i dati sulla qualità della vita delle Province ed il gradimento dei Presideni, perché darà delle belle soddisfazioni ai siciliani delusi dalla graduatoria generale.
Perché Raffaele Lombardo, a fronte di un madornale disagio sociale e occupazionale nella regione che governa, scalda il cuore della maggioranza dei siciliani? Analisti ed esperti politologi attribuiscono questo idillio all’onda lunga del governo Berlusconi cui Lombardo afferisce, a noi pare una tesi deboluccia, data l’eterna, granitica, stabile presenza del centrodestra ai vertici del potere in Sicilia. Diciamo che Lombardo più che al cuore ha guardato al portafogli e lo spauracchio del federalismo fiscale (ma non era lui esponente del Movimento per l’Autonomia?) gli ha suggerito la mossa vincente: annunciare di poter trattenere alla regione una quota delle accise sulla benzina raffinata il loco. Un cittadino disoccupato si può tollerare, un automobilista vessato dal fisco statale no (anche perché i treni in Sicilia sono più rari dei binari). Così la vera risorsa interna della Sicilia saranno le raffinerie, mica la storia millenaria e l’offerta turistica nè tantomeno l’imprenditoria locale o importata.
Ma lasciamo Lombardo a brindare sulla punta di una piramide di cannoli e passiamo alla graduatoria dei migliori Presidenti di Provincia. Magari scopriremo che in un’area dove non c’è lavoro, mancano i servizi, il tenore di vita è bassisimo e non si sa come trascorre il tempo libero, il suo Presidente viene considerato dagli elettori un incompetente emerito e come tale punito nei sondaggi di gradimento. Vorrei però prima dire che, nata e vissuta fuori dalla Sicilia, ho sempre percepito l’istituzione Provincia come ente poco importante, non decisivo nelle ordinanze e nelle delibere, un po’ ibrido e neppure detentore di poteri tali da rendere i suoi eletti visibili, noti o tantomeno famosi presso la cittadinanza. Mi sbagliavo.
O meglio, letti i nomi dei primi cinque più amati Presidenti di provincia nel sondaggio de Il Sole 24 Ore e preso atto che sono tutti amministratori delle province siciliane, ho imparato che in queste terre la Provincia dev’essere per forza un’asse portante di tutta l’impalcatura socio-economica della regione. D’accordo mi sarò sbagliata, la Provincia è organismo operoso, motore di iniziative, determinante nello sviluppo e nella formazione culturale, fucina di progresso, risolutore di problemi, erogatore di miliardi di servizi. Epperò… mi chiedo come mai le altre posizioni dei Presidenti di provincia nella graduatoria ipr marketing siano distribuite a macchia di leopardo in tutta Italia, mentre una così alta posizione in classifica e una tale concentrazione di popolarità vada solo agli amministratori provinciali della Sicilia. Sarà perché son bravi, mi rispondo, folle.
Veniamo ai nomi: cominciamo col ricordare (se ce ne fosse bisogno) che i magnifici cinque (c’è un 3° posto pari merito tra Palermo e Cosenza) sono tutti rappresentanti del variegato mondo del centro destra (ma pure i restanti presidenti provinciali della Sicilia fanno capo alla stessa area politica) e segnaliamo che in vetta alla graduatoria sta Catania con Giuseppe Castiglione, seguita da Messina con Giovanni Ricevuto e da Palermo con Giovanni Avanti; al 5° e 6° posto vanno rispettivamente Siracusa con Nicola Bono ed Agrigento con Eugenio D’Orsi. Seguono in 9° posizione la Provincia di Trapani con Mimmo Turano, all’11° posto Caltanisetta con Giuseppe Federico, al 19° posto Ragusa con Giovanni Antoci ed all’ultimo posto tra le province siciliane la “pessima” 56esima posizione di Enna con Giuseppe Monaco. Sarà perché son bravi, dicevo. Passiamo dunque alla verifica che può fornirci l’indagine sulla qualità della vita per ogni provincia d’Italia pubblicata un paio di settimane fa. Andiamo a casaccio, leggo i dati su Messina, presieduta dalla medaglia d’argento Giovanni Ricevuto: posizione numero 87 su 103. Letto bene? Sì, letto bene ed ha pure perso una posizione rispetto al 2007. Leggo ancora meglio i dati specifici: per Tenore di vita Messina sta al 97° posto, per Affari e lavoro al 79°, Servizi e Ambiente ottengono l’85esima posizione ed il Tempo Libero la 74esima. Niente male per un amministratore che occupa la seconda posizione tra i Presidenti più amati. Il deludente posizionamento generale di Messina per la qualità della vita registra però uno scatto d’orgoglio nell’ambito Ordine Pubblico: lo splendente 26° posto su 103 province esaminate che ci apre il cuore e lascia dedurre che in tanto degrado e disagio occupazionale è possibile condurre una vita onesta e la criminalità non trova luogo fertile (come per esempio a Savona, consorzio umano delittuoso, che sta al 92° posto per Ordine Pubblico, o Pistoia, maledettamente criminale al 79° posto).
Anche i numeri sulla provincia di Catania sono interessanti: il suo Presidente (al 1° posto nella clasifica di gradimento) conta sul consenso del 72% degli elettori nonostante la pressochè inesistente tutela dell’ambiente e la scarsissima e inefficiente fornitura di servizi (posizione 91), la mancanza di lavoro (posizione 91), il basso tenore di vita (posizione 86). In provincia di Agrigento (6° posto per il suo Presidente) quasi non si delinque (36° posto per Ordine Pubblico), in compenso non c’è lavoro, mancano i servizi, l’ambiente non è tutelato e se non hai niente da fare continui a farlo visto che per il settore Tempo libero la posizione è la numero 103, vale a dire l’ultima. Posizione finale della provincia di Agrigento per qualità della vita? La numero 101, meritato ex equo con la provincia di Palermo (il suo presidente è il 3° più amato dagli elettori) che vanta un ottimo 102° posto nell’ambito delle possibilità di lavoro, un 98° posto per Tenore di vita degli abitanti e un decoroso 81° posto per Ambiente e Servizi.
In provincia di Enna possiamo annunciare con soddisfazione che la criminalità è debellata (7° posto per Ordine Pubblico) e, considerato il 99° posto registrato per il Tenore di vita dei suoi abitanti e la posizione numero 82 per Affari e lavoro, siamo propensi a credere che i residenti vivano tutti abbastanza felicemente questa condizione senza ricorrere ad espedienti malavitosi per migliorarla. Si potrebbe continuare a cogliere fior da fiore i paradossi che queste classifiche forniscono (basterebbe capovolgere le tabelle e indovineremmo quasi esattamente i risultati), una segnalazione finale la vorremmo dedicare a Mimmo Turano, neo Presidente della provincia di Trapani, altresì soprannominato, da un suo raffinatissimo assessore, Asino Letu (asino felice, lieto).
Turano è al 9° posto nella classifica dei presidenti più amati dai propri elettori e vanta un disastroso 100° posto in qualità della vita sul territorio trapanese, posizione raggiunta dopo la caduta libera di 10 punti in un anno (prima di lui c’era il plenipotenziario Antonio D’Alì, ora giustamente senatore di Forza Italia). A Trapani e provincia le possibilità per la libera impresa e lo sbocco occupazionale sono posizionate al 98° posto, le opportunità per il Tempo Libero stagnano al 96° e su Servizi e Ambiente ci si ferma al 93°. Ma come è possibile? La squadra di Turano si fregia di una punta di diamante che è l’assessora agli eventi speciali, culturali, pirotecnici, europeizzanti o variamente intesi che è la giornalista Maria Giovanna Maglie da Venezia (dove risiede) e che qui è giunta per riportare la provincia ai fasti del glorioso passato di regate veliche internazionali, sagre e processioni in quantità industriale. Diamole tempo e di certo saprà sorprenderci (peraltro pare che la Provincia abbia deliberato la richiesta di 3 milioni di euro al governo Berlusconi per la tappa Trapani Marsala della Regata Garibaldi del 2010, su iniziativa di un sindaco essenziale: Vittorio Sgarbi da Salemi, caro amico della Maglie). Su Trapani chiudiamo con un raccontino emblematico.
La scorsa estate, durante un colloquio informale con un ex sindaco di questa città (tutt’ora in attività politica con altri incarichi) il discorso viene a cadere sul furto avvenuto nottetempo nel locale di proprietà della figlia. Alla mia domanda sul corso delle indagini il politico scuote la testa, sorride e con certo orgoglio dice press’a poco “ma quali indagini? Bastò dire a due picciotti che i ladri non sapevano a chi rubarono e tutto s’aggiustò in serata”. Ma come, dico io, sua figlia non ha sporto denuncia? E perché fare? – risponde l’uomo delle istituzioni – per perdere tempo? Ecco qua, le denunce non servono a nulla, portano grane e lungaggini (deposizioni, inchieste, nomi cognomi) dunque evitiamole e troviamo una soluzione altrove. E’ l’altrove la provincia in Sicilia? Qui ci fermiamo per manifesto disgusto e mai per rassegnazione. Dimenticavo: i dati su Ordine pubblico sono realizzati sul censimento delle denunce. Ma forse s’era capito.
Trackback dal tuo sito.