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L’ONU e le droghe

Piero Innocenti il . Senza categoria

Non si può certo dire che sia stata particolarmente entusiasmante e ricca di novità la recente sessione speciale dell’Onu (UNGASS, 19-21 aprile 2016) sul piano delle azioni concrete da adottare a fronte di un bilancio mondiale sulle droghe ancora deludente. Sia a livello di prevenzione che di repressione.

A parte la solita litania scandita da centoquarantuno “richiami”, “raccomandazioni”, “sottolineature”, “esortazioni”, “riaffermazioni”, “promozioni”, “rafforzamenti” e “incoraggiamenti”, rivolti a tutti i rappresentanti dei paesi convenuti, nessuno ha osato parlare, in maniera netta, di “ritocchi” da apportare alle tre Convenzioni Onu che riguardano gli stupefacenti, anche per riformare le politiche e le legislazioni nazionali.

Le Convenzioni del 1961, del 1971 e del 1988, restano “..la pietra angolare del sistema di controllo internazionale della droga” perché, anche di fronte a “..sfide nuove e in evoluzione..” esse “..prevedono una sufficiente flessibilità per gli Stati  di progettare e attuare politiche sulle droghe nazionali, secondo le loro priorità ed esigenze, coerenti con il principio di responsabilità comune e condivisa..”. Ancora a “parlare”, in maniera straordinariamente retorica, di sfide per la salute, per la sicurezza, il benessere dell’umanità, di prevenzione contro la violenza, contro la corruzione alimentata dal traffico di droghe, di cooperazione e di  cultura della legalità.

Tutte cose trite e ritrite che non hanno portato, a distanza di oltre mezzo secolo di solenni proclami, ai risultati sperati di prevenzione e di repressione, lasciando il campo a poderose organizzazioni transnazionali di narcotrafficanti, con i ben noti gravi danni per la salute umana, e con fenomeni corruttivi diffusissimi e violenze drammatiche.

Nel documento finale della sessione ONU, enfaticamente titolato “il nostro impegno comune per affrontare e contrastare efficacemente il problema mondiale della droga”, viene richiamata, dopo che il fenomeno ha assunto da anni dimensioni preoccupanti in molti paesi- in particolare negli USA – l’esigenza di un controllo adeguato sull’uso medico improprio di prodotti farmaceutici e sull’utilizzo di internet nel commercio delle droghe.

Una parte del documento è riservata alle “raccomandazioni operative sulla riduzione dell’offerta delle droghe, sulla efficacia delle misure legislative, sulle risposte ai crimini correlati alla droga, sul contrasto al riciclaggio di denaro e sulla promozione della cooperazione giudiziaria”.

Ai consueti auspici di rafforzare lo scambio di informazioni tra le agenzie di intelligence e le forze dell’ordine ( impresa ardua già solo nei singoli Stati per le gelosie e le rivalità che continuano ad esserci tra le varie agenzie e corpi della sicurezza) anche attraverso il canale dell’UNODC, vengono rilevati (era ora) i gravi legami tra la criminalità del narcotraffico, della tratta di esseri umani, dell’informatica e dei riciclatori di denaro sporco, con il terrorismo (“..in alcuni casi..”).

Da questo l’esigenza, lapalissiana, di mettere in comune dati affidabili di intelligence, realizzando analisi approfondite per “..garantire politiche efficaci ed interventi” anche per “mitigare i rischi di riciclaggio di denaro legati alle nuove tecnologie, così come gli emergenti metodi e tecniche di riciclaggio di denaro”.

Le tre Convenzioni vengono ancora richiamate e con esse la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni del 2006, a proposito della eradicazione delle coltivazioni illecite di piante (coca, cannabis, papavero da oppio) che va fatta purché siano rispettati i diritti umani fondamentali ( viene in mente il contestato utilizzo del glifosato, il potente erbicida utilizzato, da molti anni, per fumigare le colture di coca e che, solo recentemente, è stato considerato pericoloso per la salute umana dall’OMS) e tenuti in debito conto gli usi tradizionali leciti ( la masticazione delle foglie di coca in diverse comunità indigene dei paesi andini è un’antica tradizione).

Il rispetto delle tre Convenzioni è, infine, richiamato nel punto in cui gli Stati intendano rivedere e aggiornare le loro politiche antidroga richiedendo l’assistenza all’UNODC e agli altri organismi delle Nazioni Unite. Per nuove e più efficaci strategie temo che passeranno ancora molti anni.

La criminalità e l’inquinamento della società e delle istituzioni

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