(im)patto Sociale
Una risoluzione presentata ai Parlamentari per porre fine alle politiche di austerità e chiedere di escludere la spesa sociale dal Patto di Stabilità in vista della discussione del Def, Documento di Economia e Finanza. Prende il via la seconda fase della campagna (im)patto Sociale – promossa da Libera e Gruppo Abele, Sbilanciamoci!, Arci, Rete della Conoscenza e Forum Nazionale del Terzo Settore e dalle centinaia di realtà sociali che fanno parte della rete di Miseria Ladra.
Se in nome della lotta al terrorismo Juncker ha dato la possibilità ai governi di derogare al patto di stabilità non inserendo nel conteggio del deficit le spese per la sicurezza, crediamo sia ancor più urgente e utile derogare al patto di stabilità per le spese relative ai servizi sociali, fondamentali per il contrasto alle diseguaglianze ed all’esclusione sociale di cui il terrorismo si nutre per diffondere i suoi messaggi di odio.
Le politiche sociali- dichiarano in una nota i promotori della campagna- rappresentano infatti un investimento sulla coesione sociale e sulla sicurezza ancor più necessario in questa fase dinanzi all’esplosione delle diseguaglianze ed alle contraddizioni e tensioni che questo comporta. Il terrorismo lo si sconfigge soprattutto combattendo le diseguaglianze ed investendo in diritti sociali, istruzione e cultura, le vere armi in grado di isolare socialmente e politicamente l’ideologia del terrore e della guerra.
Nella proposta di risoluzione, presentata a tutte le forze politiche, si da risalto a come i dati (Istat, Oxfam, Eurostat e Svimez) sull’aumento delle diseguaglianze e sull’aumento delle grandi ricchezze private dimostrino come il problema della povertà in Europa e in Italia non consista nella scarsità di risorse, ma nel modo in cui la ricchezza è distribuita, nei tagli al welfare e nella perdita della centralità delle politiche sociali e fiscali come strumento di contrasto alle diseguaglianze.
Per questo i promotori della Campagna vogliono fornire al mondo della politica un utile strumento che impegni il governo ad escludere dal Patto di stabilità la spesa sociale; ad aumentare le risorse per i fondi sociali nazionali, a dismettere la politica dei tagli lineari agli enti locali e alla spesa sanitaria, ad aumentare la spesa per l’istruzione e per la cultura portandole almeno al livello della media europea, a rimodulare il sistema del diritto allo studio, prevedendo la sua estensione universale, a introdurre una misura strutturale di sostegno al reddito di entità almeno pari al 60% del reddito mediano pro-capite e ad impegnarsi a livello europeo affinché siano abbandonate le politiche di austerità a vantaggio degli interventi a sostegno dei consumi e della domanda interna, della crescita, dell’occupazione e dell’inclusione sociale.
Ricucire quello che l’austerità ha logorato- proseguono i promotori della campagna- perchè i diritti civili non hanno valore senza diritti sociali. La campagna si rivolge anche agli amministratori locali con la richiesta di approvare una delibera di impegno a sostegno della proposta della campagna im(PATTO SOCIALE). Sono già oltre una ventina i Comuni che hanno aderito all’iniziativa tra cui Napoli, Palermo, Asti, Pisa, Monterotondo, Licata, Fabriano, Campi Bisenzio.
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