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Arrestato Giuseppe Setola
Sequestati i suoi beni

Di Stefano Fantino il . Campania, Dai territori

Dopo una lunga latitanza e svariate
fughe, non ultima quella di due giorni fa, l’esponente dei Casalesi
Giuseppe Setola è stato infine arrestato. Braccato dalle forze
dell’ordine il criminale è stato catturato a Mignano Montelungo, ai
confini tra la provincia di Caserta e di Frosinone. Il boss è stato
trovato da Carabinieri e Polizia in un appartamento poco prima di
avviarsi verso una clinica a farsi curare il braccio, ferito durante
la fuga nelle fogne di due giorni fa.

Ricercato dall’anno scorso, il
trentottenne Setola era uno dei più pericolosi latitanti ed è
accusato di plurimi reati tra cui omicidio, associazione per
delinquere di tipo mafioso e strage, per l’agguato contro un gruppo
di immigrati a Castelvolturno nello scorso settembre.

Il ministro dell’Interno Roberto
Maroni ha definito l’arresto «un colpo durissimo inferto alla
Camorra». Concorda Franco Roberti, capo della Dda di Napoli che
parla di« un gran momento per lo Stato». Esprime grande felicità anche Libera Caserta insieme al Comitato Don Peppe Diana: «Un grande giorno per il nostro territorio, dobbiamo un immenso grazie alle forze dell’ordine».

Il tutto a seguito di una mattinata che
aveva visto una maxioperazione contro i beni dello stesso Setola. Si
tratta di beni per un valore complessivo di oltre dieci milioni di
euro riconducibili al boss dell’ala stragista. L’operazione che ha
visto impegnati il personale della Dia di Napoli, della Guardia di
Finanza di Caserta e del Nucleo investigativo centrale della polizia
penitenziaria napoletana, ha messo in luce come Setola avesse
intestato gran parte dei suoi beni patrimoniali a familiari oppure a
suoi prestanome proprio per evitarne il sequestro e la successiva
confisca.

I provvedimenti di sequestro sono stati
emessi, tra l’altro, nei confronti della moglie di Giuseppe Setola,
Stefania Martinelli, della sorella Immacolata, del cognato Mario
Baldascino e di due cognati di Pasquale Setola, Giovanni Diana e
Giuseppe Visone.

La maggior parte dei beni
sottoposti a sequestro sono a Casal di Principe, tra questi la
‘General Impianti’ di Massimiliano Pagano, il ‘Bar Tropical’, quattro
ville, tre appartamenti tra Casal di Principe e Cassino; terreni in
aree edificabili e terreni a vocazione agricola in una vasta zona
compresa tra l’agro aversano ed il litorale domizio.

A far luce sulla loro illecita
provenienza anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Alfonso Diana, Domenico Bidognetti e Gaetano Vassallo. Le successive
indagini patrimoniali hanno accertato la presenza di numerosi beni
nella disponibilità sia di Giuseppe che di Pasquale Setola, suo
fratello, attualmente detenuto. Beni mobili e immobili dal valore
nettamente spropositato rispetto ai redditi dichiarati.

Elenco dei latitanti di massima pericolosità (dal sito del ‘Ministero dell’Interno)

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