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“Rave-droga-parties” e sicurezza

Piero Innocenti il . Senza categoria

E’ arrivato il momento di rivolgere maggiore attenzione ai rave parties illegali che spesso diventano droga-parties con tutti i problemi connessi. Diversi episodi in cui l’adrenalina di alcuni partecipanti ha causato seri problemi, dovrebbero indurre a qualche riflessione le autorità preposte alla tutela della sicurezza pubblica. Dopo il rave party bloccato tempestivamente, nel novembre 2013, dai carabinieri nelle campagne di Cassano D’Adda, a ridosso della ferrovia, c’era stato quello di Zingonia (novembre) con un giovane piombato tra la folla di ragazzi con la sua auto contro il palco (e sfuggito ad un sicuro pestaggio). Erano seguiti altri due rave abusivi, uno a Castrolibero, nel cosentino, il 2 novembre 2014, interrotto dai carabinieri che avevano denunciato – per invasione di edifici e molestia alle persone – ben 44 persone di età compresa tra i 18 e i 40 anni e a Stezzano, nel bergamasco, il giorno dopo, con oltre 5mila partecipanti che avevano causato danni ad un capannone privato per diverse migliaia di euro. Senza contare le decine di casi di intossicazione acuta di droghe come il più recente, alcuni giorni fa, alla periferia di Montecompatri (Roma), con trecento giovani molti dei quali trovati dai carabinieri in stato confusionale per aver assunto ecstasy e allucinogeni vari.

Un fenomeno, quello dei rave parties, che si è andato diffondendo soprattutto in molte zone del nord Italia come ha rilevato il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono iniziati alla fine degli anni Ottanta, in Inghilterra e negli Usa, come atto di ribellione alle leggi del tempo che, in questi paesi, imponevano limiti di età, di orario e di consumo di alcolici, nelle manifestazioni musicali all’aperto. “Rave”, in inglese, letteralmente significa “delirio”, ma, collegato a “party”, sta ad indicare una manifestazione musicale, spesso illegale (mancando delle necessarie autorizzazioni amministrative), solitamente organizzata in luoghi aperti o in aree industriali abbandonate, in  cui si ascolta musica e si balla ininterrottamente per moltissime ore, animati dalla voglia collettiva di trasgredire regole e convenzioni imposte dalla società. Il consumo di droghe (in particolare nuove sostanze psicoattive come i cannabinoidi sintetici, oppioidi, amfetamine, farmaci) e di alcol, di solito accompagna queste “feste” riservate ad un pubblico di giovani. Ricercare su internet notizie sui rave parties non è sempre agevole, soprattutto quando si tratta di siti per “addetti ai lavori” dove le comunicazioni, su aree riservate, si realizzano con messaggi privati, in codice. Parole chiave come “devil”, “symphonic metal” o sequenze alfanumeriche che riportano il “666”, riconducono a collegamenti con siti particolarmente pericolosi, dove per ottenere informazioni attendibili su alcuni raves è necessario registrarsi. E’, comunque, su siti esteri che, normalmente, vengono pubblicizzati raves di tutto il mondo, anche quelli programmati in Italia, con informazioni dettagliate su come raggiungere la località ( in genere si tratta di campi, zone industriali abbandonate, alvei di fiumi), i servizi previsti, le mappe (con i consigli per evitare eventuali posti di controllo delle forze di polizia), la presenza di guide nella eventualità di itinerari impervi, il sound system, il dj. Tuttavia i raves che destano maggiore preoccupazione sono quelli che si diffondono attraverso i cellulari, con sms, o che si rifanno a simboli per indicare la località dell’evento e che, in realtà, spesso, sono dei veri e propri “droga parties”. In genere i rave parties garantiscono dalle 20 alle 30 ore di musica ininterrotta e vengono programmati nei fine settimana. Per gli organizzatori il ritorno economico è molto soddisfacente se si pensa che, in genere, anche se l’evento è “entry free”, viene richiesto un contributo che si aggira, mediamente, intorno ai 10 o 15 euro a persona. Ora non c’è dubbio che tali eventi illegali causano seri problemi sul piano della sicurezza, su quello ambientale, sanitario e sociale. L’attività di monitoraggio svolta negli ultimi cinque anni dall’apposita unità attiva presso il Dipartimento delle Politiche Antidroga (DPA), ha portato, alla individuazione di 162 eventi musicali illegali promozionati on line. Per verificare la legittimità degli eventi il DPA ha provveduto a segnalarli alle autorità di polizia e giudiziarie competenti per territorio con il risultato che diversi sono stati bloccati prima che si svolgessero mentre una cinquantina si sono svolti con l’intervento delle forze di polizia territoriali. E’ stata così, per quanto possibile, tutelata la sicurezza dei partecipanti, prevenendo i probabili “inconvenienti” e responsabilizzando gli organizzatori ad adottare  adeguate misure di protezione.

 

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