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Italiani e stranieri nelle carceri

Piero Innocenti il . Senza categoria

E’ opinione diffusa che, nel nostro paese, gli stranieri delinquono più degli italiani. Se è troppo semplicistico sostenere che la nazionalità costituisce una variabile capace di spiegare la criminalità, “etnicizzando” così la devianza, è anche vero che chi più vive in condizioni di difficoltà più è tentato a rinvenire mezzi di sostentamento ricorrendo a modi anche non leciti. Non vi è dubbio, inoltre, che, nell’ultimo decennio, in Italia, la quota degli stranieri sul totale dei denunciati e dei condannati è cresciuta e ciò ha riguardato, per lo più, borseggi e furti in abitazioni, scippi e rapine in strada, spaccio di droghe, lesioni volontarie. Dati e statistiche bisogna accettarli anche quando non piacciono e questo non impedisce a nessuno, poi, di criticare eventualmente le politiche governative sul punto. Una sbirciata ai dati più recenti sui detenuti presenti nelle carceri ( fonte, Ministero della Giustizia, D.A.P. Ufficio per lo Sviluppo e la Gestione del Sistema Informativo Automatizzato, febbraio 2016) può aiutarci a comprendere quale sia la reale situazione (al primo febbraio u.s.) e fare qualche sintetica considerazione. Con la precisazione, opportunamente evidenziata dal suddetto ufficio, che una persona alla quale siano addebitati reati appartenenti a categorie diverse , viene inserita in ciascuna di queste e, quindi, sarebbe errato sommare le frequenze, ma va considerata ciascuna categoria a se stante. Intanto si rileva subito come la componente preponderante di persone recluse, condannate o imputate, è quella che ha commesso reati contro il patrimonio, con 21.799 italiani e 8.243 stranieri ( questi ultimi, in particolare, responsabili di furti e rapine nelle abitazioni e negli esercizi pubblici).  Le uniche due tipologie di delitti in cui gli stranieri hanno la maggioranza sugli italiani sono quelle concernenti la legge sull’immigrazione, 1.404 a fronte di 126 italiani ( ed era quasi scontato) e sullo sfruttamento della prostituzione con 563 stranieri contro 178 italiani. E’ noto che, ormai da anni, la prostituzione, di strada in particolare, sia appannaggio di gruppi albanesi, nigeriani, cinesi, romeni. Piuttosto numerosa, 6.777, come era prevedibile nella “patria delle mafie”, la schiera dei detenuti italiani per associazione di stampo mafioso contro gli 82 stranieri, mentre appare piuttosto consistente la presenza di stranieri (6.583) nei reati contro la persona che si sommano ai 14.848 italiani. Si tratta, come è intuibile, di dati che variano giornalmente in relazione ad attività di polizia giudiziaria e a provvedimenti della magistratura. Nei delitti collegati agli stupefacenti ( traffico, associazione finalizzata al traffico, spaccio) gli italiani detenuti erano 11.400 e 6.583 gli stranieri, in particolare marocchini, tunisini, albanesi, nigeriani, senegalesi, gambiani, romeni, egiziani, algerini. In questo contesto si rileva una diminuzione dei carcerati rispetto agli anni passati in relazione anche a significative modifiche, negli ultimi anni, della legge sugli stupefacenti. Infatti, le denunce all’a.g. per delitti sulle droghe sono andate diminuendo, passando dai 22.173 italiani e 12.164 stranieri del 2010 ai 18.889 e 10585 del 2014 ( per il 2015, i dati ancora non consolidati confermano questa tendenza).   Una corposa presenza straniera si registra nei delitti contro la pubblica amministrazione, con 2.521 persone che si sommano ai 4.443 italiani ed eguale “ingombrante” presenza si nota nei delitti contro la fede pubblica con 1.535 stranieri (e 2.894 italiani). La tabella ministeriale include, poi, 879 stranieri detenuti per la violazione della legge sulla detenzione/porto di armi (più 9.010 italiani), contro l’amministrazione della giustizia con 938 stranieri ( 5.155 gli italiani), per contravvenzioni varie con 614 stranieri ( e 3.216 italiani), in tema di ordine pubblico con 907 stranieri ( e 2.141 italiani), contro il sentimento religioso e la pietà dei defunti con 97 stranieri (995 italiani), contro la moralità pubblica con 53 stranieri (108 italiani) e contro la personalità dello Stato con 41 stranieri ( 86 italiani). Un’ultima, generica voce (“altri reati”) indica in 168 gli stranieri e 2.615 gli italiani detenuti. Ognuno può farsi un’idea sull’argomento ricordando, comunque, che, agli inizi del Novecento, negli Usa, erano gli italiani a detenere una certa “superiorità” sulla delinquenza locale, soprattutto, sui delitti di maggiore allarme sociale. Non va dimenticato che a quei tempi ( e per un lungo periodo), l’immagine dell’italiano era quello che affilava lo “stiletto” o che sbarcava, migrante, dalla nave, con il coltello tra i denti.

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