Salento, la DIA di Lecce confisca beni per oltre 3 milioni di euro
Diventa definitiva la confisca del patrimonio di Franco Miggiano, alias “Il Leccese”, 69enne di Lecce ma da tempo domiciliato a Casarano.
Il provvedimento è stato avviato in seguito alla proposta di misura patrimoniale avanzata dal Direttore della DIA al termine di complesse e meticolose indagini patrimoniali, condotte dalla Sezione Operativa di Lecce, che hanno consentito di appurare una notevole sproporzione tra i modesti redditi dichiarati dal Miggiano e l’enorme patrimonio a lui riconducibile. I certosini approfondimenti economico-patrimoniali svolti dal personale della DIA nei confronti del “Leccese” e del suo nucleo familiare hanno infatti portato alla luce, per il periodo 1998/2009, un saldo negativo tra entrate e uscite pari a circa 930.000 euro, a dispetto di un impero del valore di 3.200.000 euro. Il decreto di sequestro è stato emesso nel maggio 2011 dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce a cui è seguito quello di confisca nel marzo 2012. Adesso i beni del Miggiano diventano definitivamente di proprietà dello Stato in quanto il provvedimento di confisca è divenuto irrevocabile in data 25 novembre 2015.
Il patrimonio confiscato è costituito da 28 immobili, tutti ubicati nel comune di Casarano. Fiore all’occhiello di queste proprietà è senza dubbio il complesso immobiliare, un vero e proprio ranch, con una superficie pari a 20.000 mq circa, delimitato da un muro di cinta alto quattro metri per una lunghezza complessiva di 617 m lineari. Attraverso due cancelli si può entrare all’interno di questa grande proprietà dove si trovano 19 fabbricati per una superficie complessiva pari a 2.000 mq: due magazzini, uno di circa 240 mq ed un altro di 320 mq; due appartamenti, una dependance di circa 150 mq, un magazzino di 580 mq ed altri piccoli fabbricati. Inoltre sono stati confiscati sei terreni agricoli e tre abitazioni. L’intero patrimonio, intestato alla moglie del “Leccese”, ammonta a 3.200.000 euro.
Franco Miggiano è stato arrestato il 26 aprile 1999 nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Viribus Unitis” con l’accusa di aver fatto parte del clan Giannelli-Scarlino della Sacra Corona Unita e per avere illecitamente acquistato, trasportato, detenuto e ceduto a terzi eroina, cocaina, hashish e marijuana.
Il processo si è concluso l’11 gennaio 2001 con la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Lecce che lo ha condannato ad otto anni di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti.
A carico dell’uomo ci sono anche condanne definitive per associazione per delinquere, estorsione e detenzione illegale di armi.
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