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Le “Pietre di Fuoco” di un Paese in pace

Di Chiara Orrù il . Sardegna

L’Italia è un paese in pace, che ripudia la guerra, eppure alcune porzioni del suo territorio sono costantemente sotto bombardamenti. La Sardegna con la sua distesa territoriale pressoché spopolata (una popolazione di circa 1 milione 600 mila abitanti) paga da decenni il suo tributo alla causa della guerra. Quasi quotidianamente viene bombardata dal cielo, dal mare, da terra e da terra verso il mare, negli esercizi preparatori alle possibili guerre.
24 mila ettari del suo territorio sono demanio militare, il 66% delle installazioni militari italiane – Nato, con i tre grandi poligoni di Capo Frasca, Capo Teulada e Salto di Quirra, il più grande d’Europa, con un’estensione di 12700 ettari. A questi si aggiungono gli spazi aerei e marittimi riconosciuti come zone militari e quindi interdetti all’uso civile che provocano notevoli limitazioni al trasporto marittimo e aereo. Solo il tratto di mare annesso al poligono Salto di Quirra supera in estensione la superficie dell’intera isola.

Questo è un luogo di pace. Lo si vede osservando i suoi bellissimi litorali, le persone che vi abitano e lavorano, tuttavia c’è anche chi muore per mano della guerra che si simula, che si crea, che si gioca sulla pelle di cittadini ignari, che non hanno alcun diritto di sapere che cosa si spara nei loro cieli, nel loro mare, quali terribili polveri respirano nei giorni in cui dai poligoni si sollevano nuvole di polvere che invadono i loro paesi.

Si impara a convivere con i vetri che tremano sotto gli spari, con i rumori assordanti, si tollerano le bombe ed i missili che accidentalmente cadono sui campi o tra le barche dei pescatori, ma diventa più difficile riuscire a sopportare la malattia e la morte dei suoi abitanti che pagano il loro scotto allo stato, semplicemente vivendo in prossimità del demanio militare o prestando il loro servizio alla patria.

Da poche settimane Massimo Carlotto è uscito in libreria con un avvincente romanzo dal titolo di “Perdas De Fogu”, pietre di fuoco, perché è appunto sul territorio di Perdasdefogu che si estende il poligono militare Salto di Quirra. È una storia molto coinvolgente fatta di studi sugli effetti delle nanoparticelle, intrighi dei servizi segreti per ostacolare queste ricerche, mercenari al soldo di multinazionali delle armi. Una trama ben strutturata e un soggetto seducente, se non fosse, per alcuni aspetti, tragicamente simile alla realtà.

Per capire quanto sia simile, basta chiedere agli abitanti di Quirra, piccola frazione del comune di Perdasdefogu, appena 150 anime e 20 casi di tumori emolinfatici. Oppure si può domandare ai genitori dei 14 bambini di Escalaplano, comune nelle adiacenze del poligono, nati con gravi malformazioni genetiche tra il 1988 e il 1992. Si potrebbe anche chiedere a quei militari che hanno prestato servizio presso il poligono e poi misteriosamente ammalatisi di linfoma di Hodgkin pur non avendo preso parte a missioni nei Balcani o in Iraq, o a quei civili che hanno lavorato dentro il Salto di Quirra per poi morire di leucemia. O perfino ai pastori che hanno visto nascere agnelli e maiali senza occhi ed orecchi.

Una buona parte del territorio del sud-est sardo è malata. I comuni di Muravera, San Vito, Perdasdefogu con la frazione di Quirra, Escalaplano presentano casi di tumore superiori alla media sarda. Le inchieste parlamentari portate avanti con l’intento di far luce sulle contaminazioni da uranio impoverito che hanno colpito alcuni militari italiani in seguito alle missioni in Kossovo, sotto la spinta dell’opinione pubblica sono passate ad interessarsi anche di quei civili che hanno contratto patologie simili a quelle dei militari. Tuttavia queste inchieste hanno additato come probabile responsabile della ormai così definita “Sindrome di Quirra”, in richiamo alle tristemente note sindromi dei Balcani e del Golfo Persico, le forti presenze di arsenico nel territorio di Perdasdefogu e Villaputzu, dovuto all’attività estrattiva praticata nelle locali miniere d’argento nel corso dell’Ottocento e dei primi del Novecento. Tuttavia l’arsenico non basta a spiegare patologie che per la gravità e la maniera di manifestarsi, corrispondono alle nanopatologie generate da nanoparticelle. In particolare, le indagini svolte dalla dott.ssa Antonietta Gatti dell’Università di Modena, un chimico fisico a capo di uno studio internazionale sulle nanopatologie, nel quadro dell’inchiesta del Senato della Repubblica hanno evidenziato la presenza di nano particelle di metalli pesanti nei tessuti di alcuni agnelli. In ogni caso l’avvelenamento da arsenico provoca nausea, vomito, diarrea, cianosi, e non tumori.  “Particelle così piccole, 0,1-0,01 micron – spiega la dottoressa Gatti – possono essere soltanto il risultato di combustioni a temperature altissime. Le bombe all’uranio esplodendo producono una temperatura di oltre tremila gradi. Particelle di 0,1 micron superano la barriera dei polmoni in 60 secondi, entrano nel sangue, nel fegato, nel rene, arrivano dappertutto, anche nel midollo e nello sperma”.

In riferimento al proliferare in questo territorio di un genere simile di inquinamento non si può che pensare al poligono militare. Il poligono interforze Salto di Quirra nasce nel 1956 con lo scopo di attrezzare un poligono dove effettuare missioni di carattere scientifico-sperimentale. Ed in particolare, secondo quanto riportato sul sito del Ministero della Difesa, per le prove ed i collaudi di: razzi, missili e le relative installazioni; materiali d’armamento, di lancio e di caduta; sistemi d’arma e velivoli teleguidati; e per l’addestramento di unità missilistiche e l’impiego tecnico-tattico di unità speciali. Nell’ambito delle proprie funzioni il Poligono intrattiene rapporti di collaborazione con le più importanti industrie aerospaziali nazionali ed internazionali, nonché con unità militari NATO.

La politica sarda solo negli anni più recenti sembra essersi interessata a capire cosa succede all’interno dei poligoni che coprono il suo territorio e, talvolta, a mostrarsi decisa a collaborare con i lavoratori penalizzati dalle servitù militari e dalle attività dei poligoni, come i pescatori e gli allevatori, e a chiedere ed ottenere lo smantellamento della base nucleare Nato sull’isola della Maddalena, parco nazionale, sebbene questo fosse già da tempo nei progetti degli americani. Tuttavia ancora una volta le domande dei cittadini che vivono nelle vicinanze del poligono Salto di Quirra sono rimaste senza risposta e l’inchiesta epidemiologica della Regione ha portato a quella che il comitato “Gettiamo le basi”, che porta avanti la campagna contro le servitù militari e le loro nefaste conseguenze, alla normalizzazione del territorio intorno al Salto di Quirra. L’inchiesta ha tuttavia fatto emergere dei dati che non possono essere sottovalutati, un + 274% di diabete (le cui cause secondo gli studi della scienziata americana Lauren Moret sono da collegarsi alle radiazioni e all’inquinamento bellico) rispetto alla media sarda per il territorio dei dieci comuni più prossimi al poligono di Perdasdefogu, un + 115% di cancro al polmone per le donne del comune di Teulada rispetto alla media sarda e alla Maddalena un + 178% di linfoma di Hodgkin rispetto alla media sarda.

Nell’ottobre del 2008 è stato presentato il piano di monitoraggio ambientale del Salto di Quirra. Un comitato avrà il compito di sorvegliare le attività di monitoraggio, ne faranno parte tutte le parti in causa: Forze armate, Regione Sardegna, comuni, Asl e comitati cittadini. L’attività di monitoraggio prevede anche la ricerca di agenti inquinanti nel suolo e nelle acque. Questo compito è stato affidato alla SGS (Société Générale de Surveillance), una multinazionale con sede in Svizzera. Il 15% della SGS è posseduto dall’IFIL, una società privata della famiglia Agnelli. Sergio Marchionne è presidente onorario della SGS. La Fiat
oltre alle auto produce anche armi e queste armi sono testate nel poligono di Quirra. Forse questo tipo di monitoraggio rientra negli intenti espressi dal Governo di rafforzare le joint ventures con le multinazionali delle armi (Finmeccanica in primis) per meglio sfruttare il Poligono Salto di Quirra come area di sperimentazione di nuovi armamenti tra i quali i velivoli senza pilota Sky X e Neuron e il tanto discusso schermo aerospaziale.

Per decenni è stato utilizzato come arma di ricatto la quasi imprescindibilità dell’economia di questi territori dai poligoni. L’endemica disoccupazione spinge molti a tenersi ben saldi i poligoni militari e li introiti che ne derivano, ma questo non deve diventare un motivo per negare la verità a cui i malati e le vittime di questa guerra in tempo di pace hanno diritto. La Sardegna paga un tributo doppio dal momento che moltissimi giovani, a causa delle scarse prospettive lavorative, scelgono la strada dell’arruolamento. Tutelare la salute dei cittadini è tutelare il futuro di una nazione, mentre una mancata verità contribuisce soltanto a renderlo più precario.

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