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Agrigento, le mani della mafia sulla grande distribuzione

Di Giuseppe La Rocca il . Dai territori, Sicilia

Sono cinque
gli arresti compiuti nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre scorsi su
richiesta della Dda di Palermo, nell’ambito dell’operazione antimafia
denominata “Agorà” che ha preso di mira il territorio agrigentino
di Favara e Canicattì.

Le persone
colpite dai provvedimenti sono sei, di cui uno già in carcere. Si tratta
degli imprenditori di Canicattì Luigi Messana, 50 anni, Angelo Di Bella,
54 anni, e Vincenzo Leone, 38 anni. A Favara, invece, sono stati arrestati
Calogero Costanza, 25 anni, e Gerlando Monreale, 42 anni. Il sesto provvedimento,
notificato in carcere, è stato emesso per Calogero Di Caro, 62 anni,
già capo mafia di Canicattì e adesso recluso a Cuneo. Si tratterebbe
di fiancheggiatori di Giuseppe Falsone, il superlatitante indicato come
il capo mafia della provincia di Agrigento.

Per tutti la
grave accusa è quella di associazione mafiosa ed intestazione fittizia
di beni. L’operazione ha portato anche al sequestro di beni ed imprese.

In modo particolare,
secondo gli inquirenti, le cinque persone arrestate, avrebbero fatto
gli interessi ed agito per conto del latitante Giuseppe Falsone capo
mafia di Agrigento, e messo le mani, fin dalle fasi della progettazione,
sul grande centro commerciale “Le Vigne” di Castrofilippo, inaugurato
da poche settimane, facendolo divenire di fatto un investimento di Cosa
Nostra.

Le organizzazioni
mafiose di Agrigento, stando anche alle dichiarazioni del pentito Maurizio
Di Gati, avrebbe voluto realizzare direttamente ed in prima persona
il centro commerciale. Tuttavia, dopo la maxi retata dell’operazione
“Alta mafia” e essendo cambiati i vertici provinciali dell’organizzazione
criminale, Cosa Nostra sarebbe riuscita a mutare strategia imprenditoriale:
occupandosi della vendita del terreno su cui realizzare il centro commerciale
e delle autorizzazioni necessarie per la costruzione. Inoltre, secondo
le indagini portate aventi, la costruzione stessa del centro commerciale
è avvenuta con imprese che facevano capo proprio agli arrestati, tutte
comunque riconducibili al super latitante Giuseppe Falsone di Campobello
di Licata.

Se prima erano
ed in parte continuano ad essere gli affari legati all’edilizia che
muovevano gli investimenti di Cosa Nostra dalle ultime operazioni portate
a termine nelle ultime settimane nelle provincie di Palermo, Trapani
ed Agrigento si può osservare come vi sia stato uno spostamento degli
affari portati avanti dagli affiliati alla criminalità mafiosa siciliana
verso attività della grande distribuzione

La squadra
mobile di Agrigento oltre a sequestrare l’immobile, i terreni e i
contratti del centro commerciale “Le Vigne” di Castrofilippo, ha
sottoposto a sequestro preventivo anche l’Ares appalti srl, la Sc
costruzioni, entrambe con sede legale a Favara, la “Edil plus” con
sede a Canicattì, la “Leopali srl” di Vincenzo Leone a Canicattì,
l’impresa individuale di Gerlando Morreale a Favara, e l’Agorà centro
commerciale della Valle dei Templi con sede legale a Canicattì.

Questi sequestri
sono stati effettuati proprio perché tutte le imprese sarebbero riconducibili
ai destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere e comunque
al latitante Giuseppe Falsone. Tutti i beni e gli immobili sono stati
già affidati in custodia giudiziale. Il valore complessivo delle società
e dei beni sequestrati ammonta a circa 100 milioni di euro.

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