“Operazione Tritone”, un mese dopo
Se qualcuno aveva pensato che, con la fine della operazione “Mare Nostrum” nel Mediterraneo, giusto un mese fa, le partenze dei barconi di migranti dalle coste libiche avrebbero subito un’apprezzabile frenata, resterà deluso. Erano stati diversi i politici di varia estrazione e presunti esperti di immigrazione che, nei mesi passati, avevano sostenuto che le navi della Marina Militare a ridosso della Libia per salvare vite umane costituissero una sorta di polo di attrazione ( pull factor come si legge nei documenti Frontex) e, quindi, agevolassero la partenza delle imbarcazioni. In realtà, come si è avuto modo di sottolineare più volte, i contrabbandieri di persone non si fanno nessuno scrupolo e, anche in questi trenta giorni di “riduzione” di Mare Nostrum a “dispositivo navale di sorveglianza e sicurezza marittima” (formulazione di chiaro conio burocratico ministeriale, per non urtare l’orgoglio della nostra Marina Militare) in un’area ridotta, con Tritone europea in azione, il totale degli sbarchi/soccorsi ha toccato quota 9mila ( in condizioni marine spesso pessime). 32 gli scafisti arrestati e 7 le imbarcazioni sequestrate. Nella sola “area operativa” marina di Tritone ( più a ridosso delle coste italiane), i migranti soccorsi sono stati 2.717 con l’impiego di assetti navali della Capitaneria, della Guardia di Finanza, della Marina, di navi mercantili e degli altri Stati partecipanti all’operazione. In “altre aree operative” gli interventi di “soccorso e ricerca” (SAR), hanno riguardato 6.092 migranti ( 2.155 quelli effettuati dalla Marina Militare).
Il sistema di sorveglianza in mare delle frontiere sembra aver raggiunto un rapporto di equilibrio con quello di soccorso e salvataggio, svolto egregiamente, per un anno, dai nostri marinai. Soltanto 107 i migranti irregolari rintracciati sulle coste italiane dopo gli sbarchi. Dalla Libia, paese come noto drammaticamente sconvolto da una guerra in atto contro le milizie islamiche, sono partiti ben 137.989 stranieri sul totale dei 162.800 sbarcati dall’inizio del 2014 alla data del 29 novembre. I siriani (38.929) sono la comunità più numerosa, seguiti dagli eritrei (34.084), dai maliani (9.351) e dai nigeriani (8.798). Papa Francesco, pochi giorni fa, a Strasburgo, nel suo discorso al Parlamento europeo, è tornato sulla questione migratoria, chiedendo all’Ue più attenzione perché “..non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!..”. In una intervista al Corriere della Sera del 28 novembre, il generale Haftar, che sta combattendo il terrorismo in Libia, chiede aiuti all’UE e all’Italia, mettendo in guardia sui seri pericoli che l’immigrazione illegale comporta per il possibile arrivo di jihadisti di varie nazionalità. Garantire la sicurezza dei cittadini e, contestualmente, l’accoglienza dei migranti è la grande sfida, la grande responsabilità dei governi dell’UE e, in primis di quello italiano.
Trackback dal tuo sito.