Libera Cosenza: il nostro impegno accanto ai familiari del giornalista Alessandro Bozzo
Alessandro Bozzo quarant’anni, cronista della provincia cosentina, aveva accompagnato professionalmente la storia di più testate del territorio offrendo il suo stile elegante e spigoloso per narrare ai lettori squarci di cronaca e di politica. Forse per questo motivo Alessandro aveva ricevuto una busta contenente proiettili. Con lo stesso stile tagliente aveva commentato la richiesta di firmare il licenziamento per un contratto a tempo determinato: “Beh, firmiamo questa estorsione!”. In quello stesso periodo accusava la delusione per il mancato riconoscimento di un ruolo e di una competenza professionale che pure aveva costruito con tanta fatica. Questa la sua vita fino al 15 marzo 2013, quando decise di togliersi la vita lasciando increduli e sgomenti la famiglia, i parenti, gli amici e i colleghi che ancora oggi continuano a pretendere che si faccia verità e giustizia su quanto ha subito. La morte di Alessandro Bozzo ci ha messo davanti a una dura realtà costringendoci a pensare a quanto sia difficile nella nostra regione praticare la libertà di stampa e di informazione; quanto sia difficile perseguire un progetto di lavoro sano e degno e, al contempo, sognando una terra libera.
Oggi sarebbe dovuto iniziare quel processo che tanto aspettano i famigliari e tutti quelli che lo hanno amato e che con lui hanno combattuto le stesse lotte. Ma i tempi dei tribunali non sono quelli del dolore e dell’ansia di giustizia.
Il coordinamento provinciale di Libera Cosenza, insieme alla famiglia Bozzo, ha intrapreso un percorso di riflessione per costruire un percorso di resistenza civile capace di farsi richiesta di verità e di giustizia. Libera starà accanto alla famiglia in tutte le fasi del processo, con gli strumenti e i modi che rimangono interstiziali rispetto a normative rigide e talora miopi: perché Libera non sarà parte di quel processo. I principi generali dell’ordinamento giuridico, insieme a una formulazione ormai superata dello statuto della nostra associazione, ci impediscono di dire che le pressioni che Alessandro ha subito costituiscono una lesione dei diritti di un’intera comunità che si batte per il superamento di logiche e comportamenti inaccettabili, quegli stessi comportamenti che, pur se non diretta espressione di una logica malavitosa, sono comunque espressione di culture e modalità relazionali che costituiscono un terreno fertile per la ‘ndrangheta.
Ci auguriamo che il cambiamento di rotta annunciato a “Contromafie” voglia comprendere anche un allargamento del nostro orizzonte operativo. E questo sarà possibile anche attraverso una seria riforma dello statuto, affermando in via generale e astratta l’intenzione di Libera di costituirsi parte civile in tutti quei processi per reati che, mettendo in discussione i diritti fondamentali dei cittadini (dal diritto a un ambiente salubre e sicuro, ai diritti del lavoro), minano la certezza di essere parte di una comunità democratica, sana, capace di garantire il pieno sviluppo della persona umana, nel solco tracciato dalla nostra Costituzione.
Nella situazione attuale, nell’impossibilità di costituirci parte civile, Libera non smetterà di denunciare gli attentati alla libertà che vengono da testate giornalistiche asservite al potere, inchinate alle logiche di bieco mercato legate alle inserzioni pubblicitarie, piuttosto che impegnate a costruire spazi di democrazia e di informazione.
Libera Cosenza starà accanto ai familiari di Alessandro Bozzo e continuerà a declinarne la memoria in impegno per la giustizia, la verità, la libertà.
* A cura di Giap Parini, Donatella Loprieno, Marta Perrotta, Edoardo Stefano, Don Tommaso Scicchitano, Emanuela Scola
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