Contromafie, Luigi Ciotti: “Serve una riforma delle coscienze. Guardare oltre insieme”
Dopo 5 anni torna Contromafie, tornano gli Stati generali dell’antimafia. E’ il 24 ottobre e alle 9.30 del mattino i tanti volontari di Libera accolgono i primi visitatori all’auditorium della Conciliazione. Le prime temperature autunnali e il vento freddo non hanno fermato le tante persone venute da tutta Italia per l’apertura dei lavori. Dopo qualche ora si comincia. Il primo a parlare è Roberto Saviano. L’applauso della sala, quasi totalmente piena, è forte, come a voler comunicare la vicinanza, l’affetto per lo scrittore napoletano. “Essere qui, per me, è come tornare a casa. É sempre una forte emozione” – commenta Saviano. Ma le parole che seguono, nel suo discorso, non lasciano molto spazio a sorrisi. Pochi giorni fa una ragazza messicana dopo aver twittato contro la droga, è stata uccisa. “Se cominciano a esserci riflessioni, interventi concreti, azioni sulla realtà concreta dei fatti, come consentono oramai i social network, è proprio in quel momento che, per le organizzazioni criminali, comincia ad esserci il pericolo – dichiara Saviano”. Viviamo nell’era della condivisione, della notizia immediata che, in un breve tempo, può fare il giro del mondo. É questa quello che temono le mafie. Temono l’azione individuale che, in un attimo, diventa pubblica”.
É proprio da questo punto che Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. “La prima riforma di cui abbiamo bisogno è quella delle nostre coscienze. Tutti noi abbiamo consentito alle mafie di diventare quello che sono oggi: forti, pericolose e diffuse in tutto il mondo. La criminalità si è globalizzata, ma anche Libera lo ha fatto. Lottare contro la mafia, la corruzione, ovunque” – aggiunge. Una riscossa popolare, ecco quello che si augura Don Ciotti guardando al futuro della società.
Dopo la parola è passata alle istituzioni. Pietro Grasso, una vita in magistratura e oggi Presidente del Senato ha illustrato il lavoro svolto dall’Italia nella lotta alle mafie in tutta Europa e sottolineato quanto ancora c’è da fare. “L’economia mafiosa è efficiente, soprattutto in un periodo di crisi quando il credito, il denaro, il lavoro, sono scarsi – ha spiegato. Così la mafia si fa cultura. Per sconfiggerla dobbiamo renderla superflua, ma ciò implica che la politica si faccia coraggio e si riappropri dei tanti territori lasciati indietro. Lo Stato deve rimpiazzare la mafia”. Dopo di lui prendono la parola il Presidente della Regione Lazio e il sindaco di Roma Ignazio Marino. “La lotta alle mafie è qui, come ovunque, impegnarsi a costruire un economia legale più forte” – ha sottolineato Zingaretti. “Roma è in prima fila nella lotta alle mafie – ha aggiunto il collega Marino – spiegando che “il Campidoglio, in collaborazione con Libera, si impegnerà in una lotta quotidiana alla corruzione, cercando di semplificare tutti quei passaggi burocratici che rallentano l’iter per il riutilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali”.
Il ministro della giustizia Orlando, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi e Franco Roberti, il Procuratore nazionale antimafia, hanno completato, con i loro discorsi, il dialogo delle istituzioni con la platea dei circa 2000 partecipanti a Contromafie. Tanti i temi toccati nei loro interventi, fra gli altri l’istituzione di una Giornata nazionale per il ricordo delle vittime della mafia, la reintroduzione del reato di falso in bilancio e una normativa chiara e univoca sulle meccaniche di gestione dei terreni confiscati ai clan.
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