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“Uccello” ha cantato anche sui beni del clan

Di Enzo Palmesano il . Campania, Dai territori

“Uccello ha cantato”: è la battuta con la quale è stata accompagnata domenica 13 gennaio 2008 a Pignataro Maggiore la notizia dell’arresto di Pietro e Antonio Raffaele Ligato, figli del superboss “don Rafele”. Con il nomignolo di “Uccello”, infatti, è conosciuto in città Giuseppe Pettrone, il nuovo collaboratore di giustizia che in precedenza aveva fatto parlare di sé per varie vicende giudiziarie, nell’ambito della cosca camorristica dei Piccolo di Marcianise, noti come i “Quaqquaroni”.
    Secondo quanto è stato possibile apprendere – non appena era ritornato in libertà, dopo aver scontato una condanna per possesso di armi – “Peppe Uccello” era stato avvicinato e ingaggiato da Pietro Ligato per azioni criminali sul territorio di Pignataro Maggiore. Giuseppe Pettrone ha raccontato ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli di vicende relative alle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti, ma ha anche parlato sull’immobile di via Partignano e sulla villa bunker di via del Conte, confiscata dalla magistratura al clan Ligato.
    Le rivelazioni sulla villa bunker, ridotta ad un rudere e tornata nella piena disponibilità della camorra, confermano in pieno le denunce contenute in inchieste giornalistiche; Pettrone ha riferito agli inquirenti che in un canneto vicino all’immobile di via del Conte, lui e Pietro Ligato, avevano nascosto delle armi. Un dettaglio che non meraviglia ma che la dice lunga sui mancati controlli sui beni confiscati, sulla carta acquisiti al patrimonio indisponibile del Comune di Pignataro Maggiore ma sottoposti ad un pressante condizionamento delle cosche.
    Una situazione che da tempo avrebbe dovuto indurre la prefettura di Caserta a nominare una commissione d’accesso a carico dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Giorgio Magliocca, le cui responsabilità per i mancati controlli sono gravissime. Non a caso, quando il 28 maggio 2007 i cronisti Carlo Pascarella e Davide De Stavola effettuarono un blitz alla villa bunker per documentare il degrado dell’immobile vi trovarono Pietro Ligato a colloquio con l’imprenditore Tommaso Verazzo, quest’ultimo impegnato nel grande affare della centrale cosiddetta “a biomasse” della Biopower srl, fortemente sponsorizzata dall’Amministrazione comunale. Un blitz a seguito del quale Pascarella e De Stavola hanno subito minacce di morte. Su quell’episodio l’Amministrazione comunale tace, mentre emergono rapporti di Verazzo con l’imprenditore Mario Turino, grande elettore del sindaco, consigliere provinciale di An.
    Lo stesso Turino che in una pratica edilizia di famiglia aveva, incredibilmente, un foglio di carta intestata di una ditta di Pietro Ligato con sede nella villa bunker confiscata. Le rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Pettrone sono state molto importanti pure per l’inchiesta che aveva portato a una perquisizione nell’immobile di via Partignano l’8 novembre 2007 (con il ritrovamento di una bomba carta, munizioni, droga e parti di armi) e per la quale sono stati arrestati domenica 13 gennaio 2008 Pietro e Antonio Raffaele Ligato.
    Ora si attende di sapere se “Peppe Uccello” sia a conoscenza di progetti di azioni violente della “famiglia” Ligato contro i giornalisti Enzo Palmesano, Carlo Pascarella e Davide De Stavola. Una questione di enorme rilevanza, come è ovvio. Non è sfuggito ai pignataresi che Pietro e Antonio Raffaele Ligato sono stati portati in carcere a Santa Maria Capua Vetere dai carabinieri della Stazione di Pignataro Maggiore, della Compagnia di Capua e del Comando provinciale di Caserta passando a sirene spiegate davanti al panificio Corbo e al mobilificio di Giovanna Pascarella, sorella di un giornalista molto esposto e sotto tutela; attività imprenditoriali colpite da due attentati nella “notte delle bombe” del 31 dicembre 2007. Un segnale di attenzione, quel passaggio a sirene spiegate degli equipaggi dell’Arma dei carabinieri, di guardia alta; e un annuncio di ulteriori sviluppi investigativi.

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