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“L’ impero”

Di Valerio Graglia il . Recensioni

“L’ impero” 
Traffici, storie e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi
(Gigi Di Fiore, Rizzoli 24sette, Milano 2008)

Questo libro è una precisa
opera storiografica,che spiega e racchiude tutto quello che bisogna
sapere riguardo il clan dei Casalesi. La cosca mafiosa campana, tornata
sulle prime pagine dei giornali e sulla bocca di tutti dopo i recenti
fatti di sangue avvenuti a fine settembre, e poco prima in giugno per
la sentenza del processo Spartacus, di cui si parla poco nonostante
sia l’organizzazione di camorra più ricca e potente. Dibattuta e
denunciata nel tempo da figure quali Rosaria Capacchione, Roberto Saviano
con tanti altri cronisti, scrittori e testimoni, tra cui anche l’
autore del testo in questione. 
Gigi di Fiore è un un inviato speciale al Mattino di Napoli da molti
anni. Pluripremiato in Italia e all’estero, oltre ad essere esperto
di criminalità organizzata in Campania, è un appassionato storico
e saggista sul Risorgimento, perchè intravede in quel perìodo i motivi
portanti delle divisioni e di alcuni problemi contemporanei del nostro
paese. E non a caso la sua indagine ne “L’impero: traffici storie
e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi “ parte proprio
da lì, dall’epoca risorgimentale. L’autore racconta di Casal di
Principe, San Cipriano d’ Aversa, Casapesenna. E poi Castelvoltuno,
Mondragone e tutto il litorale domitiano. Riporta i teatri dove un tempo
il clan dei Casalesi è nato e cresciuto e dove continua ancora oggi
ad esercitare la sua supremazia, anche quando appare fortemente indebolito
e mutilato nei vertici. 
Già con Vincenzo Serra, storico leader del brigantaggio regionale,
sul finire dell’ottocento la mafia del casertano respinse le famiglie
di Napoli che vedevano in quei territori un prolungamento dei proprio
interessi. Seppe dimostrare la propria forza e quanto fosse potente
nel proprio territorio. Durante il fascismo poi, quando Mussolini stesso
sciolse il comune di Caserta e relative sezioni di partito, preoccupato
dell’impossibile gestione di quelle zone, tra infiltrazioni politiche
e crimiminalità dilagante. Blitz militari e supervisione costante della
zona non sradicarono i gruppi camorristici, La provincia di Caserta,
sebbene ristretta per numero di comuni, fu reintrodotta nel dopoguerra.
Quelli che poi col tempo verranno chiamati Casalesi,  ripresero
le attività e l’incessante sviluppo. Si passa quindi nel libro a
descrivere i reggenti del perìodo contemporaneo, spesso non solo affiliati
ma addirittura “iniziati” a Cosa Nostra ( tra l’altro si parla
di un rito tradizionale di iniziazione del gruppo casertano stesso).
Vengono descitte le lotte di qualche decennio fà con la Nuova Camorra
Organizzata di Cutolo, le figure recenti al comando come quella di Bardellino
fino a Franscesco “Sandokan” Schiavone e tutti gli altri importanti
condannati nel suddetto processo Spartacus (iniziato circa dieci anni
fà e concluso il 19 giugno 2008). Di Fiore spiega ogni singolo aspetto
del clan: gli investimenti, l’ organizzazione e l’ organigramma
del gruppo (con tanto di cassa comune e stipendi precisi per tutti gli
affiliati), l’ importanza delle mogli-exmogli-amanti dei reggenti
come tramite tra la prigione e l’esterno- Spiega le guerre per ristabilire
gli equilibri interni, con i continui e perpetrati omici tra traffici
di droga, edilizia e politica. 
Sopratutto l’autore dimostra una voglia di comunicare la caratteristica
ritenuta peculiare della cosca dei Casalesi, caratterstica che sovente
dà spazio al paragone con Cosa Nostra: non solo la derivazione del
nome dal paese di origine (Casal di Principe appunto), ma il carattere
“rurale” di questo gruppo. Una fortissima presenza e rappresentanza
sul territorio locale per la gestione di tanti comuni e lo sfruttamento
di ogni possibile racket (dalle bufale “tarocche” al buisness delle
discariche già presente primi anni’90). Come Cosa Nostra d’ altra
parte, il carattere rurale rappresenta un maggior possibilità di controllo
ed al tempo stesso una diramazione infinita in tantissimi settori senza
riuscire a delineare un vero e proprio nucleo, ma tante stermitate cellule
operanti. Rurale semmai risultava contradittorio, paragonato alla vita
dei vari Schiavone, Iovine , Bardellino e molti ancora, che quando fuori
dal carcere, risultano essere dai modi e gusti raffinati, in viaggio
per il mondo, con proprietà dall’ Europa al Sudamerica. Invece è
decisivo, nella spiegazione della manifesta superiorità raggiunta dalla
cosca sulle altre. 
Per chi cerca una lettura informativa di questo argomento da esterno
del settore, il testo risulta difficilmente assimilabile quando si fatica
a procedere tra un continuo susseguirsi di note e una quantità sterminata
di nomi, date ed eventi. La grande componente storica però aggiunge
un discreto fascino al tutto, e non bisogna scordarsi del motivo che
rende importantissimo “L’impero”: una definitiva raccolta di tutte
le fonti principali sulla mafia casertana e la cosca dei Casalesi, da
parte dei tanti professionisti di ogni settore.Il materiale giudiziario
di atti, processi e sentenze. Il giornalismo locale e non, con tutti
i suoi protagonisti che lottano costantemente cambiare la realtà. Ma
anche le testimonianze, i racconti della gente, le leggende o i minimi
dettagli sui protagonisti del libro. Le cose grandi più le piccole,
per documentare questa infinita storia italiana.

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