NEWS

1 settembre 2014

di Cristiana Mastronicola il . Rassegne

“Putissimu puru ammazzarlo” – Le minacce di morte di Totò Riina al presidente di Libera Luigi Ciotti, rivelate nelle intercettazioni delle conversazioni in carcere del “capo dei capi” con il boss pugliese Alberto Lorusso, compagno dell’ora d’aria, hanno suscitato reazioni importanti per il livello di pericolosità che comportano. “Per me l’impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi […] le mafie sanno fiutare il pericolo, sentono che l’insisdia, oltre che dalle forze dell’ordine e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze”: questa la risposta ferma e decisa di don Ciotti che ritiene le parole di Riina molto significative, poiché ad essere minacciato ora non è solo la sua persona, ma “tutte le persone che per 20 anni di Libera si son impegnate per la giustizia e la dignità del nostro paese”. Secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, le parole di Riina arriverebbero per il lavoro che LIbera porta avanti nelle terre confiscate a Cosa nostra e Luigi Ciotti è percepito dalle mafie come una figura particolarmente scomoda, un sacerdote “che interferisce”, proprio come era stato don Puglisi, al quale Ciotti viene paragonato da Riina. Ma “io sono un uomo piccolo e fragile”, risponde Ciotti rifiutando il paragone col sacerdote ammazzato dalla mafia a Palermo nel 1993. Ribatte, don Ciotti, che la forza sta nel “noi”, e lottare insieme è l’unico modo per “opporsi alla mafia e alla corruzione”, col supporto della politica che “deve fare di più”, perché – continua Ciotti – “la mafia non è solo un fatto criminale, ma l’effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune”. Messaggi di solidarietà e sostegno dalle istituzioni e dalla politica, da Piero Grasso a Laura Boldrini e Rosy Bindi.

Il Corriere della Sera scrive delle minacce subite da don Ciotti e della forza dell’agire comune contro corruzione e mafie, perché ad essere minacciati – come afferma il fondatore di Libera – sono tutti coloro che quotidianamente si impegnano nella lotta alla mafia, “cittadini a tempo pieno, non ad intermittenza”. di fondamentale importanza è, però, il supporto della politica: “Ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere e approvare – ammonisce Ciotti – senza troppe mediazioni e compromessi”. Si riferisce in particolare alla questione della confisca dei beni, che è un “doppio affronto per la mafia, come anche le parole di Riina confermano. E lo stesso vale per la corruzione, che è l’incubatrice delle mafie. La corruzione sta mangiando il nostro Paese, le nostre speranze! Corrotti e corruttori si danno manforte per minimizzare o perfino negare il reato”.

La Gazzetta del Sud ricostruisce le intercettazioni del superboss nel carcere di Opera, tracciando i momenti salienti delle parole di Riina, dalle rivelazioni sul sette volte Presidente del Consiglio Giulio Andreotti a Berlusconi, sino ad arrivare alle ultime, quelle dure e violente pronunciate contro don Luigi Ciotti. La reazione del fondatore di Libera, però, non è affatto quella di un uomo intimorito, ma cosciente del fatto che le parole del super boss derivino direttamente dalla paura dei risultati che la lotta antimafia sta incassando: “Queste minacce sono la rpova che questo impegno è incisivo, graffiante, gli toglie la terra da sotto i piedi. Siamo al fianco dei famigliari delle vittime, di chi attende giustizia e verità, ma anche di chi, caduto nelle reti criminali, vuole voltare pagina, collaborare con la giustizia, scegliere la via dell’onestà e della dignità”. Sulla questione della politica e dei beni confiscati, don Ciotti aggiunge: “Quei beni restituiti a uso sociale segnano un meno nei bilanci delle mafie e un più in quelli della cultura, del lavoro, della dignità che non si piega alle prepotenze e alle scorciatoie”. Forti le parole di Ciotti nella lotta alla corruzione: “C’è una mentalità che dobbiamo sradicare, quella della mafiosità, dei patti sottobanco, dall’intrallazzo in guanti bianchi, dalla disonestà condita di buone maniere”.

Giuseppe Lo Bianco, dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, riporta le parole del pm di Palermo Roberto Tartaglia che afferma che le parole di Riina colpiscono “quel modello di uomo di Chiesa di cui la mafia ha paura, quel modello a cui tutti gli uomini di Chiesa, senza più alcuna forma di ambiguità, devono scegliere di ispirarsi”. Intanto – continua Lo Bianco – quelle contro don Ciotti precedono di due mesi le minacce rivolte dal boss al pm Di Matteo e ad altri magistrati, politici e investigatori. Il racconto anche sul portale campano “Nelpaese.it”

Il Giornale riporta, nelle pagine interne, la notizia delle minacce che il fondatore di Libera ha ricevuto da Totò Riina soffermandosi sulle parole di solidarietà che la Chiesa, il mondo della politica, le istituzioni e diverse associazioni hanno dedicato a don Ciotti. Riccardo Arena, sulle pagione de La Stampa, sottoline come le parole di Riina si scaglino contro l’attivismo di Libera nella lotta a Cosa nostra, “che fu già di don Puglisi”. Anche dalle pagine de Il Tirreno ci si sofferma sull’affronto che Libera e le cooperative che lavorano sui beni confiscati alla criminalità organizzata lanciano alla mafia, fonte di paura e instabilità per le economie criminali: “Un gestione pulita che non può che infastidire le cosche”. La Repubblica Torino riporta, invece, le parole dell’arcivescovo della città Cesare Nosiglia: “Desidero esprimere al caro don Luigi la mia più sincera e piena solidarietà insieme alla preghiera e all’amicizia che si è sempre più consolidata in questi anni del mio ministero nella Diocesi di Torino. […] La nostra Chiesa è orgogliosa e riconoscente di poter annoverare tra i suoi sacerdoti e figli don Luigi e lo sosterrà in ogni modo nel suo importante e indefesso impegno di testimone del Vangelo che difende e accompagna nel nome di Cristo chiunque è soggetto a ingiustizie di ogni genere”.

Dalle pagine de La Repubblica, Emanuele Lauria passa in rassegna i messaggi di solidarietà arrivati al fondatore di Libera. Si tratta di una solidarietà bipartisan, visto che parole di vicinanza arrivano da Nicola Zingaretti e Ignazio Marino, da Vendola, Migliore, Paolo Ferrero, ma anche dal Ncd Dorina Bianchi e da FI Maria Stella Gelmini. Non tardano ad arrivare anche le manifestazioni di sostegno di Cgil, Legambiente, Confindustria, l’Arci e la Lega delle cooperative siciliane. Anche dalla magistratura, il pm della Trattativa Tartaglia mostra vicinanza a don Luigi, mentre il procuratore nazionale antimafia Roberti preferisce non commentare e non fare da “cassa di risonanza a Riina”. Sempre su La Repubblica, Salvo Palazzolo intervista proprio don Luigi Ciotti. Il fondatore di Libera non si mostra intimidito di fronte alle minacce della mafia, ma confessa di trovare anomalo il fatto che nessuno lo abbia messo al corrente delle intimidazioni, se non il giornalista stesso che lo intervista: “Lo trovo singolare, mi sembra anche una mancanza di rispetto per i due poliziotti che mi seguono ogni giorno”. Parole importanti sono pronunciate da Luigi Ciotti nell’ambito dell’impegno della Chiesa: “E’ una chiesa che non smette di tornare – perché è lì che si rinnova la speranza – al Vangelo, alla sua essenzialità spirituale e alla sua intransigenza etica. Una chiesa che cerca di saldare il cielo alla terra, perché, come ha scritto Papa Francesco: una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo”.

Scarica la rassegna stampa integrale (4.73 MB)

Le prime pagine dei giornali oggi in edicola

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link