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Il racket dei parcheggiatori abusivi: storie di “parking car” non autorizzati in Calabria

di Matteo Dalena il . Calabria

«Buonasera, guardiamo le auto». A proferire l’odiata frase un unico parcheggiatore abusivo che allude però a una misteriosa o non meglio precisata collettività. Accade a Cosenza, nel piazzale di una clinica privata all’imbocco dello svincolo autostradale: è quello il regno di “Pinuzzu” Mosciaro, volto noto in seno al “parking car” non autorizzato, al punto da avere un gruppo facebook dedicato che conta quasi 600 fan.

“Mosciarino” segue l’andamento dei flussi commerciali cittadini, spostandosi con facilità dalla clinica cosentina a un ipermercato della vicina Rende, tanto da dare l’impressione di possedere il dono dell’ubiquità. Un parcheggiatore dai modi rudi. La sua presenza, certamente fastidiosa, è stranamente tollerata: all’illegalità della mansione svolta, si aggiungono la scortesia o i modi quantomeno discutibili nel chiedere la tassa sul parcheggio. “Mosciarino” sa bene ciò che vuole e lo vuole in fretta: senza denaro sono sbuffi, contumelie e facili spintoni. In molti, soprattutto giovani donne, hanno spiacevoli episodi da raccontare, piccole storie di prevaricazione che, principalmente per paura, non si traducono nella formalizzazione di una denuncia.

Quella dell’abusivo che bussa allo sportello, a Cosenza e in molte altre piazze calabresi, è una vera e propria ossessione. Locali notturni, teatri, ospedali, stadio, centri commerciali: sono questi i luoghi d’azione di parcheggiatori, guardamacchine, posteggiatori, in breve tutti coloro che esercitano senza autorizzazione alcuna il ruolo di guardiani di autoveicoli in determinate zone adibite o meno al parcheggio. A prescindere dai modi e dalle terminologie utilizzate per estorcere l’odiato obolo, si tratta comunque di denaro versato indebitamente, somme sostanzialmente non dovute ma elargite a seguito di una sottilissima pressione psicologica. Le stesse facce, i soliti metodi: «siamo qui per guardarvi la macchina», altre volte è sufficiente la tacita presenza del richiedente a innescare il pagamento. Nulla è dovuto sia chiaro, ma nella mente delle persone s’insinua il pensiero per cui è meglio dare qualcosa onde evitare “spiacevoli sorprese”.

A Cosenza, sono in pochi gli italiani come “Mosciarino” a dividersi le zone più ricche commercialmente, con l’avallo della malavita. Negli ipermercati di periferia agiscono soprattutto individui d’etnia Rom o intere famiglie con prole al seguito ma, in questo caso, il confine tra lavoro abusivo e mendicità è sottilissimo.

A Catanzaro, il fenomeno fino sconosciuto fino a qualche tempo, si fa strada tra i saliscendi del centro, legato più al più al bisogno dei singoli che a vere e proprie organizzazioni dedite. A Catanzaro Lido, ragazzotti africani alla ricerca di pochi spiccioli sono padroni di via Dogana.

Torme di giovani africani gestiscono quasi tutti i parcheggi della città di Crotone, anche in regime di “strisce blu”. Capita così che gli automobilisti debbano pagare due volte: 1 euro all’abusivo e un altro nell’apposita colonnina erogatrice di ticket.

A Vibo, la situazione è caotica soprattutto di sabato nelle diverse zone adibite al parcheggio intorno a piazza Municipio. Sono soprattutto ragazzi nordafricani che guiderebbero l’automobilista nelle operazioni di parcheggio per poi chiedere un adeguato compenso.

A Pizzo, unica eccezione della controllatissima Costa degli Dei, alcuni parcheggi sarebbero gestiti autonomamente da “gente del posto” che richiederebbe fino a 3 euro senza alcuna ricevuta.

Versano più che altro gli anziani e le giovani donne, evidentemente preoccupati per un qualcosa “che potrebbe essere” ma, per pochi spiccioli, è meglio che non si verifichi mai. Pur non essendo un reato previsto dal codice penale, chi esercita il mestiere di “parcheggiatore o guardamacchine abusivo” viola l’articolo 7 comma 15 bis del Codice della strada ed è punito con ammenda variabile da 765 a 3.076 euro, con sequestro delle somme ai fini della confisca. In caso d’impiego di minori di 18 anni la sanzione può oscillare da 1452 a 5.836 euro. Le sanzioni esistenti rimangono inapplicate nella maggior parte dei casi e, a parte alcuni periodici “blitz” da parte degli agenti di polizia municipale, abusivi di ogni sorta continuano indisturbati a gestire l’incipit di molte serate calabresi tra natura, storia e arte.

 

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