A Naro (Ag) per costruire il cambiamento
I colori, i suoni, i profumi, i sorrisi, le fatiche, le difficoltà, il sole, il mare, la terra che ci hanno accompagnato per tutto il campo. C’è tutto questo dentro l’esperienza di “E!state Liberi” che si è tenuta a Naro, in provincia di Agrigento, dal 21 al 27 luglio, presso la Cooperativa “Rosario Livatino – Libera Terra” . 13 ragazzi selezionati da Coop Adriatica e coinvolti in questo progetto in Sicilia, per dar la possibilità ad alcuni giovani soci di vivere “una esperienza di cittadinanza”. Tra arrivo, sistemazione, ambientamento, presentazioni, cena, illustrazione del programma e libera uscita nella piazzetta e per le viuzze di Campobello è trascorso il primo giorno di campo, i primi sorrisi, le prime parole e tutto un mondo nuovo che si apre a persone che arrivano da diverse parti d’Italia e si aspettano tanto da questa esperienza. Il secondo giorno, scorre rapidamente: la sveglia strilla alle 6.00, all’attivo solo pochi minuti di sonno, a causa di un letto dispettoso o forse degli ospiti della casa di riposo accanto troppo “vivaci” o forse c’è solo una gran voglia di vivere il giorno che ci aspetta. Colazione e giù di corsa per iniziare la giornata.
Storie, territorio e persone. Alfonso e Vincenzo (due dei quattro soci della cooperativa) sono già pronti per portarci a Robadao. Ed eccoci finalmente! Equipaggiati di guanti da lavoro, forbici ed irrinunciabile cappellino, iniziamo la raccolta dell’origano; e così inebriati dal fresco profumo di spezie e libertà, andiamo avanti finché il sole non ci consiglia di fermarci e proseguire nel pomeriggio. E’ il momento del pranzo, Pippo ha già acceso il fuoco per il barbecue, noi prepariamo la sala da pranzo e poi tutti a tavola: si mangia, si ride, si brinda, si commenta, si condivide, ci si conosce. I giorni scorrono così, tra lavoro, sudore, calore, racconti, testimonianze, cose belle e cose buone e anche se per comodità occorre stilare un programma, con orari, appuntamenti, un “prima”, un “dopo” e un “poi”, ci accorgiamo come in fondo, tutto quello che si fa è al tempo stesso lavoro, formazione, esperienza e non si può e non serve classificare, dividere: il campo è il campo! Il terzo giorno si “spietra” e mentre due ragazzi seguono Cosimo (l’apicoltore della cooperativa) nell’apiario per dare una sistematina alle arnie e conoscere un po’ più d vicino le “dolci” operaie, gli altri del gruppo sotto gli occhi vigili e attenti di Alfonso e Vincenzo (gli agricoltori) procedono con la raccolta dei sassi per consentire una più agevole lavorazione della terra. Tra un’attività e un’altra si cerca di declinare la conoscenza del territorio dalla tavola, ai luoghi, ai costumi, alle bellezze naturali, si gustano, dunque, deliziosi e generosi piatti tipici, si visita la Valle dei Templi, Farm Cultural Park (il “miracolo” di Favara), le chiese barocche di Naro ed il Castello Chiaramonte ed infine la Scala dei Turchi. L’ultimo giorno di lavoro, che nel calendario è solo il quinto dei sette, prevede la costruzione di un’arnia, esperienza unica che vede Giovanni (l’agronomo e presidente della cooperativa) nella veste di coordinatore dei lavori. C’è chi progetta, chi prepara i pezzi, chi li assembla, chi dipinge ed infine tutti lasciano la propria impronta, perché i segni – lo sappiamo – sono importanti.
La partenza e il ritorno. Prima di partire per un viaggio mettiamo in valigia, tra le altre cose, i “come sarà?”, e al ritorno facciamo i conti con “ciò che è stato davvero”; quasi mai aspettative e realtà coincidono, a volte va meglio, a volte peggio. Brunella, Maria Chiara, Silvia, Marta, Michele, Silvia, Chiara, Guido, Hiana, Matteo, Silvia, Susanna e Francesca salutano la Cooperativa intitolata al Giudice “ragazzino” di Canicattì, Rosario Livatino, con la sensazione che una settimana dura poco, ma in una settimana puoi vivere davvero tanto.C on un Grazie da una parte e un Grazie dall’altra, ci si dice arrivederci, perché il bello di partire è che si può (e si deve) sempre tornare.
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