Sicilia, (R)E!state Liberi per una terra libera da mafie e corruzione
Tu li saluti dicendogli “grazie”. Loro non riescono a dirti nulla se non un “grazie” di rimando mentre, nel frattempo, cercano timidamente una carta d’imbarco che mai vorrebbero trovare negli zainetti ancora sporchi di terra, la libera terra. Tu gli dici che senza il loro tempo e le fatiche regalateci, questa terra piangerebbe ancora solitudine, disgrazie e miserie. Loro ti stringono forte, ma proprio forte, come se non volessero mai più partire. L’hanno fatta la libera terra, assumendone una residenza più che fisica. Hanno respirato ogni secondo, ogni istante, ogni angolo ed ogni trazzera. Hanno anche loro i calli alle mani che ricordano quelli dei nostri nonni, sono loro le battaglie per la dignità di chi lavorava i campi dei padroni. Hanno pianto lacrime di chi non ha più l’odore del proprio figlio strappatogli dalla violenza dei padrini. Appartiene a loro, adesso, il coraggio di chi indica il proprio estorsore alla Giustizia. Sono oltre mille i ragazzi che da tutta Italia, ad oggi, hanno partecipato ai campi di volontariato e studio organizzati sui beni confiscati alle mafie nella regione.
Li guardi andare via e sai che chi qui arriva, in realtà, non va più via. Non riesce ad andarsene chi ama quest’Isola e la sua libertà che ancora non è. Non va più via chi insegna a sognare a chi non sa farlo perché non ha i verbi al futuro. Non va mai via chi diventa siciliano, per scelta. Si, è vero, ci si trasferisce un attimo, come in uno temporaneo spostamento fisico, ma nulla di più. L’inverno che verrà, quello degli sciarponi e dei lunghi cappotti, li riporterà qui ad indossare le gialle magliette. Il freddo di quelle lontane città li avvicinerà alla terra condannata all’estate perenne, al suo sole che brucia la pelle e fiacca l’impegno. E scorreranno in un amarcord le immagini di quegli uliveti, belli da scrostare dai segni del tempo che inesorabile scorre. E ci ricorderanno che Noi di tempo non ne abbiamo più e che dobbiamo fare presto. Presto e bene. E ritorneranno pure gli sbadigli di quelle notti insonni e gli sguardi sgranati dentro le albe a Sud a raccontarsi dignità, giustizia, verità… e la felicità, quella che ancora manca.
E poi saranno ancora lucidi quegli occhi grondanti per la picciridda ribelle, Rita Atria, e ribatterà forte il cuore per quei sonori “No” a coppole storte e colletti inamidati. Ritorneranno quei picciotti belli, in qualche splendido giorno, ritorneranno. E sarà festa!
E non possiamo che augurarci tutti, “E!state Liberi”. E nel frattempo “Restate Liberi”
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