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Terra dei fuochi: l’astensionismo come forma di protesta

di Cristiana Mastronicola il . Campania

Si sentono abbandonati dallo Stato, gli abitanti della Terra dei fuochi. Quella porzione di territorio che da Caserta giunge fino alla periferia napoletana non ci sta più al gioco di uno Stato sordo e cieco davanti alla malattia e alla morte. E lo grida così, non votando. Rifiutano quindi di adempiere al loro dovere di cittadini, proprio come lo Stato si astiene dall’osservare il proprio.

Secondo quanto riportato da Il Mattino, a Giugliano di Napoli, Afragola, Casalnuovo, Acerra, Caivano, Qualiano l’affluenza alle urne è stata la più scarsa della regione e non sembra difficile comprenderne le motivazioni. Stanchezza e sfiducia nella politica sembrano soffocare amaramente la voglia di contrastare la situazione tragica che opprime questa terra. Intanto, poco distante dalla scuola di Giugliano, si alza l’ormai “familiare” colonna di fumo nero, denso, che ricorda agli abitanti della cittadina che il gesto dell’astensione dal voto ora non è segno di disperazione, ma di protesta. A capirlo bene è il gruppo ambientalista di Caivano “Voce per tutti” che decide di fare di questo atto un’azione organizzata, andando a votare, sì, ma chiedendo che venga compilato un apposito verbale in cui si esplicita la loro posizione: “Io non mi sento rappresentato poiché abito nella Terra dei fuochi”. Orfani di uno Stato cosciente e miope.

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