Luigi Ciotti: è il noi che vince, basta divisioni e accelerare la politica dei beni confiscati
Il 22esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone è stato anche questo. Luigi Ciotti s’appella alla coscienza di chi è impegnato nella lotta alle mafie e invita a mettere da parte divisioni e contrasti interni in nome di un’unione che vale molto di più: la resistenza alla criminalità organizzata, passa, infatti, per un “noi” che, insieme all’impegno civile, diventa la chiave per raggiungere i risultati prefissati.
Ad aggravare la situazione è un ritardo generale sulla questione della gestione dei beni confiscati: “ancora non riusciamo ad avere una legge completa contro la corruzione, perché ci sono troppi interessi in gioco”, dice don Ciotti. Il Presidente di Libera pone poi l’accento sui problemi collaterali, evidenziando come le mafie si stiano servendo della crisi economica e finanziaria in corso per continuare ad incrementare il proprio capitale: “c’è una mafiosità diffusa che è il vero patrimonio delle mafie”, afferma. Dall’intervento a Piazza Politeama, don Luigi Ciotti richiama le Istituzioni affinché i due anni di stallo che si stanno scontando finiscano: “il governo Letta aveva fatto un ottimo lavoro, ora bisogna fare in fretta. Il prefetto Caruso ha lottato per chiedere ciò che non è stato ancora fatto”. La gestione dei beni confiscati è un tema delicato che oggi presenta un’urgenza da non sottovalutare per accelerare la lotta alla criminalità organizzata.
Trackback dal tuo sito.