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Maurizio Estate, un eroe civile

di Geppino Fiorenza* il . Campania

Il ricordo/// – Quando mi chiedono “chi era Maurizio Estate ?” , nella città dalla memoria opaca, rispondo tranquillamente: “un ragazzo d’oro, che portava una rosa al giorno alla sua fidanzata, in attesa che accettasse di sposarlo ! “ E’ come quando parlo ai ragazzi di Giancarlo Siani, grazie al film di Marco Risi. Ricordo, per prima cosa, che era un meraviglioso “figlio di puttana” (sono amicissimo della famiglia), che certo aveva una fidanzata del cuore, ma era capace di fare la corte a qualunque bella ragazza gli capitasse a tiro. Sono i sorridenti amici nostri ! Come Gianluca, artista tatuatore, Daniele Del Core o Francesco Estaticoe i tanti che grazie al Coordinamento dei familiari ed alla Fondazione Pol.i.s. ricordiamo sempre, siano più o meno noti, stroncati da mano criminale, “organizzata” o no. C’è un video su Youtube della professoressa Maria Giovanna Visconti della scuola “Giotto Monti”, quando era preside Peppe Pecoraro, dal titolo “Alle cinque della sera. Un napoletano a testa alta”, che racconta con mezzi poveri, ma con la ricca intelligenza e passione di ragazzi che hanno studiato, capito, approfondito, amato, la storia di Maurizio veramente “eroe civile”. 17 maggio del 1993, via Vetriera a Chiaia, autolavaggio a conduzione familiare. Tanti clienti affezionati. Compare la moto con gli scippatori che si avvicinano per strappare l’orologio ad un cliente. Grida forte, Giuseppe, il papà di Maurizio e lui corre mettendo in fuga i delinquenti.

Addirittura li insegue e vede in volto quello seduto sul sellino posteriore che lo insulta: “bastardo, dovevi farti i fatti tuoi”. Proprio il contrario di quello che batte nel cuore di quel giovane, esempio mirabile, contro l’indifferenza e l’omertà, la vigliaccheria ed il menefreghismo. Ma l’affronto c’è stato. Dopo qualche ora giungono in vespa i carnefici, inviati dal boss dei quartieri spagnoli, cui gli scippatori avevano chiesto protezione o di cui erano emissari. Perciò penso che si dovrebbe riaprire il “cold case”. Nessun beneficio ai familiari perché non acclarato il legame con la criminalità organizzata, invece “evidente”. Maurizio cade colpito al petto. Il padre strappa la pistola al malvivente, la madre Rita lo afferra per i capelli, con la furia dell’amore e dell’onestà che si ribella. Ma poi…c’è da soccorrere il figlio. Intanto dopo 15 anni escono dal carcere anche gli assassini assicurati alla giustizia…flebile. Maurizio vive nel cuore e nella testa dei tantissimi ragazzi che ogni anno si ritrovano davanti alla sua officina, chiamati all’inizio dall’avvocato Giovanni Bisogni ed oggi dal Comune, dalla Regione, dalla municipalità di Chiaia, con Fabrizio Chiosi, e da quella del Vomero, con Mario Coppeto. Sabato scorso e’ stata Celeste Giliberti,avvocato, attivissima referente del Presidio di Libera a Chiaia, intitolato proprio a Maurizio ed a Fabio De Pandi, a chiamare tutti a raccolta. Sono lì i ragazzi della Carlo Levi di Scampia, con Rosalba Rotondo, testimoni di legalità nel quartiere difficile che certo “solo Gomorra non è”.

Portano i loro pensieri e i loro ideali, insieme a quelli delle scuole del territorio. C’è il questore Guido Marino, il comandante provinciale dei Carabinieri, Col. Marco Minicucci, il Ten. Colonnello della Guardia di Finanza, Francesco Auriemma, il Commissario antiracket della Regione , Franco Malvano. Ma quanto ancora devono fare le istituzioni, per sfuggire ai riti stanchi delle commemorazioni dei nostri testimoni di verità e di giustizia, dimenticati il giorno dopo. Si tratta di tenere puliti i luoghi della memoria, educando prima di tutto i cittadini (e Raffaele Del Giudice lo sa e noi l’aiuteremo); si tratta di intitolare l’aula consiliare di Scampia, impegno di Alessandra Clemente ed Angelo Pisani, dopo la piazza che porta già il suo nome. Ma buon sangue non mente! E’ la famiglia Estate esempio di civiltà. Giovanni, il fratello, fioraio del “Chioschetto” di Piazza Vanvitelli, con il figlio Giuseppe e la moglie Rita, ce l’ha nel DNA. Si è inventato l’adozione dei giardini e degli spazi verdi, d’intesa con Rosa Stefanelli, dirigente del Comune per i grandi Parchi, “perseguitando” con amore aziende, commercianti, ora finalmente riuniti alla Fai di Tano Grasso, semplici cittadini perché prendano in affidamento le aiuole di Napoli (ben 56 finora). Vai Giovanni, caparbio e testardo, che Maurizio ti guida e noi siamo con te, per svegliare coscienze, educare al rispetto e alla bellezza. Non sembrerebbe, ma anche questa e’ antimafia sociale, come insegna Peppino Impastato.

*Geppino Fiorenza, Libera Campania

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