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Roberto Morrione: tre anni e sembra ieri

di Santo Della Volpe il . L'analisi

Quel 20 maggio del 2011 Roberto Morrione ci ha lasciati con molti progetti e lavori appena cominciati: ci manca ancora di più, dopo questi anni. Ci manca il suo impegno e la sua forza morale, etica, personale. Ci manca l’amicizia ed il coraggio, il piacere della notizia e dell’impegno. Ci manca lui, con il suo baffo inconfondibile a dire quel “fai quel che devi, accada ciò che può”; che significava poi il richiamo alla coscienza personale di ognuno a fare fino in fondo il proprio dovere, come giornalista, nel nostro “mestiere”, come persona di fronte alla vita di tutti i giorni.

Abbiamo continuato quella strada, con la sua creatura, “Libera Informazione” e con quei progetti, giorno dopo giorno: uno tra tutti, quel processo per l’assassinio di Mauro Rostagno che Roberto volle seguire passo passo, udienza per udienza. Per tre lunghi anni siamo stati l’unica testata giornalistica (Grazie a molti, da Rino Giacalone  a Radio Radicale e i tanti volontari coinvolti) a seguire tutte udienze, quella battaglia processuale che era stato abbandonato dalla stampa nazionale ed anche locale. Avevamo deciso così sin dall’inizio: noi lo seguiamo, dicemmo allora. L’abbiamo fatto, tenendo accesi i riflettori, nei limiti delle nostro possibilità (che però sappiamo non essere per niente poche…) anche a rischio di polemiche e di attacchi che abbiamo subito per il solo fatto di continuare a parlarne, commentando le udienze. Sino alla sentenza di pochi giorni fa. Ed abbiamo avuto ragione:le nostre corrispondenze, la presenza di Libera in aula, ha evitato che anche la condanna all’ergastolo dei due boss mafiosi imputati, passasse in sordina, finisse tra le notizie di fondo pagina.
Anche per questo siamo nati: per fare informazione antimafia che legasse il territorio alla grande rete dell’informazione,ufficiale e di nicchia. Abbiamo ampliato in questi anni quel progetto; lo Sportello antiquerele temerarie, che proprio a Roberto è intitolato, ha avuto un ruolo determinante nella modifica della legge sulla diffamazione in discussione al Senato. E soprattutto, a livello generale nell’informazione e nell’opinione pubblica di questo nostro paese, le querele temerarie non sono ogetti sconosciuti,ma una realtà da combattere con una nuova legge. Un successo, caro Roberto, che si deve a quei primi incontri e convegno che con l’avvocato Flamini Minuto, avevamo cominciato a discutere in quel lontano 2010. E soprattutto con gli avocati dello Sportello che abbiamo creato,abbiamo difeso, con successo, moltissimi cronisti e giornalisti dalle minacciose querele temerarie di boss e potenti arroganti.

Due esempi di un percorso che in questi anni è continuato nel nome di Roberto Morrione, cui ora si aggiungerà anche quel percorso di formazione professionale dei giornalisti, cui tanto tenevamo e che era parte integrante del progetto di Libera Informazione. Ma quanto ci manca quel suo entusiasmo che neanche la malattia aveva delimitato! E quell’attaccamento all’informazione pulita, al Servizio Pubblico RAI, all’informazione libera ed a Libera Informazione, in nome di quell’Articolo21 della Costituzione che ci vide impegnati più a costruire con altri il progetto di organizzare i giornalisti con l schiena dritta dopo l’editto bulgaro di Berlusconi…!
Tre anni di assenza di Roberto sono tanti ma anche brevi: sembra ieri ma l’impegno vale anche per domani e dopodomani e per il futuro ancora
di oggi non possiamo che rimpiangerlo, ma ricordarlo con l’affetto che meritava,come persona e per il suo insegnamento. Alla moglie Mara ed alla sua famiglia tutta, l’abbraccio nostro e di chi guarda con speranza ed impegno all’informazione Libera, pulita e democratica in questo nostro travagliato paese.

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