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Sulla strada per i diritti e la legalità

Di a.m. il . Progetti e iniziative

Le mafie si combattono anche marciando. Cento tappe in Italia alla ricerca dei diritti sociali, della democrazia, della giustizia e della legalità. Un viaggio, quello della XII edizione della Carovana antimafie 2008, che parte proprio dalla Casa del Jazz di Roma, un bene confiscato preso alla banda della Magliana e donato agli amanti della cultura. Una strada che “Libera percorre tutti i giorni sui territori – dice don Luigi Ciotti, l’anima dell’organizzazione – per mobilitare le coscienze”.

Partendo dal Lazio (14-19 ottobre) la Carovana muoverà in contemporanea verso Nord e verso Sud. Due lunghi serpentoni fatti di iniziative pubbliche, convegni, seminari, proiezioni e incontri con le scuole sul tema della lotta alle mafie, della sicurezza sul lavoro, del razzismo e dei diritti. Nata nel ’94 su iniziativa dell’Arci, la Carovana (coordinata da Alessandro Cobianchi) vede oggi insieme l’associazione diretta da Paolo Beni e quella guidata da Luigi Ciotti insieme ad Avviso pubblico (rappresentata dal vicepresidente Roberto Mantà).

“Le mafie non moriranno mai – tuona Ciotti gelando la platea di studenti – non saranno mai sconfitte senza politiche sociali, senza diritti e lotta alla povertà”. Ecco perchè la dodicesima edizione dell’evento è dedicata alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nel 60esimo dell’anniversario. E indirettamente alla Costituzione della Repubblica. Il rispetto e la dignità della persona, per fare terra bruciata attorno alle mafie. Per evitare la deriva razzista garantendo i diritti sociali per tutti, come ha sottolineato Paolo Beni. Per levare il bavaglio all’informazione, a partire dalla Rai, come ha ricordato Roberto Morrione, presidente della Fondazione Libera Informazione. Temi e proposte riassunti in un manifesto-appello al quale hanno già aderito magistrati, uomini delle istituzioni, artisti e giornalisti.

Una scelta dal doppio significato. Combattere le mafie è anche “riaffermare i diritti dei più deboli, di chi è costretto ad occuparsi solo dei propri bisogni”, ma anche puntare il dito contro “il degrado morale delle classi abbienti” dice con forza Ciotti. Due dati: l’Italia è il 55esimo paese su 60 tra gli stati economicamente avanzati nella classifica della corruzione. E tra gli immigrati regolari solo il 2% commette reati.

“Ma quello di Libera non è solo un impegno contro, anzi è sempre un impegno per”. Per dare lavoro onesto a chi si impegna nelle cooperative sui beni confiscati, per dare speranze a chi cerca giustizia, ai familiari delle vittime, agli imprenditori vittime del racket. Per seminare la legalità, fino al 12 dicembre a Ragusa, con la chiusura nazionale della Carovana. Poi i frutti da raccogliere sui territori, giorno dopo giorno.

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