Muore il poliziotto che aveva indagato su traffici di rifiuti. Libera: “esprimiamo vicinanza e affetto ai familiari”
Roberto Mancini era Sostituto Commissario di Polizia a Roma. Nella seconda metà degli anni ’80 iniziò ad occuparsi di ecomafie e traffici illegali di rifiuti. Fu il primo ad accorgersi di cosa stava accadendo nella “terra dei fuochi”. Nel ’95 consegnò alla procura di Napoli il risultato delle sue indagini in una nota informativa, se fosse stata presa in considerazione forse il disastro ambientale e umano che tutti conosciamo si sarebbe potuto evitare.” Nella sua vita professionale – scrive Libera in una nota – Roberto si è sempre occupato di reati ambientali legati al ciclo di rifiuti. 15 anni di attività al servizio dello Stato che lo hanno esposto a gravissimi rischi. La lunga e costante esposizione con materiali tossici e scorie radioattive ha stroncato la sua volontà di consegnare alla giustizia i delinquenti che avvelenano l’ambiente e la vita delle persone. Roberto Mancini è morto questa mattina a Perugia per un linfoma non Hodgkin contro cui ha combattuto per anni. Una “malattia professionale” per la quale lo Stato gli ha riconosciuto 5000 euro. Chiediamo alle Istituzioni che sia presto riconosciuto l’alto valore della sua missione”.
“Non saremo mai abbastanza grati a Roberto Mancini per il suo prezioso lavoro al servizio della comunità, portato avanti a rischio della vita, anche accanto a Legambiente – . A lui dedicheremo il prossimo Rapporto Ecomafia”.
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