Regoliamoci 2008: Conoscenza, Responsabilità e Giustizia
I saloni della sede della
Provincia a Roma, oggi 2 ottobre, pullulano di bambini e ragazzi di
tutte le età.
A colpo d’ occhio si scorgono pochi colletti o tailleur. Perché sono
loro, i giovani delle scuole elementari fino a quelli più grandi dei
licei, i protagonisti della manifestazione promossa dall’ associazione
“Libera: associazione, nomi e numeri contro le mafie” in collaborazione
con il Ministero dell’ Istruzione: un progetto che unisce percorsi
semantici e tratta parole chiave per la formazione di una cultura legalitaria
improntata sulla comprensione e condivisione delle regole (da qui il
nome dell’ iniziativa) con lo stimolo sociale del “gioco”. Non
solo come spunto di partenza, ma inteso tanto come momento fondamentale
di sviluppo e formazione personale di tali concetti quanto come motivo
di integrazione e di confronto nell’ ambiente scolastico e non.
Alla conferenza di dibattito sul progetto e di premiazione per i vincitori
erano presenti, oltre al presidente dell’ associazione Don Luigi Ciotti,il
presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti, una delegazione
del Ministero, Valerio Piccione (giornalista sportivo da sempre sensibile
alle tematiche sociali quali il rispetto e l’ integrazione) in veste
di moderatore, Rocco Pinto (promotore del progetto Torre di Abele) e
Salvatore Vecchio, figlio del più noto Francesco Vecchio, una delle
tante vittime della criminalità organizzata dei primi anni 90, che
denunciò gli abusi e gli illeciti nella società dove lavorava.
Si è proceduto quindi alternando la presentazione dei vari progetti
realizzati per Regoliamoci ad interventi mirati e commenti da parte
degli ospiti su questa iniziativa e le sue possibilità future.
L’ importanza del progetto, portato avanti da 1.300 classi in circa
700 gruppi di lavoro, è quella di coinvolgere senza alcuna retorica
gli studenti, attraverso giochi da tavola come percorsi a dadi o scacchiere
realizzati dai più piccoli fino a dizionari tematici cartacei o multimediali
prodotti dagli studenti di medie e licei. Sviluppando in piena libertà
tali concetti, elaborando loro stessi le regole; auto-generate
e non imposte.
Quindi tra una miriade di parole proposte nei vari progetti sentiamo
mafia, legalità, bullismo, paura, rispetto: parole che è giusto comprendere
ed un usare nel contesto sociale di lotta alla mafia che Libera promuove
dalla sua nascita.
L’ intervento che il presidente Zingaretti ha pronunciato approda
subito alla tematica centrale del progetto: educazione e lotta alla
mafia viaggiano di pari passo, con una si combatte l’ altra e partire
dalle basi è fondamentale. Mentre invece più drammatico e toccante
è la testimonianza resa dal figlio di Vecchio, Salvatore, che porta
in giro per l’ Italia la sua esperienza, trasmettendo quella necessità
di azione e di prassi che tutti dovremmo avere nei confronti di questi
problemi.
La premiazione invece, divisa per ogni fascia scolastica (scuole primarie
e secondarie di primo e secondo grado) ha visto trionfare per le primarie
la scuola Don Paolo Albera di Roma (2° A); per le secondarie di primo
grado l’ istituto San Giovanni XXIII di Salerno (2°C); e per le secondarie
di secondo grado il Liceo Bocchi di Adria (5° B): inoltre un premio
Fantasia per le scuole Madre Teresa di Calcutta di Campodipietra (Cb,
3° A e B) e scuola Carceria ITIS Ettore Majorana di Larino.
In conclusione c’ è stato l’ intervento di don Luigi Ciotti, che
sottolineando le tematiche principali come gioco, cultura e conoscenza
delle regole, rispetto e socialità verso il mondo, tramite un accorato
parallelo con Antonino Caponnetto ed il suo lavoro, ci ricorda l’
importanza della collaborazione, del sapersi muovere non da soli ma
aggregati (in questo caso dal gioco e dalla conoscenza) perché essendo
la mafia un cancro sociale bisogna rispondere insieme, da società.
Ciotti riporta poi l’ attenzione poi su tre parole che probabilmente
più di altre sono precise nel descrivere il tipo di impegno che l’
associazione Libera ed i suoi partner promuovono: Cultura, Responsabilità,
Giustizia. La conoscenza e la diffusione dei concetti e parole di utilizzo
sociale, la presa di coscienza e l’ importanza di coordinazione territoriale,
infine l’ applicazione per rendere pratiche queste teorie.
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