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Trafficanti dalla Libia all’Italia

di Piero Innocenti il . Senza categoria

Ora che, finalmente, il reato di “ingresso e soggiorno illegale nello Stato” (art.10 bis del T.U. sull’immigrazione), è stato depenalizzato dal Parlamento, nonostante le resistenze e il disperato tentativo del ministro dell’interno Alfano di drammatizzare il fenomeno migratorio (non è una novità) prospettando con “stile leghista” lo tsunami di “600mila migranti alle porte”, l’auspicio è che si possa pensare di tracciare una politica migratoria più attenta e lungimirante. Partendo dal fatto che gran parte degli stranieri che giungono sulle nostre coste sono richiedenti asilo e buona parte vogliono raggiungere altri paesi europei. Va detto che, nel primo trimestre del 2014, le richieste di asilo presentate sono state circa 11mila (furono 28 mila nel 2013) ossia la quasi totalità degli 11.692 sbarcati ( alla data del 3 aprile u.s.) in occasione dei 90 eventi registrati in ambito nazionale. Va anche detto, con chiarezza, che le previsioni per il corrente anno, se non muteranno le tragiche condizioni in cui si trovano diversi paesi africani, indicano il netto superamento dei circa 43mila arrivi via mare del 2013 per avvicinarsi al tetto dei 60mila ed oltre del 2011, l’anno della c.d “primavera araba”. La Libia continua ad essere, da molti mesi, il paese da cui parte il maggior numero di persone (11.032 nel 2014) e la Sicilia l’approdo maggiormente interessato, con 11.438 migranti sul totale, come detto, di 11.692. Le navi della nostra Marina Militare, impegnate nella operazione Mare Nostrum sin dall’ottobre 2013, continuano nella preziosa attività di soccorso in mare.

E’ da tre paesi, sconvolti da guerre e persecuzioni, che arriva il grosso dei migranti: 2.244 eritrei, 1.753 maliani, 1.321 siriani. Da qualche giorno, stranamente, nonostante le condizioni meteo marine buone, nel canale di Sicilia c‘è un’apparente calma. Alcuni analisti della polizia parlano di una ricerca affannosa da parte dei trafficanti, di barconi in legno diventati, con il passar degli anni, beni preziosi (sono centinaia quelli abbandonati alla deriva in mare dopo i soccorsi) sempre più difficili da reperire sul mercato. In realtà, dopo gli arresti, effettuati dalle forze italiane nei mesi scorsi, di alcuni equipaggi sulle cosiddette “navi madre”, si preferiscono pescherecci in legno ( imbarcazioni “a perdere”) rispetto ai gommoni che possono trasportare un numero più contenuto di persone. A riguardo, si parla di una sorta di rastrellamento sulle coste, nei porticcioli, per comprare il maggior numero possibile di barche (anche malridotte, riparate alla meglio) per fronteggiare la crescente richiesta delle traversate che ci sarà con la buona stagione. Intanto, anche alla frontiera terrestre e aerea sono diverse le migliaia gli stranieri irregolari rintracciati (7.390 dall’inizio dell’anno al primo aprile) e, di questi, 3.644 sono stati quelli effettivamente rimpatriati. L’Unione Europea, che pure fornisce contributi finanziari importanti nello specifico settore, “nicchia” ancora per quanto riguarda le strategie generali da sviluppare nei paesi dove si concentrano i profughi (e dove si potrebbero organizzare meglio i trasferimenti) e le distribuzioni nei vari paesi europei, forse, anche con minori costi per tutta la comunità.

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