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Procura in appello: Cuffaro favorì l’organizzazione mafiosa

Di redazione il . Sicilia

Dopo la sentenza del 18 gennaio scorso i pm De Lucia e Prestipino, ricorrono in appello contro l’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro. Ieri, in cancelleria, i due pm hanno depositato il ricorso contro la sentenza di primo grado che aveva condannato a cinque anni di reclusione il governatore accusandolo di favoreggiamento semplice. Secondo i due magistrati, le azioni del governatore Cuffaro  non avrebbero favorito solo singoli mafiosi ma tutta l’organizzazione mafiosa. L’atto, depositato presso la cancelleria della terza sezione del Tribunale, fa appello contro tre imputati. Michele Aiello, condannato a 14 anni per legami con il superboss Bernardo Provenzano, il maresciallo dei Ros, Giorgio Riolo, accusato di una serie di fughe di notizie su indagini riservate  e infine l’attuale senatore Totò Cuffaro

A sostegno dell’appello una serie di elementi. Le  dichiarazioni  del pentito Angelo Siino che confermano “la disponibilità del presidente ad incontrarsi e parlare anche con condannati per mafia”.  Numerose intercettazioni  telefoniche che rivelano un interessamento fuori luogo del governatore per  indagini antimafia che in quegli anni venivano portate avanti dagli inquirenti. Infine,  la consapevolezza del governatore di agire – sostengono i due pm – favorendo un sistema ben più ampio dei singoli uomini di potere  a lui vicini.

Oggi gli avvocati difensori depositeranno la loro replica all’appello  sostenendo che” Cuffaro non ha mai fornito informazioni riservate poiché non ne sarebbe stato in possesso”.

 

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