Operazione anticamorra nel sud Pontino
Avevano organizzato un giro di auto di grossa cilindrata che venivano poi esportate in Germania, dove venivano immatricolate dopo la falsificazione dei numeri identificativi e dei documenti di circolazione. A finire in manette questa mattina all’alba, nel corso di un’operazione anticamorra coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli-Direzione Distrettuale Antimafia e condotta da Squadra mobile di Latina e Polizia tributaria di Roma, sette persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati di appropriazione indebita, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione camorristica dei Casalesi-fazione Schiavone nelle cui casse finivano parte dei proventi dell’attività associativa. L’inchiesta, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, ha interessato i territori di San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe, Cancello Arnone, Formia, Santi Cosma e Damiano e Minturno dove sono state effettuate decine di perquisizioni.
A finire in manette alcuni personaggi considerati dagli inquirenti personaggi di spicco del clan dei Casalesi: i fratelli Ianuario, Salvatore – già in carcere – e Antonio, tratto in arresto a Marina di Minturno, titolare di un’autoconcessionaria sulla Via Appia, “Autolandia”, e Salvatore Di Puorto, già colpito da ordinanza cautelare per vicende connesse a reati di riciclaggio posti in essere da esponenti del clan dei casalesi in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino. Nel corso dell’operazionre sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro: si tratta di quote societarie, beni immobili e rapporti finanziari riferibili agli arrestati; delle quote societarie e conti correnti riferibili ad ulteriori 5 indagati; di tutto il patrimonio aziendale riferibile alle quattro società coinvolte negli illeciti oltre a varie unità immobiliari, autoveicoli e numerosissimi rapporti finanziari, nella disponibilità degli indagati.
L’operazione, denominata “Fuori Giri” in quanto ha accertato l’appropriazione indebita in Italia di autovetture di grossa cilindrata, poi esportate in Germania, dove venivano immatricolate dopo la falsificazione dei numeri identificativi (la cosiddetta punzonatura) e dei documenti di circolazione, secondo gli inquirenti delinea in maniera chiara gli interessi dell’organizzazione dei Casalesi nel sud pontino, attraverso il reinvestimento degli ingenti profitti derivanti dalle criminali attività perpetrate. Dall’approfondimento di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, già appartenenti al clan Schiavone, sono emersi infatti gli interessi del clan nel settore della compravendita di autovetture di grossa cilindrata nelle zone di Cancello e Arnone, di Latina e di Fondi, con la diretta supervisione di Salvatore Ianuario quale referente dell’associazione camorristica, dapprima per il gruppo Bidognetti e successivamente per le famiglie Zagaria-Schiavone. Secondo l’ipotesi accusatoria, avvalorata dal provvedimento del Gip, gli indagati, per il raggiungimento degli scopi dell’associazione, si avvalevano di concessionarie di autovetture con sede a Minturno e a Cancello e Arnone, oltre che di un’autoscuola sempre con sede a Cancello e Arnone.
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