Rom: a che punto è la notte?
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Che
fine ha fatto l’emergenza rom tanto sbandierata da governo e media
l’estate scorsa? Il censimento dei campi nomadi promosso dal
Ministero dell’Interno dovrebbe concludersi entro metà ottobre:
occorrerà aspettare quella data per avere dati e spunti di
riflessione. Intanto, secondo il ministro Roberto Maroni, molti
nomadi dei campi abusivi della capitale si sono trasferiti a Napoli,
in Francia e Spagna. Il ministro ha inoltre precisato che potranno
restare in Italia solo gli extracomunitari provvisti del permesso di
soggiorno e i comunitari (per lo più rumeni) che potranno dimostrare
un reddito minimo adeguato.
Sull’intera
operazione rimangono però ancora i dubbi delle organizzazioni dei
diritti civili e del Parlamento europeo: una delegazione di
europarlamentari, che ha visitato nei giorni scorsi alcuni campi
nomadi a Roma, non è rimasta soddisfatta di ciò che ha visto. Il
presidente della delegazione, Gerard Deprez, ha sottolineato che «se
la finalità del censimento è di tipo sociale, devo dire che non
sono state prese decisioni che abbiano portato concretamente a un
miglioramento delle condizioni di vita dei nomadi». Così come poco
chiaro è apparso il ruolo svolto dalla Croce Rossa: «ci siamo
domandati», prosegue Deprez, «se la CRI fosse l’organismo più
indicato a raccogliere i dati», visti i legami di vecchia data con
l’esecutivo. A questo proposito l’osservatorio Sucar Drom si
chiede inoltre perché la Croce Rossa abbia distribuito un tesserino
che dà diritto a prestazioni sanitarie gratuite nei due ambulatori
della CRI di Roma, disincentivando il ricorso al Servizio Sanitario
Nazionale.
Da
parte sua, il prefetto della capitale Carlo Mosca, che pure aveva
dato prova di un atteggiamento equilibrato nei giorni caldi della
polemica sul censimento, in un’intervista al Sole24ore
ha detto che occorre «valutare le possibilità di impiegare i
giovani ragazzi rom, molto bravi nei lavori manuali. Perché non
metterli, per esempio, davanti alle grandi sedi dei supermercati a
fare gli sciuscià?».
Che
i tempi per i rom in Italia si siano fatti sempre più difficili ne è
prova anche un grave episodio che si è verificato nel veronese.
Questi i fatti: il 5 settembre i carabinieri di Bussolengo fermano i
componenti di tre famiglie rom italiane, fra cui alcuni minori, e li
portano in caserma con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale
e tentato furto. Qui, secondo la denuncia presentata dai rom,
sarebbero stati messi in atto umiliazioni, pestaggi e veri propri
atti di tortura (come l’annegamento simulato), anche nei confronti
dei bambini. La denuncia ha trovato una debole eco sulla stampa
nazionale, ma è stata ripresa dalle organizzazioni che difendono i
diritti umani ed è stata l’oggetto di uno scontro in Senato: nel
corso di un’audizione, prendendo a esempio Bussolengo, la deputata
olandese della Commissione per le libertà civili Elly de Groen
Kouwenhoven ha accusato i carabinieri italiani di violenze nei
confronti dei bambini rom.
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