Conto alla rovescia per la Legge sul voto di scambio politico – mafioso
A gennaio 2013 è partita “Riparte il Futuro”, la campagna digitale di Libera e Gruppo Abele contro la corruzione. Il primo stimolo lanciato è stato chiedere ai candidati alle elezioni politiche 2013 di sottoscrivere un impegno pubblico, per l’approvazione in tempi brevi della modifica dell’articolo 416ter, legge che sancisce il voto di scambio politico-mafioso, con l’introduzione delle parole “altra utilità”. Tra i circa mille candidati che hanno accettato l’impegno e che hanno dunque ricevuto un braccialetto bianco, distintivo del proprio essere contro la corruzione, più di 300 sono stati eletti e si è dunque cominciato un percorso concreto all’interno del Parlamento, in maniera trasversale alle forze politiche, affinché la legge fosse modificata. Molte le proposte di legge depositate dai parlamentari, all’interno delle quali era presente anche la richiesta di Riparte il Futuro. Ma ai braccialetti bianchi la campagna faceva una richiesta in più: oltre a fare la modifica, farla in fretta, e cioè in cento giorni dall’inizio dei lavori parlamentari. Nel mese di giugno 2013 la Commissione Giustizia della Camera ha approvato un testo di legge che conteneva l’aggiunta di altra utilità ma che conteneva anche due parole (procacciamento e consapevolmente) che rischiavano di indebolire la norma nel suo insieme. Il testo licenziato in Commissione e poi votato in Aula il 16 luglio all’unanimità, è approdato in Senato a fine luglio.
Luigi Ciotti nel chiedere al Senato di impegnarsi per l’approvazione della norma, ha sottolineato la necessità di tornare a una formulazione meno ambigua, togliendo dunque le parole che, anche nell’opinione di alcuni magistrati, avrebbero potuto renderne più difficile l’applicazione. Così la Commissione Giustizia del Senato ha preso a lavorare nuovamente sul testo, per arrivare a una nuova formulazione. E il 20 di dicembre, prima di chiudere le porte per la pausa natalizia, la Commissione ha approvato il testo. Ora attendiamo il passaggio in aula, che è stato calendarizzato per il 22 gennaio. Dopo questo passaggio la norma approderà nuovamente alla Camera, perché essendo cambiato il testo non è più valido il voto dello scorso luglio. Un percorso dunque che ha un anno di vita, che ha visto dei passaggi stretti e che non è riuscito ad arrivare in porto nei tempi previsti e sperati, ma che grazie all’impegno di tanti, dentro e fuori al Parlamento, e anche grazie alla pressione della community di Riparte il Futuro, sta per arrivare a destinazione.
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