Anticorruzione, un altro passo avanti

Il disegno di legge sul voto di scambio politico-mafioso, approvato in dicembre dalla commissione Giustizia del Senato, approderà’ nell’aula di palazzo Madama fra due settimane, il 22 gennaio. Lo ha deciso ieri la Conferenza dei capigruppo. Si tratta di un passo avanti importante per il testo di legge contro la corruzione e per la riforma dell’articolo 416 ter, relativo al voto di scambio.  La Corte dei Conti stima che la corruzione costi al nostro Paese 60 miliardi di euro l’anno, 1.000 euro per ciascuno di noi. Gli effetti diretti e indiretti del fenomeno hanno però una portata ben più elevata perché la corruzione intacca il sistema economico e mina la fiducia nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione. Maggiore è il tasso di corruzione e più alta la disoccupazione giovanile, minori gli investimenti dall’estero e le risorse destinate a ricerca e innovazione, più scadenti i servizi ai cittadini, più care le infrastrutture. La corruzione, inoltre, rende meno efficiente la pubblica amministrazione, corrode i processi democratici, lede i diritti di tutti, provoca sfiducia e insoddisfazione verso le istituzioni.

Il testo di legge. C’è ancora molto da fare in Italia per per avere una buona legge in grado di contrastare la corruzione.  La campagna “Riparte il futuro” , promossa da Libera e Gruppo Abele, da quasi un anno ha lanciato una piattaforma di proposte, raccolte da alcuni parlamentari, che hanno preso un impegno con oltre 300 mila cittadini che hanno sotto scritto la campagna, per approvare al più presto una precisa e efficace legge anticorruzione. Ieri, un altro passo importante in questa direzione. Dopo alcuni mesi in cui il percorso legislativo era andato incontro ad un rallentamento, il prossimo 22 gennaio il disegno di legge sarà a Palazzo Madama.

Grasso: “promessa mantenuta”. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, che si era battuto per calendarizzare appena possibile questo provvedimento ha telefonato a don Luigi Ciotti  per comunicargli, la notizia che il ddl, caldeggiato dalle associazioni Abele e Libera che avevano impostato la campagna ”Riparte il futuro”, sara’ licenziato dal Senato entro gennaio.