NEWS

Ricordando Marcello Torre, contro mafie e corruzione

di Francesca Rispoli il . L'analisi

“Un politico corrotto è come un diamante: è per sempre” con queste parole Alberto Vannucci racconta il legame tra corruzione e politica, che in Italia raggiunge livelli elevatissimi, tanto da farci spiccare al terzo posto della classifica in Europa. Tra le diverse aree del Paese, la Campania è secondo le più recenti ricerche la regione più corrotta in assoluto. Ma non è storia di oggi, è storia che viene da lontano e che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso, melma dalla quale non riusciamo a ripulirci. E’ l’11 dicembre 1980 quando alle 8 del mattino il sindaco Marcello Torre viene ucciso dai killer sul cancello di casa sua a Pagani, provincia di Salerno. Pochi giorni prima di essere ucciso, aveva dichiarato che non avrebbe consentito alla camorra di fare affari sul suo territorio: gli affari erano legati alla spartizione degli appalti per l’edificazione successiva al terremoto dell’Irpinia. Avvocato in importanti processi che si sono svolti sul territorio, aveva deciso di dedicare parte del suo impegno alla sua città, mettendosi a servizio del Municipio. Ma non gli è stato permesso.

A 33 anni dalla morte, l’Aula del Consiglio Comunale prende il suo nome. Ci sono voluti 33 anni a incidere la sua memoria in quella collettiva della città. Due anni fa una piazza era stata intitolata alla presenza del Presidente di Libera Luigi Ciotti e del Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, ma dopo quindici giorni la targa è stata rimossa, la delibera ritirata, la piazza intitolata al Corpo di Cristo. Senza motivazioni.  Oggi a Pagani non c’è un Sindaco, come non c’era più il 12 dicembre 1980. Questa volta però la ragione è un’altra. Non sono stati i boss a fermare l’operato del primo cittadino, ma ci ha pensato lo Stato, che per la seconda volta ha sciolto il Comune per infiltrazione mafiosa.
Anche se sulla targa del Consiglio c’è scritto che Marcello ha lottato per una città civile e libera, a 33 anni di distanza, ancora non c’è pace per Pagani. Per fermarsi a ricordare una persona per bene, che ha resistito ai poteri mafiosi, è necessario incarnare oggi ciò che lui ha fatto ieri. Memoria e impegno, come da sempre nel dna di Libera. Per questa ragione il XXV Premio nazionale per l’Impegno civile “Marcello Torre” quest’anno ha deciso di concentrarsi sul tema della corruzione, la malattia che ogni giorno cerca di mangiarsi da dentro la nostra società, svuotandola di senso. I temi dei ragazzi che hanno partecipato al Premio lo dicono chiaramente. Ancora una volta c’è da imparare dagli studenti come Davide Anselmo, che nel suo scritto descrive la corruzione “la bestia nera …. attraverso la quale ci si compra tutto e tutti, perché oggi tutto ha un prezzo”.

Parole amare, di un giovane pieno di livore che non vede come si possa cambiare la tendenza di un mondo che è invertito e ci vuole portare a rendere giusto ciò che è ingiusto. Come diceva il Presidente della Repubblica Sandro Pertini “Mi dicono che mi devo adeguare. Ma Santissima Madonna, se adeguarsi significa rubare, io non mi adeguo!”.Non adeguiamoci a ciò che non ci piace. Non adeguiamoci ai poter forti che vogliono forgiarci a loro immagine e somiglianza. Non adeguiamoci a chi ci dice che è tutto già scritto.

Per questa ragione la nostra campagna (Gruppo Abele e Libera) si chiama Riparte il Futuro: contro la corruzione ciascuno può fare la sua parte e grazie a questa ripristinare una cultura della normalità. La normalità, dove la norma non è becera prescrizione ma è tutela per ciascuno, perimetro dentro il quale c’è rispetto dei diritti e delle diversità, luogo in cui non si muore perché si cerca l’affermazione della giustizia. Probabilmente Marcello Torre lo sapeva che un politico corrotto è per sempre ed è per questo che ha preferito essere come un diamante. Ma nella lotta ai clan, anche se questo gli è costato la vita.

 

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link