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Reggio Calabria, sequestrati 150 milioni di euro a imprenditore. Fra i beni anche un famoso hotel della Capitale

di redazione il . Calabria, Lazio

Centri Operativi Dia di Roma e Reggio Calabria e della Polizia di Stato di Reggio Calabria e di Palmi ha dato esecuzione, ad un provvedimento di sequestro beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria su proposta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di Giuseppe e Pasquale Mattiani, nonché di alcuni componenti il loro nucleo familiare (questi ultimi in qualità di terzi intestatari).

Il sequestro è il risultato di due complesse e convergenti attività di indagine dirette e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che si è avvalsa degli accertamenti delegati al Centro Operativo Dia di Roma e delle risultanze investigative della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi, che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari a dimostrare la contiguità dei due alla Cosca dei Gallico, “operante in Calabria nonché l’illecita acquisizione da parte di questi, grazie soprattutto all’apporto del clan, di un vasto patrimonio mobiliare ed immobiliare, in special modo nel settore turistico-alberghiero”.

 

Una storia che ha inizio negli anni ’90, quando un semplice e modesto motel della periferia di Palmi, L’Hotel Arcobaleno si trasforma in una società dal capitale miliardario sarebbe stato suddiviso ai figli di Mattioni,  in quote di circa 250 milioni di lire ciascuna.  La nuova società – secondo gli investigatori –  a fine anni novanta e poco prima del Giubileo, avrebbe operato  un grande salto a livello finanziario: l’acquisto di un immobile a Roma – un monastero sito in uno dei posti più belli della capitale, il colle Gianicolo, di proprietà di una congregazione religiosa (Grande hotel Gianicolo fra i beni sequestrati). Il Tribunale di Reggio Calabria – sez. Misure di Prevenzione – nel provvedimento di sequestro ha così stigmatizzato la condotta dei Mattiani “ è infatti senza dubbio emerso non solo dalle risultanze delle intercettazioni esaminate ma anche dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia… che Giuseppe Mattiani ed il figlio Pasquale sono imprenditori collusi alla ‘ndrangheta….”

Giuseppe Mattiani era stato arrestato nel 1997,  insieme al figlio Pasquale, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare del Gip di Palmi, per il reato truffa aggravata in danno al’Ente Regione Calabria. Già nel 1978, questi era stato segnalato al Questore per l’applicazione di una misura di prevenzione per aver favorito la latitanza a pregiudicati delle cosche locali (nella circostanza la proposta venne però rigettata). Nel 1991, grazie all’appoggio in campagna elettorale di personaggi vicini alla cosca dei “Gallico” (per il quale viene anche indagato dal Tribunale di Palmi con un procedimento poi archiviato) veniva eletto  – spiegano gli investigatori – il Vice–Sindaco del nuovo Consiglio Comunale di Palmi.

Il valore dei beni sequestrati sono di 150 milioni di euro circa.

“Plaudiamo l’operato della magistratura e delle forze dell’ordine per il nuovo colpo alla cupola di ‘ndrangheta – scrive  in una nota l’Ufficio di presidenza di Libera commentando l’operazione della Dia di Reggio Calabria e di Roma. “I sequestri di oggi, sono l´ennesima prova della forza economica delle mafie e rappresenta l’ulteriore conferma che le mafie non sono più infiltrate ma radicate nel territorio. Ormai la Capitale è stata scelta come luogo privilegiato per reinvestire e ripulire i soldi del boss” – continuano. “I sequestri di beni degli ultimi anni, manifestano una predilezione per bar e ristoranti di lusso, locali della movida. Solo a Roma sono circa 20 i locali sequestrati al clan Gallico e clan Alvaro. Per mantenere accessi i riflettori su questo territorio e raccontare il positivo che esiste e lavora nella lotta alle mafie, si svolgerà proprio nel Lazio, a Latina, la manifestazione nazionale il 22 marzo 2014, prevista nell’ambito della diciannovesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.

 

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