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A Catanzaro si apre il processo contro le cosche: in aula anche la società civile

di Marcello Cozzi il . L'analisi

C’eravamo lo scorso 11 ottobre in Tribunale a Catanzaro. C’eravamo anche noi con la Fondazione Antiusura Interesse Uomo a costituirci parte civile nel processo contro i Tropea, la cosca della ‘ndrangheta che opera in provincia di Catanzaro. C’eravamo perchè in quell’aula di giustizia chi denuncia e si espone non rimanga solo.

Quella che è arrivata qualche giorno fa nelle aule del tribunale calabrese è una storia che ci ha visto muovere i primi passi insieme.  Avevamo da poco aperto lo sportello Sos Giustizia in città quando si presentò da noi un commerciante per denuciare i mafiosi – usurai che da anni lo tenevano sotto scacco. Da quel giorno lo abbiamo accompagnato, passo dopo passo, verso il difficile percorso della denuncia. La sua testimonianza è stata fondamentale –  come hanno voluto sottolineare anche gli investigatori chiamando l’operazione antiusura, appunto “Breccia”,  per rompere quel silenzio e quel sistema di omertà che copriva e rendeva potente questa cosca sul versante ionico del Catanzarese.

L’altra mattina in aula (una stanza molto piccola e stretta … ) c’erano il boss Giuseppe Tropea e due altri imputati ai domiciliari, oltre ai loro familiari. Erano in tanti ma c’eravamo anche noi: Io  e Josè, l’avvocato della Fondazione, e un bel gruppo del coordinamento di Libera Catanzaro, da poco nato sul territorio. La nostra presenza li ha colti di sorpresa e l’annuncio della nostra costituzione parte civile ha generato un silenzio significativo tutt’intorno, rotto soltanto dalle parole del pm che ha detto “ah, bene c’è anche una Fondazione” e di un altro funzionario del tribunale che ha aggiunto “è la Fondazione di Libera”. 

Dietro le quinte, dopo l’udienza, è arrivato il sostegno – per noi fondamentale – degli organi di polizia e degli investigatori. Non solo: insieme a loro anche la società civile e le associazioni ci hanno chiesto di continuare ad accompagnare i cittadini in questo percorso di liberazione dall’usura, dal racket, dal silenzio e dalla paura.
Lo faremo, ci saremo, con appuntamenti che porteranno in città e in provincia questo dibattito e la necessità di ribellarsi, insieme, al sistema mafioso che soffoca questa provincia. Perchè i percorsi di testimonianza non siano più soltanto il gesto di un singolo ma occasione collettiva di liberazione dalle mafie e dalla corruzione.

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